Fonte: Cannibali e re
Sarah, come tanti altri bambini di etnia khoi era nata già
schiava. Molti della sua gente erano stati sottomessi
dagli olandesi durante l’occupazione dell’odierno Sudafrica. E al
momento della sua nascita, alla fine del '700, i boeri organizzavano
ancora spedizioni per uccidere gli indigeni che non volevano piegarsi
all’ordine coloniale. Sarah fin da giovanissima fu costretta a
lavorare nella fattoria in cui era nata e, dopo essere stata venduta
più volte, arrivò nelle mani di Hendrick Caezar, che oltre ad
usarla come domestica e bambinaia, la costrinse a prostituirsi ed
infine decise di portarla in Europa per farla esibire a
pagamento. Il 24 settembre 1810 un manifesto per le strade
di Londra parlava per la prima volta della “Venere ottentotta”.
Erano gli anni in cui oltre agli animali esotici, gli individui
considerati “fenomeni da baraccone” venivano esposti alla
pubblica osservazione nei tristemente noti zoo umani.
Tra
queste c’era Sarah, che non aveva nulla di diverso dalle altre
donne della sua etnia. Statura bassa, seni voluminosi, natiche assai
sporgenti. Fattori che tra i khoi non avrebbero destato alcuno
scandalo e che invece in Europa la resero un oggetto da mettere in
mostra per appagare il diffuso bisogno di “erotismo
esotico”.
Costretta ad esibirsi con addosso solo un gonnellino
che le copriva il pube, veniva fatta uscire da una gabbia e obbligata
a simulare atteggiamenti aggressivi. Hendrick, che recitava la parte
del domatore, era solito colpirla con un bastone quando non obbediva
agli ordini. Alla fine, viste le proteste e i processi
intentatigli contro dagli attivisti contro la schiavitù, Caezar
decise di vendere Sarah. Giunta nelle mani di S. Réaux, proprietario
di un circo, venne fatta esibire in tutta la Francia. Depressa e
alcolizzata divenne un oggetto prelibato delle attenzioni di alcuni
scienziati del tempo che erano desiderosi di indagarne “i peculiari
tratti fisici”. Indagine che non terminò nemmeno dopo
la sua morte, avvenuta il 29 dicembre 1815. Venuto a conoscenza del
suo decesso E. G. Saint-Hillaire, importante biologo francese, chiese
ed ottenne il permesso per sezionarne il cadavere. Prima venne fatto
un calco di cera del suo corpo, poi le furono estratti gli organi,
infine dissezionata minuziosamente. Mentre la sua immagine
veniva inserita nelle tavole a colori degli “animali viventi” nei
volumi di storia naturale, i suoi resti vennero portati ed esposti al
Musée de l’Homme. Solo nel 2002 dopo una lunga
controversia tra Francia e Sudafrica le spoglie, simbolo
dell’oppressione coloniale, tornarono a casa e dopo una grande
cerimonia furono seppellite nel luogo in cui era nata. Di
recente il governo è stato costretto a costruire una gabbia per
proteggere la tomba dall’azione di alcuni vandali. L’ultima
delle tante gabbie in cui questa donna è stata costretta a vivere.
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