Testo di Anna Rita Lascala
Appuntamenti annuali che si registrano un po’ in tutte le
stagioni e che come sempre, indignano gli animalisti e sollevano non
poche polemiche. Tra queste ricorrenze, in Cina, l’etnia Dong,
originaria nel sud del paese, da ormai 470 anni, celebra il festival
della Fortuna nell’ambito del quale viene sacrificato un toro,
appeso ad un albero dove viene lasciato morire. Prima della sua
condanna, l’animale è accuratamente ornato di fiori e abbellito.
Un rituale per la buona sorte, il bel tempo, un raccolto pieno, per
la pace e la prosperità. Questa festa, come riporta il Daily mail
che ha riservato un approfondimento sul tema, si svolge il 2 giugno
nel villaggio Baojiang, nella regione del Guangxi Zhuang e attira
ogni anno migliaia di turisti. Il povero animale ornato di fiori e
legato con delle corde viene poi issato sull’albero per essere
impiccato davanti agli occhi della popolazione tra cui molti bambini.
Secondo le indiscrezioni, trapelate dalla testata britannica,
l’animale muore dopo una lenta agonia per soffocamento dando modo
ai visitatori di avvicinarsi per assistere alla sua morte e chiedere
a turno la buona sorte. Una tradizione alla quale i cittadini di
Baojiang non vogliono rinunciare anche perché la cerimonia, con
tanto di parata di accompagnamento del toro, attira molti turisti e
si rivela un’attrattiva fondamentale per il luogo e per le attività
commerciali.
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