Fonte: Il Giornale
C'è un famoso racconto di fantascienza di Katherine MacLean che
Fruttero e Lucentini inserirono nella loro storica antologia "Le
meraviglie del possibile" (1959) intitolato "Le immagini non mentono" e
che racconta di come i terrestri cadono in un equivoco durante il
primo contatto con gli alieni nel rispondere alla loro richiesta di
aiuto dopo il loro atterraggio. È passato da un bel pezzo il tempo in cui si riteneva che foto e
filmati fossero più veritieri delle testimonianze oculari: foto e
film sono oggettivi, quel che si vede a occhio nudo è soggettivo e
quindi equivocabile. Non è vero. Sin dagli inizi della storia della
fotografia e del cinematografo è possibile truccare, l'importante è
che il trucco non si veda e si creda tutto vero. Nei pionieristici
film di Georges Méliès il trucco era palese, ne "Il Signore degli
Anelli" o nei film dei supereroi e affini il trucco sembra vero, tanto
per fare un confronto. Oggi è facilissimo, con i mezzi della moderna
tecnologia elettronica, con appositi programmi come Photoshop, ad
esempio, creare clamorosi falsi ritenuti veritieri, quasi più veri
del vero, e difficili da scoprire: si pensi solo a quelli apparsi,
però subito smascherati, dopo l'attentato alle Torri Gemelle dell'11
settembre 2001.
E il «fenomeno Ufo» è un fenomeno eminentemente visivo. Certo,
innumerevoli testimonianze, un certo numero di tracce e di reperti
attribuibili, ma soprattutto un numero sterminato di fotografie e
filmati, e non disponendo di un Ufo integro o a pezzi a disposizione,
o di loro piloti vivi o morti, le immagini sono la «prova regina».
Sicché, partendo da questo presupposto venne in mente a me e a
Sebastiano Fusco di mettere su un libro che presentasse in sequenza
logico-cronologica e con relativo commento critico le più note,
famose e controverse fotografie su questo enigma dei tempi moderni.
Si intitolava "Obiettivo sugli Ufo: Fotostoria dei dischi volanti", lo
pubblicò le Edizioni Mediterranee nel 1975, con una seconda edizione
riveduta e ampliata nel 1978: fu il primo libro in Italia e il
secondo al mondo di questo genere (cinque anni prima era apparso un
libro spagnolo ma di assai più limitata prospettiva, "Platillos
volantes ante la camara" di Antonio Ribera), nonché il primo che
pubblicammo a doppia firma, ormai reperto storico e introvabile,
tanto che nemmeno il sottoscritto è riuscito a rintracciare la
propria copia! L'introduzione era dell'amico Roberto Pinotti, uno dei
fondatori del Cun, il Centro ufologico nazionale, e già allora uno
dei maggiori esperti italiani.
Dopo 42 anni le parti s'invertono. Roberto è oggi il massimo
esperto italiano e internazionale di Ufo con alle spalle un numero
non calcolabile di libri, noi abbiamo preso strade diverse e ci siamo
occupati di molti altri argomenti, tutti comunque eterodossi
(qualcuno direbbe stravaganti), letterari o saggistici, ma lui mi ha
richiamato in servizio per questa sua ultima fatica, "Ufo tra occhio e
obiettivo". E non potevo certo esimermi dal farlo, memore dei nostri
antichi interessi e della vecchia amicizia. In fondo, quando 50 anni
fa il Cun nacque e decise di indire il primo congresso ufologico in
Italia, il 24 e 25 giugno 1967 a Riccione, fra i giornalisti presenti
all'evento c'ero anch'io, insieme al compianto amico Cesare Falessi.
"Obiettivo sugli Ufo" conteneva 282 immagini. In seguito, fra il
1976 e il 1998, sono apparsi soltanto tre altri volumi fotografici, e
tutti tedeschi (uno è stato pubblicato anche in italiano, "Il segreto
degli Ufo" di Adolf Schneider e Hubert Malthaner, mentre i due di
Michael Hesemann, Geheimsache Ufo e Die Kontakte sono inediti nel
nostro Paese), con circa 150 immagini ognuno. Rispetto al nostro,
questo libro di Roberto Pinotti ne contiene quasi il doppio, più di
500. Nel nostro libro prendevamo in considerazione un periodo di 93
anni, dal 1883 al 1976, questo si riferisce a 134 anni, dal 1883 al
2017.
In "Ufo tra occhio e obiettivo" Roberto Pinotti si districa in
questo ginepraio basandosi sulla propria esperienza ed acume critico
e con il suo catalogo dimostra come questo fenomeno persista dal 1947
(l'avvistamento Arnold) e continua ad essere regolarmente documentato
da 70 anni. E da storico del fenomeno offre a chi ci crede e a chi
non ci crede materiale visivo a iosa su cui ragionare, discutere,
speculare e, perché no, anche fantasticare, aspetto ancora non
proibito dalle Autorità Costituite. Con l'aria che tira potrebbe
anche succedere che la Commissione europea decida di classificare gli
Ufo come balla, bufale, disinformazione bella e buona, una di quelle
fake news dei giornalisti e dei politici conformisti e ignoranti
insomma; e quindi di proibirne la diffusione di notizie e immagini in
Rete.
E infatti c'è chi crede che gli Ufo giungano dallo spazio e chi
magari dal centro della Terra, o che siano più banalmente armi
segrete americane o russe o di un IV Reich in attesa di rivincita.
V'è chi crede che provengano da altre dimensioni accanto alla nostra
o da un tempo diverso, passato o futuro.
Ma basterebbe che una sola di queste 500 foto presentate da
Roberto Pinotti (così come una sola delle 282 di 42 anni fa) fosse
incontrovertibilmente vera e non raffigurasse un evento astronomico o
un pallone sonda o simili che gli «oggetti volanti non identificati»
diverrebbero realtà, ancorché per adesso ancora inspiegabile e
soprattutto sempre visiva. Insomma, siamo tuttora a confrontarci con quelle «cose che si
vedono in cielo» come diceva Carl Gustav Jung nel 1958, quel «mito
moderno» che abbiamo collocato sopra le nostre teste. E che
fotografiamo...
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