domenica 25 giugno 2017

La crudeltà tra affarismo e tradizione



Appuntamenti annuali che si registrano un po’ in tutte le stagioni e che come sempre, indignano gli animalisti e sollevano non poche polemiche. Tra queste ricorrenze, in Cina, l’etnia Dong, originaria nel sud del paese, da ormai 470 anni, celebra il festival della Fortuna nell’ambito del quale viene sacrificato un toro, appeso ad un albero dove viene lasciato morire. Prima della sua condanna, l’animale è accuratamente ornato di fiori e abbellito. Un rituale per la buona sorte, il bel tempo, un raccolto pieno, per la pace e la prosperità. Questa festa, come riporta il Daily mail che ha riservato un approfondimento sul tema, si svolge il 2 giugno nel villaggio Baojiang, nella regione del Guangxi Zhuang e attira ogni anno migliaia di turisti. Il povero animale ornato di fiori e legato con delle corde viene poi issato sull’albero per essere impiccato davanti agli occhi della popolazione tra cui molti bambini. Secondo le indiscrezioni, trapelate dalla testata britannica, l’animale muore dopo una lenta agonia per soffocamento dando modo ai visitatori di avvicinarsi per assistere alla sua morte e chiedere a turno la buona sorte. Una tradizione alla quale i cittadini di Baojiang non vogliono rinunciare anche perché la cerimonia, con tanto di parata di accompagnamento del toro, attira molti turisti e si rivela un’attrattiva fondamentale per il luogo e per le attività commerciali.  

Nessun commento:

Posta un commento