Testo di Patrizia Giorgetti
Ve la ricordate la
profezia Maya? Quella che prevedeva la fine del mondo il 21 Dicembre
2012, forse avrebbe dovuto essere interpretata meglio e compresa.
Forse non era riferita ad una data precisa ma ad un periodo di
decadimento profondo e di autodistruzione umana. Non credo che le
notizie siano solo dovute ad un banale terrorismo mediatico. Il
malessere spirituale che stiamo vivendo e respirando nostro malgrado,
ci dovrebbe coinvolgere tutti e indurci a grandi riflessioni.
Viviamo
sempre in una sorta di vacua incoscienza, convincendoci che gli
accadimenti intorno a noi, non dipendano mai dal nostro volere
arbitrario. In parte è vero ma essere al disopra di questo dolore
umanitario, è come ammettere la nostra estraneità dagli accadimenti
e dalla débàcle spirituale che ci perseguita e ci porta verso il
male, privandoci di quel sano ottimismo che avremmo il dovere e il
diritto di alimentare in noi, per vivere una vita adeguata e
dignitosa. Io vivo con timore tutto quello che vedo intorno a noi.
Chi non riesce a sentirlo non mi suscita invidia, anzi, mi lascia
indifferente e qualche volta mi infastidisce, perché la leggerezza
estrema è indice di imbecillità. E non è vero che sia sufficiente
sentirsi "positivi dentro" per non avvertire il cambiamento
e l'arrivo di un'epoca buia. Se io credessi in Dio, pregherei molto
ma non ho avuto il dono della Fede e posso soltanto fare affidamento
sulla mia forza e sulla mia resistenza. A volte è dura....però...
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