Fonte: Universo mamma
Nei campi dove
vengono tenuti i migranti in Libia si stanno consumando abusi
e torture indescrivibili, degne dei campi di concentramento nazisti.
Non sono risparmiate nemmeno le donne incinte. La denuncia è durissima e viene
da Medici Senza
Frontiere: i campi
dove vengono tenuti i migranti in Libia non sono centri di
accoglienza ma vere e proprie prigioni,
dove le persone, donne e uomini, vengono sottoposti a violenze, abusi
e torture. Non sono risparmiate nemmeno le donne incinte. È la durissima
accusa che viene dalla ong da
anni impegnata nelle zone povere e di conflitto del mondo per
assicurare assistenza medica ai più bisognosi. Medici
Senza Frontiere ha
garantito per decenni un aiuto fondamentale là dove non arrivavano i
governi. Un medico volontario dell’associazione, Carlo Urbani
scoprì il virus della Sars in
Vietnam nel 2003, perdendo la vita. Così come sono medici
dell’associazione quelli che hanno combattuto e sconfitto il virus
ebola in
Africa occidentale nel 2014. Oggi, invece, Medici Senza Frontiere si
è ritrovata sotto accusa per la sua opera di soccorso ai migranti
nel Mediterraneo.
L’immigrazione è
senz’altro un
problema molto complesso dei nostri giorni che richiede interventi
ponderati, studiati, programmati ed efficaci, oltre che nel rispetto
dei diritti umani.
La preoccupazione dei governi europei sembra però più quella di
tenere lontano il problema, nasconderlo come si fa con la polvere
sotto il tappeto, pur di non affrontarlo a viso aperto. I governi dell’Unione
europea infatti si trovano a fare i conti con una popolazione di 500
milioni di abitanti sfibrata da quasi dieci anni di devastante crisi
economica, la
peggiore dal secondo dopo guerra. Una crisi che ha devastato interi
settori industriali, creato decine di milioni di disoccupati,
moltissimi disperati, aumentando la povertà e le ingiustizie
sociali. I cittadini europei più deboli si sono ritrovati soli,
confusi e disorientati, mentre le uniche risposte economiche sono
state lavoro precario e abbassamento dei salari. In questa situazione
di forte
disagio sociale, lo sconforto e la rabbia si sono indirizzate verso
le persone ancora più deboli e sfortunate: profughi e migranti.
Nel perdurare delle difficoltà
della situazione, l’opinione
pubblica europea ha accresciuto il malcontento verso le migrazioni,
che siano di profughi o migranti economici.
Nel Regno Unito hanno votato per l’uscita dalla Ue per fermare il
flusso di migranti dai Paesi più poveri d’Europa. Nel caos di una situazione
gestita con superficialità ed egoismo da parte di ciascun governo,
senza una visione d’insieme e senza la volontà di dare risposte ai
cittadini impoveriti e spaventati, la risposta del governo ai flussi
migratori è stato il loro blocco. Gli
sbarchi di migranti sulle coste dell’Italia meridionale sono
cessati. I migranti rimangono in Libia, ma le loro condizioni, come
peraltro era prevedibile, sono terribili. I
migranti rimasti bloccati in Libia, dopo
mesi di lungo cammino attraverso il deserto del Sahara per
raggiungere le coste dell’Africa settentrionale e imbarcarsi per
l’Italia, vengono detenuti in campi che possono essere definiti
campi di concentramento.
In Libia sono clandestini, quindi vengono imprigionati, ma gli abusi
che subiscono queste persone non finiscono qui. Oltre alle pessime
condizioni di detenzione, in celle piccole e malsane, o ammassati
come animali in stanzoni, i migranti intrappolati in Libia vengono
sottoposti a violenze e torture di ogni tipo. Dalle torture non
vengono risparmiate nemmeno le donne incinte, vittime
di stupri. Un
elenco di orrori indescrivibili che è stato denunciato solo dalle
organizzazioni umanitarie e da alcuni giornalisti coraggiosi, fuori
dal coro. La Libia di oggi
assomiglia alla Auschwitz della Seconda guerra mondiale e
le vittime sono migranti che scappano da guerre e persecuzioni o che
cercano una vita migliore, come hanno fatto i quasi 30 milioni di
italiani che tra il XIX e il XX secolo sono emigrati all’estero.
Se il fenomeno
migratorio va sicuramente gestito per evitare squilibri e problemi di
ordine pubblico, continuare a fingere che queste persone non esistano
non porta a nulla. Aumenta le violenze e creerà ulteriori problemi
per il futuro. Nel frattempo la terribile
situazione dei migranti in Libia viene descritta dagli operatori di
Medici Senza Frontiere che hanno puntato il dito contro
l’indifferenza e lanciato un
appello a governi Europei. Ecco la testimonianza di Joanne
Liu, Presidente
di MSF International.
Nei centri di detenzione, ha detto, “le
donne incinte vengono stuprate. Vengono particolarmente prese di
mira, prese e violentate“.
La denuncia di Medici
Senza Frontiere: in
questo video vi raccontiamo la realtà da incubo che migranti e
rifugiati sono costretti a vivere ogni giorno in Libia. Uomini, donne
e bambini subiscono estorsioni, abusi fisici e privazione dei servizi
di base. Ti sta bene tutto questo? Anche
la ex commissaria Ue all’Immigrazione, oggi al commercio, Cecilia
Malmstroem ha
riconosciuto gli abusi sui migranti: la situazione in Libia per i
migranti è “atroce”, ha detto, “ho
visitato la Libia, ho visto i centri che non sono centri di
accoglienza ma delle prigioni“.
“La situazione anni fa era abominevole e non ho informazioni che la
sia migliorata”, ha ammesso.
Voi unimamme come pensate si possa
risolvere questa situazione?
Su un tema così drammatico
vogliamo però ricordarvi un articolo positivo: Bambini
stranieri non accompagnati: finalmente una legge per proteggerli.
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