martedì 20 dicembre 2016

La dura lotta del filosofo contro i ditteri


Tanto gentile e tanto innocua pare, quando di giorno sul muro riposa, con l’addome pieno di sangue altrui, cantava il Poeta. Notti tragiche, aspettando il sol, cantava la Poetessa, durante i campionati di calcio di qualche anno fa. Ora so perché Maya e Aztechi sacrificavano vittime umane, estirpando loro il cuore col coltello di ossidiana, per impetrare il ritorno del sole. Altro che fertilità della terra e rigogliosità delle messi! Il vero motivo è che il sole, tornando regolarmente al mattino, metteva a nanna quell’incubo notturno dotato di apparato succhiatore, silenzioso e invisibile ai radar dei sensi umani, se non quando passa vicino alle orecchie. E allora sono manate in faccia, per lo più sulle guance, ad aggiungere il danno alla beffa: mai che se ne prendesse una! Dormienti sul muro non viene neanche voglia di appiattirle e passa ogni sete di vendetta. Sembrano una cosa da nulla, un batuffolo di polvere, un pulviscolo accartocciato, una scorza vegetale. Ma poi arriva la sera, l’innocente dottor Jackill si trasforma nel pericoloso mister Hide. Per causa loro ebbi la malaria. Guarii col chinino, ma avrei potuto prendere la Dengue e la Cicongugna, giacché come i camionisti non viaggiano mai a vuoto, così esse, le Maledette, tolgono e mettono, sottraggono ma al tempo stesso elargiscono, succhiano sangue e rilasciano virus. Due piccioni con un’iniezione.




Con loro il filosofo s’interroga sulla vita e la morte. Mors tua, gambe, braccia e faccia mie senza tumefazioni pruriginose. Il fastidio di grattarsi. Di notte. Il sonno interrotto. Il tempo che si ferma e il sole che non si decide a sorgere. Prima di munirmi di un coltello di ossidiana ed estrarre il cuore a qualcuno, mi alleno alla caccia al dittero, perché la voce si è sparsa, nel mondo dei volatori ronzanti e, finito il turno di notte, comincia quello di giorno, con ditteri non succhiatori ma altrettanto rompicoglioni, più grossi, neri, insistenti e visibilissimi ai radar. Con questi si possono scatenare vere cacce a base di colpi di paletta traforata, ma il filosofo si chiede se è venuto a vivere nei tropici per dar fondo allo schiacciamosche o per qualche altra ragione. E già questo è un interrogativo non di poco conto.




Quanto alla sacralità della vita, siccome i carnivori impenitenti insistono a tirare in ballo le zanzare (o, i più temerari, i ratti) per affermare l’ineluttabilità del regime alimentare carneo, dev’esserci qualche valido fondamento filosofico se lo fanno, oltre a trovare semplici scuse. Che basti rispondere con la questione della legittima difesa? E fino a che punto posso spingermi con il diritto ad essere lasciato in pace e a non venir danneggiato? In Italia la discussione è aperta e molti vorrebbero il porto d’armi. Qui in Madagascar la faccenda è già stata risolta da un pezzo: se un bandito s’introduce nella mia proprietà privata, ho il diritto di ucciderlo. E’ già successo e l’uccisore non ha avuto conseguenze giudiziarie, ma si trattava di malgasci che uccidevano altri malgasci. Ho qualche dubbio che a un vazaha la polizia gliela lascerebbe passare liscia. Se non altro perché il giudice di turno vedrebbe nella cosa la possibilità di trarre guadagno, mettendo lo straniero in una situazione di colpevolezza e quindi di pressione psicologica, preludio all’estorsione di denaro. I giudici malgasci hanno sempre qualche pezzo della villa da finire. O magari si sono messi in testa di comprare una Jacuzzi. Non vorrei essere io il primo a trovarmi in quella situazione. 


Per ora mi limito a uccidere zanzare, quando ci riesco, e prossimamente toccherà anche alle mosche. Gli altri ditteri, come i moscerini della frutta, non mi danno nessun fastidio perché sono discreti e non mi prendono di mira, anche se l’idea di mangiare le loro uova depositate sulla frutta non mi sorride. Con loro, comunque, non si applica il principio della legittima difesa.
Al momento, in attesa di dotarmi degli attrezzi giusti, da killer di ditteri, la sera accendo le spirali, che hanno la durata calcolata di tutta una notte tropicale. Oh zampirone, zampirone benedetto, fa che non vengano zanzare sotto questo tetto! Oh spiralina, spiralina bella, tu che di notte brilli come stella, fa che non vengano mostri alati e io possa dormir sonni beati!




4 commenti:

  1. Salve Roberto, le faccio una domanda impertinente ma senza giudizio... solo per capire:

    "Come si concilia l'ammazzare zanzare e o mosche con l'antispecismo da lei spesso reclamato qui nel suo stesso blog?

    So che è una domanda che può sembrare provocatoria, ma il mio intento è solo capire il suo punto di vista in proposito e nient'altro

    Grazie per qualsiasi risposta lei voglia darmi

    Psaw

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    1. Più che provocatoria, è una domanda scontata. Se fossi nato in Tibet ti darei una risposta di tipo buddista, ma siccome sono nato e cresciuto nel razionalista Occidente, sono più propenso a vedere le cose dal punto di vista della filosofia utilitaristica di Peter Singer, animalista australiano, che si rifà alle idee di Geremia Bentham.

      Tradotto in altri termini, poiché questo NON è un mondo perfetto, anzi è un vero e proprio mondo di m****, io mi sono trovato catapultato qui e ho il diritto di vivere il meglio possibile, cercando, come afferma la filosofia utilitaristica, di raggiungere la maggiore felicità possibile per la maggior parte degli esseri viventi, cominciando da me.

      Ne consegue, che, come pragmaticamente i malgasci hanno bene interiorizzato, un bandito può essere fatto a pezzi dalla folla inferocita senza conseguenze giudiziarie per i partecipanti al linciaggio e, a maggior ragione, qualunque essere tenti di violare la mia integrità fisica deve aspettarsi la mia sana reazione.

      La differenza è che il bandito ha il libero arbitrio e può scegliere, la zanzara e le mosche no. Per loro sfortuna.

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  2. Il discorso zanzare e mosche...
    Secondo me si tratta semplicemente di buon senso e capacità di relativizzare. Se uno può concentrare le forze (diciamo così) su qualcosa di tangibile (allevamenti, caccia, pesca selvaggia...) ottiene maggiori risultati, e le cose possono davvero cambiare - rispetto al preoccuparsi se è lecito uccidere una zanzara o un topo che rischia di intaccare il tuo cibo in dispensa o i luoghi d'igiene, con risultati potenzialmente pericolosi per la propria salute.
    È questione di saper relativizzare e di pragmatismo.
    Altrimenti se ci si preoccupa di mosche e zanzare, si rimane sempre a girare in tondo su questioni astratte e si perde di vista il senso della difesa degli animali.
    Ciao

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    1. A fare troppa filosofia astratta, si finisce con l'impazzire.

      Già quella pratica crea qualche problema.

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