Fonte: Il Fatto Quotidiano
Qualche tempo dopo essere andato
in pensione vengo casualmente a saperlo: grazie a una legge italiana
del 14 maggio 1980 (accordo bilaterale con il Portogallo), se divento
residente non abituale in Portogallo,
il che comporta passare 6 mesi e un giorno nel nuovo Paese,
posso ricevere la mia pensione,
accreditata all’estero, al lordo, ossia senza il 37% di trattenute
dello Stato
italiano;
dopodiché, per libera decisione del Portogallo,
non verserò alcuna tassa per un periodo di 10 anni. Interessante, mi dico. Ne
discuto in casa e a dicembre 2016 vado a passare qualche giorno
a Cascais,
la città sull’oceano a 25 km da Lisbona dove
re Umberto di
Savoia andò
in esilio nel giugno 1946,
per farmi un’idea. Il periodo è il meno indicato, ma in realtà
non è così: perché i giorni che
trascorro li passo in un clima mite, la gente che passeggia vestita
leggera, molti ragazzi addirittura in camicia o t-shirt. In quanto
alla città, è splendida: inondata da una luce indescrivibile e
rinfrescata dalle acque dell’oceano che respiri in ogni momento a
pieni polmoni.
C’è una passeggiata che parte
da Cascais e
costeggia l’Oceano toccando
le spiagge di Monte
Estoril,
Estoril, Sao
Joao e Sao
Pedro: 40 minuti andare e 40 tornare che ti rimettono al mondo. Torno
e dico ai miei che sarebbe da pazzi non avvalersi di una simile
opportunità. Così riparto e in pochi giorni sbrigo la pratica per
diventare residente non abituale: codice fiscale, casa in affitto,
conto corrente, documento di cittadinanza, iscrizione all’Aire. Poi incomincio a vivere (anche)
a Cascais:
e subito mi accorgo che spendo la metà rispetto all’Italia.
A partire dal mangiare. Cascais è
piena di ristoranti turistici coi “butta dentro” che cercano di
accalappiarti in strada;
ma se hai l’accortezza di evitarli, scopri ristoranti, generalmente
piccoli, da sogno. Alle spalle del Municipio c’è Dom
Pedro: 30 coperti
dentro, 16 fuori all’ombra di un ciliegio,
che a pranzo propone sempre due piatti del giorno, uno di pesce e uno
di carne; e dove al costo di 8,10 euro ti servono una zuppa
di verdure,
un pesce fresco
sempre diverso oppure una carne, proposti con riso bianco, carote,
insalata verde e pomodori, un quarto di vino, un dessert che scegli
alla carta e un caffè.
Con mia moglie e mio figlio, che
a marzo vengono a trovarmi, pranziamo spendendo 25 euro in tre.
Essendo Cascais una
città di mare, i ristoranti di pesce abbondano.
Ognuno con la sua specialità: da Polvo
Vadio cucinano
solo polpo, freschissimo, tenerissimo; da Moules
& Gin la
specialità sono le cozze, cucinate in una dozzina di modi diversi e
servite con secchiello di patatine fritte e maionese; da Marisco
na Praça, nella
piazza del mercato, scegli sul bancone il pesce che vuoi, te lo
pesano e ti dicono il prezzo, dopodiché lo cucinano nel modo scelto
da te. Ti diverti, persino. Sempre nella piazza del mercato,
mercoledì e sabato c’è il mercato della frutta,
della verdura e
dei fiori.
I prezzi sono
la metà di quelli italiani. Le ciliegie,
che io acquisto a Soarza e Villanova
d’Arda (Piacenza),
zona rinomata, a 8 euro al chilo, qui costano da 2,90 a 3,90 e sono
spettacolose, nere, carnose, succose. Ma ogni tipo
di frutta o verdura costa
poco. Come il pane. E come i taxi (per una corsa che in Italia costa
12-13 euro, qui non arrivi a pagarne 5). E le spiagge, che peraltro
per 4/5 sono libere. Nel bagno più costoso, quella
della spiaggia di Conceiçao,
un mese di ombrellone a luglio e agosto costa 600 euro (150 a
settimana) quando nel bagno meno rinomato a Forte
dei Marmi te
ne chiedono 1.500.
A 5 minuti da Piazza
5 de Outubro, dov’è
il Municipio, ho visitato il museo Castro
Guimaraes.
All’interno ho scoperto un parco lussureggiante, il Marechal
Carmona, sempre
aperto al pubblico, con alberi secolari, sentieri, laghetti,
ombreggiatissimo, popolato da ogni tipo di uccelli, pavoni, galli,
germani, e disseminato di sgabelli e sdraio che puoi portare dove ti
pare, un luogo incantato, immerso nella frescura e nel silenzio.
Quando non mi va di prendere il sole, vengo qui e leggo e penso e mi
rilasso. Un’altra cosa che mi ha colpito è la pulizia: delle
strade (non c’è una carta per terra), delle case (non c’è una
scritta su un muro), di ogni luogo. Capisci che il bene pubblico è
considerato qui, da tutti, un valore primario, un dovere individuale. Sono qui, in Portogallo,
a trascorrere giorni che mai avrei immaginato di poter vivere,
e mentre aspetto che mia moglie si disimpegni dal lavoro e mi
raggiunga più spesso, e che mio figlio, studente,
ne approfitti e voli qui con amici e amiche, mi domando perché
l’Italia,
che certo non è meno attraente del Portogallo,
non ha saputo fare altrettanto. Qui esco la mattina e sento parlare
inglese, francese, tedesco, olandese, svedese, russo, italiano.
Succede perché abitare qui è davvero bello, non è costoso e la
gente si sente accolta. L’Italia avrebbe tutto per fare come
il Portogallo.
Invece, fa venire voglia di andare via.
Ah beh allora e meglio andare in thailandia o cambogia prezzi imbattibili e ospitalita assicurata LA thailandia e' chiamata the land of smile e poi ci sono le asiatiche che sono molto Ben disposte sopratutto coi pensionati
RispondiEliminaAnche il Madagascar non scherza, da questo punto di vista.
EliminaLe donne dei paesi del Terzo Mondo vogliono una cosa sola, degli occidentali: i soldi!
in asia e madagascar sei uno straniero in tutto....i portoghesi sono come noi e vivono similmente a noi,sono europei.
RispondiEliminamichy