In realtà, lui si chiama Christophaire Manjovahatse, ma tutti lo
chiamano Savoritake, e anche noi lo chiamiamo così. Ci fa da
guardiano notturno dal 3 dicembre, nella casa in affitto ad Akenta,
ma se ci trasferiremo in una nuova abitazione, non ci seguirà. In
ogni caso abbiamo deciso di licenziarlo, non tanto perché in un paio
d’occasioni si è presentato ubriaco sul posto di lavoro, quanto
perché non ci sembra all’altezza del compito di difenderci in caso
di attacchi da parte dei malviventi. Il suo armamentario consiste in
una lancia dalla punta smussata e dall’asta storta, due corti
tondini di ferro acuminati e un’accetta, ma ciò che manca è lo
spirito giusto. Sta leggendo la Bibbia e cosa c’è di più
inaffidabile di un guardiano che magari, quando si tratta di
combattere fisicamente con uno o più malviventi, applica la non
violenza evangelica?
Per il resto è un bravo ragazzo, della stessa etnia di Tina:
Tanalana. Due aneddoti voglio raccontare, così come lui ce li ha
riferiti. Da giovane (ora ha 38 anni) andò sposo a una ragazza
Betsileo, che gli sfornò uno dopo l’altro tre figli. Si capì ben
presto che la donna stava con lui solo per i soldi. Il fratello di
costei, quando Savoritake era in possesso di due milioni di ariary
(570 euro) faticosamente guadagnati con il commercio di zebù e
capre, gli suggerì di andare insieme a Fianarantsoa, per comprare
minerali di mercurio. Il mercurio si ricava principalmente dal
cinabro e, facendo sede ad Ambositra, ci sono cinesi e tailandesi che
comprano il minerale grezzo per poi esportarlo nei loro paesi. Il
mercurio, benché velenosissimo, è usato nell’industria
elettronica e farmaceutica, specie nei vaccini. Il cognato si fece
dare i soldi e sparì, lasciando Savoritake a centinaia di Km di
distanza da casa senza una lira in tasca. Ancora oggi non si sa dove
il farabutto sia finito. Il matrimonio, ovviamente, finì e non solo
per quel motivo.
Qualche anno prima, Savoritake e due suoi aiutanti stavano facendo
il trasferimento di una mandria di zebù e di capre nei pressi di
Befandrea, tra Salary e Mangily. Dal nulla sbucarono fuori i famosi
“malaso”, ladri di bestiame. I due aiutanti riuscirono a
scappare, mentre Savoritake, che era il legittimo proprietario della
mandria, riuscì a farsi dare un paio di fendenti d’accetta in
testa e uno sul braccio. Prima di andarsene con i capi di bestiame, i
criminali lo spogliarono di pantaloni e maglietta. Dopo circa una
mezzora passarono due gendarmi in moto e, vedendo un corpo
sanguinante a terra, come bravi samaritani in divisa, si fermarono a
prestare soccorso ed è per questo che Christophaire Manjovahatse
oggi è ancora tra noi.
Basterebbe questa storia per provare umana pietà verso un giovane
che aveva cominciato bene la sua carriera di commerciante, ma che i
malviventi hanno reso insicuro e privato della volontà di
continuare. Il cognato ha fatto il resto. Noi, nel nostro piccolo,
per contrastare questa sua sfortuna, la sera quando viene a prendere
servizio sotto la nostra veranda, lo rimpinziamo di cibi e bevande,
birra fredda compresa, andando ben oltre quelli che sarebbero i
nostri doveri sindacali nei suoi confronti. Anche stamattina si è
beccato 2.000 ariary per il caffè e per aver portato via il sacco
delle immondizie. Per il momento, la sfiga, con lui, si è presa una
pausa.
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