Fonte: Libero
"Ho
visto due volte il Diavolo.
Chiedo scusa a tutti, non posso più andare avanti". Su un
biglietto scritto a mano, trovato sulla scrivania della sua stanza da
letto, il messaggio del sacerdote
di una comunità di Genova,
appena quarantenne, che venerdì mattina ha deciso di togliersi
la vita. Il corpo è
stato trovato nei locali della biblioteca dell'istituto dove operava:
era impiccato ad
una trave. Il sacerdote si era chiuso nella biblioteca dopo aver
celebrato la SantaMessa della
mattina. "Non riuscivamo a metterci in contatto con lui,
così abbiamo deciso di cercarlo", è ancora sotto choc il
confratello che per primo ha trovato il corpo del sacerdote di
Genova. Sull'accaduto è stata aperta
un'inchiesta affidata
al procuratore Maresca. È dopo aver interrogato i conoscenti
del sacerdote, per capire le ragioni
del gesto, che i
militari della compagnia Genova Centro - si
apprende da Il Secolo XIX -
hanno trovato il biglietto in cui il prelato
diceva addio e
chiedeva scusa a tutti, poco prima di suicidarsi. Ma a cosa si
riferiva quando parlava del Diavolo?
Sarà questa la domanda a cui cercar di dare risposta, anche per
escludere il coinvolgimento di terzi,
che avrebbero potuto spingere il sacerdote a compiere il gesto
estremo.
"Era tranquillo
e sereno, come
tutti i giorni. Non ha lasciato trapelare nulla", spiega uno
dei religiosi molto amico
del prete,
ovviamente sconvolto dalla morte del confratello. Tutte le persone
ascoltate hanno detto che il sacerdote non ha manifestato alcun segno
che facesse pensare ad una conseguenza del genere. Anzi, non
aveva nessun
problema di salute,
non era depresso ed era molto
rispettato e
stimato nella
comunità religiosa dove da anni operava.
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