Testo di Stefano Ragusa
Due cose su Torino. Quando un giornale scrive "numero di
feriti" ci si riferisce a lesioni di una certa entità, come
accoltellamenti, tagli profondi, ferite da arma da fuoco, non al
codice verde del pronto soccorso! Altrimenti ogni escoriazione,
contusione, abrasione diventa un bollettino di guerra. I codice
giallo sono meno di 50, due prognosi riservate di cui un bambino che
è in miglioramento nelle ultime ore. I genitori che mandano un
bambino da solo con la sorellina di notte in una piazza di
ultras dovrebbero riflettere. I tre ragazzi che si sono finti
kamikaze per procurare l'allarme bomba non hanno fatto una "bravata".
Sono stati a un passo dal provocare una strage per fortuna evitata.
La non ordinanza sul divieto della vendita delle bottiglie di vetro è
un'accusa ridicola perché è l'organizzazione che attua il divieto
circoscrivendo la piazza, vietandone l'ingresso. Se degli abusivi
hanno venduto all'interno, c'è stata una falla nella sicurezza ed è
lì che vanno cercate le responsabilità. Le accuse di non
"settorializzazione" della piazza, cioè dividerla in
comparti come agli stadi, le richieste di annullare gli eventi
successivi, significano rinunciare di fatto alle piazze. NO! Le
piazze vanno vissute e frequentate, altrimenti vincono loro. Semmai
ci si dovrebbe chiedere perché si è disposti a scendere in piazza
per una partita di pallone e poi trasformarsi irrazionalmente in una
mandria di bufali impazziti e non farlo per le cose serie come il
lavoro, la salute, i diritti.
Prove tecniche di trasmissione! avanti così...
RispondiEliminaUna società sull'orlo di una crisi di nervi.
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