martedì 13 giugno 2017

Un suicidio in cui si sente puzza di zolfo


Fonte: Libero

"Ho visto due volte il Diavolo. Chiedo scusa a tutti, non posso più andare avanti". Su un biglietto scritto a mano, trovato sulla scrivania della sua stanza da letto, il messaggio del sacerdote di una comunità di Genova, appena quarantenne, che venerdì mattina ha deciso di togliersi la vita. Il corpo è stato trovato nei locali della biblioteca dell'istituto dove operava: era impiccato ad una trave. Il sacerdote si era chiuso nella biblioteca dopo aver celebrato la SantaMessa della mattina. "Non riuscivamo a metterci in contatto con lui, così abbiamo deciso di cercarlo", è ancora sotto choc il confratello che per primo ha trovato il corpo del sacerdote di Genova. Sull'accaduto è stata aperta un'inchiesta affidata al procuratore Maresca. È dopo aver interrogato i conoscenti del sacerdote, per capire le ragioni del gesto, che i militari della compagnia Genova Centro - si apprende da Il Secolo XIX - hanno trovato il biglietto in cui il prelato diceva addio e chiedeva scusa a tutti, poco prima di suicidarsi. Ma a cosa si riferiva quando parlava del Diavolo? Sarà questa la domanda a cui cercar di dare risposta, anche per escludere il coinvolgimento di terzi, che avrebbero potuto spingere il sacerdote a compiere il gesto estremo. 



"Era tranquillo e sereno, come tutti i giorni. Non ha lasciato trapelare nulla", spiega uno dei religiosi molto amico del prete, ovviamente sconvolto dalla morte del confratello. Tutte le persone ascoltate hanno detto che il sacerdote non ha manifestato alcun segno che facesse pensare ad una conseguenza del genere. Anzi, non aveva nessun problema di salute, non era depresso ed era molto rispettato e stimato nella comunità religiosa dove da anni operava.

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