Testo di Filippo Facci
Il Consiglio di disciplina
dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia mi ha sospeso per due
mesi dalla professione e dallo stipendio. La sentenza è appellabile,
ma due mesi sono tanti. Il motivo è un articolo che pubblicai su
Libero il 28 luglio 2016 e titolato «Perché l’Islam mi sta sul
gozzo». Ve lo ripropongo, perché ne vado fiero.
Libero, 28 luglio 2016.
Odio l’Islam. Ne ho abbastanza di
leggere articoli scritti da entomologi che osservano gli insetti
umani agitarsi laggiù, dietro le lenti del microscopio: laddove
brulica una vita che però gli entomologi non vivono, così come non
la vivono tanti giornalisti e politici che la osservano e la
giudicano dai loro laboratori separati, asettici, fuori dai quali
annasperebbero e perirebbero come in un’acqua che non è la loro.
E’ dal 2001 che leggo analisi basate
su altre analisi, sommate ad altre analisi fratto altre analisi,
commenti su altri commenti, tanti ne ho scritti senza alzare il culo
dalla sedia: con lo stesso rapporto che ha il critico cinematografico
coi film dell’esistente, vite degli altri che si limita a guardare
e a sezionare da non-attore, da non-protagonista, da non vivente. Ma
non ci sono più le parole, scrisse Giuliano Ferrara una quindicina
d’anni fa: eppure, da allora, abbiamo fatto solo quelle, anzi,
abbiamo anche preso a vendere emozioni anziché notizie. Eccone il
risultato, ecco alfine le emozioni, le parole: che io odio l’Islam,
tutti gli islam, gli islamici e la loro religione più schifosa
addirittura di tutte le altre, odio il loro odio che è proibito
odiare, le loro moschee squallide, la cultura aniconica e la puzza di
piedi, i tappeti pulciosi e l’oro tarocco, il muezzin, i loro veli,
i culi sul mio marciapiede, il loro cibo da schifo, i digiuni, il
maiale, l’ipocrisia sull’alcol, le vergini, la loro permalosità
sconosciuta alla nostra cultura, le teocrazie, il taglione, le loro
povere donne, quel manualetto militare che è il Corano, anzi, quella
merda di libro con le sue sireh e le sue sure, e le fatwe, queste
parole orrende che ci hanno costretto a imparare.
Odio l’Islam perché l’odio è
democratico esattamente come l’amare, odio dover precisare che
l’anti-islamismo è legittimo mentre l’islamofobia no, perché è
solo paura: e io non ne ho, di paura. Io non odio il diverso: odio
l’Islam, perché la mia (la nostra) storia è giudaica, cattolica,
laica, greco-latina, rousseiana, quello che volete: ma la storia di
un’opposizione lenta e progressiva e instancabile a tutto ciò che
gli islamici dicono e fanno, gente che non voglio a casa mia, perché
non ci voglio parlare, non ne voglio sapere: e un calcio ben
assestato contro quel culo che occupa impunemente il mio marciapiede
è il mio miglior editoriale. Odio l’Islam, ma gli islamici non
sono un mio problema: qui, in Italia, in Occidente, sono io a essere
il loro.
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