Fonte:
Gay
Che
c’entra spogliarsi e far vedere il culo coi diritti civili? Il
perizoma, le piume, i tacchi, le parrucche, che senso hanno? Cosa
pensate di ottenere facendo così? Lo dico per voi: un po’ più di
serietà non potrebbe che aiutarvi, così non vi fate prendere sul
serio. Ci
risiamo: siamo nel mese dei cortei e lo si sente dire sempre più
spesso, anche da membri della stessa comunità LGBT: i Pride non
vanno bene, sono volgari, sono eccessivi. Sono
fermi agli anni ’70, inquietano potenziali sostenitori della nostra
causa, infastidiscono l’opinione pubblica, fanno provocazione
gratuita, sono ridicoli, osceni, irrispettosi. È
vero? È falso? Le recenti polemiche del Pride di
Potenza
LEGGI hanno
riportato al centro del dibattito quello che è un tema ricorrente
sia all’interno che all’esterno della comunità LGBT. Perché
oggi, nel 2017, i Pride devono
essere ‘per forza’ delle manifestazioni in cui nudo e sessualità
vengono tranquillamente esposti e anzi esaltati? Non
potrebbero darsi una regolata, diventare eventi più decorosi?
È
bene ricordarlo: ogni intervento di normalizzazione delle forme
del Pride è un
piccolo o grande attentato all’anima stessa della celebrazione. I
cortei hanno precisamente lo scopo di rivendicare ed esporre ciò che
alla società risulta scomodo.
Il Pride indigna,
inquieta, destabilizza. Di proposito. Il Pride destabilizza
a volte un po’ anche me, che sono omosessuale e ci vado da anni: mi
è capitato di sfilare accanto a persone che costituivano per un
qualche motivo una sfida al mio personale senso del limite o
dell’estetica. Ma i cortei sono proprio questo: celebrano
e mettono sotto gli occhi di tutti ciò che è inutilmente
stigmatizzato, ciò che pur non violando alcuna legge è però, di
fatto,
fuori legge. Che
i Pride poi siano
pieni di oscenità e fatti scandalosi è più che altro un luogo
comune.
I cortei sono pieni di gente sorridente, ragazzi, coppie,
bambini, eterosessuali friendly, famiglie, anziani, animali. Si balla
tantissimo, ci si diverte davvero. Ma quello che conta è che il
senso del Pride è
quello di dar vita a modo diverso di stare insieme. Di
essere insieme –
e non “ognuno
a casa sua”, “in
privato” –
qualcosa di diverso. Al Pride si
sperimenta la liberazione
del corpo e della personalità, l’accettazione
incondizionata dell’altro,
il tutto all’insegna del divertimento e del gioco. Della caduta dei
pregiudizi. Il Pride non
è una “cosa seria”, non vuole essere semplicemente questo: vuole
essere una “cosa vera”, fedele alla realtà di chi ci va, di chi
scende in strada a manifestare. Il suo tratto principale è
l’inclusività massima, la riduzione del giudizio al minimo.
Il Pride dimostra, tra
le altre cose, che l'”osceno” non è pericoloso, che è possibile
essere amici e accettare persino gli “osceni”. Perché
al Pride il
fatto di essere persone viene prima del fatto di essere osceni o
morigerati, coperti
o scoperti, nudi o
vestiti. È così, o perlomeno ci si prova. Come
si può allora pensare di normarlo, normalizzarlo, di imporre canoni
e limiti fatti per imporre “contegno”, “buongusto”,
“decenza”? È un grande errore pensare al Pride come
a un evento fatto per “ottenere diritti”. Il Pride
stesso è un diritto. Il Pride è
in se stesso importante, non è solo un mezzo per ottenere qualcosa.
Le sue (presunte) forme eccessive, oscene, ridicole – a seconda dei
punti di vista – sono una delle cose per cui è ancora importante
battersi. Sono
importanti le unioni
civili, la reversibilità della pensione per il partner,
l’assistenza in caso di malattia, le leggi, i riconoscimenti
giuridici: ma non esiste solo quello.
Esiste anche l’importantissimo
e vitale tema della libera
circolazione delle differenze.
Il Pride è una
riscrittura semantica: mette in discussione ciò che abitualmente
riteniamo sia o debba essere la nostra identità e soprattutto quella
degli altri. È
interessante poi che “osceno”
originariamente significhi “infausto“,
“di
malaugurio“.
Non è affatto strano che il Pride risulti
di “pessimo augurio” per chi ha una visione chiusa e stereotipata
del costume e della società. Il Pride è
un pessimo presagio per chi ci vuole ordinati, sempre consenzienti,
adeguati: dimostra che esistono gli altri, scomodi, incontrollabili,
disordinati.
E che ciononostante è possibile sfilare tutti insieme. Ballando,
bevendo una birra.
https://www.disinformazione.it/lobby_gay.htm
RispondiEliminahttps://neovitruvian.wordpress.com/2015/05/18/lattivismo-gay-parte-della-cospirazione-illuminata/
RispondiEliminaGrazie Elyah.
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