Fonte: Scienza Live
Il fisico Carl Sagan è
una delle menti che più hanno saputo comunicare la scienza al Mondo
e, conseguentemente, più hanno influenzato il nostro progetto di
comunicazione scientifica. Oltre ad essere stato uno dei più
famosi astronomi, astrofisici e astrochimici dello scorso secolo,
Sagan si impegnò tutta la vita per comunicare la propria conoscenza
a tutti. Nel corso degli anni Settanta e Ottanta fu tra gli
scienziati che più si interrogarono sul legame tra scienza e
società. E forse per questo, prima degli altri, aveva previsto i
pericoli che possono sorgere in una società che volta le spalle alla
razionalità scientifica.
Oggi, in questo medioevo
postmoderno in cui sempre più persone combattono contro le
vaccinazioni o rinunciano a terapie mediche di comprovata efficacia
in favore di pratiche superstiziose, in cui i governi negano il
cambiamento climatico antropogenico davanti all’evidenza dei dati,
in cui perfino i terrapiattisti tornano alla ribalta dopo 5 secoli,
in un’epoca in cui il progresso e l’innovazione vengono dipinti
come nemici della
gente e tutti
vorrebbero tornare a vivere come
una volta, in cui
sui social verità
e falsità acquisiscono uguale valore fino a diventare
indistinguibili… beh, in questo strano cortocircuito storico in cui
ci troviamo a vivere, questa previsione fatta da Sagan 22 anni fa
potrà apparire a molti come profetica. Nel suo libro “Demon-Haunted
World: Science as a Candle in the Dark”
del 1995, il fisico scriveva:
“La scienza è più che un semplice
corpo di conoscenze. È un modo di pensare. Ho un triste
presentimento per quanto riguarda l’America che toccherà ai miei
figli o ai miei nipoti quando gli Stati Uniti avranno un’economia
basata sui servizi e sull’informazione, quando quasi tutte le
industrie manifatturiere saranno spostate in altri paesi, quando i
poteri meravigliosi della tecnologia saranno in mano a pochi, e
quando nessuno che rappresenti il pubblico interesse si occuperà dei
problemi; quando, avvinghiati ai nostri oroscopi, le nostre facoltà
critiche in netto declino, incapaci di distinguere tra ciò che è
vero e ciò che ci fa sentir bene, scivoleremo, quasi senza
accorgercene, nella superstizione e nell’oscurantismo”.
Per poi continuare:
“L’instupidimento dell’America è
ancora più evidente nel lento decadimento del contenuto sostanziale
dei media più influenti, nei contenuti da 30 secondi (che si stanno
già riducendo a 10 o meno), il minimo comune denominatore della
programmazione, presentazioni credulone sulla pseudoscienza e la
superstizione, ma più di tutto una sorta di celebrazione
dell’ignoranza.”
Nessun commento:
Posta un commento