Testo di Mauro Bottarelli
Era soltanto questione di tempo. Ed è
arrivato. Il frutto marcio di mesi e mesi di montanti politiche
repressive legate all’allarme terrorismo e alla strategia della
paura oggi ha mostrato il suo volto collaterale a Barcellona: e, come
era ovvio, senza che la cosiddetta comunità internazionale avesse
alcunché da ridire. Frasi blande, auspici che nulla trascenda,
intercalari diplomatici al limite del farsesco. E di fronte a cosa?
All’irruzione della Guardia Civil, armata fino a denti, negli
uffici ministeriali della Generalitat di Catalogna per sequestrare 10
milioni di schede del referendum sull’indipendenza previsto per il
1 ottobre e arrestare 14 membri dell’esecutivo di vario livelli,
tra cui il segretario generale dell’Economia.
Arrestati per un reato d’opinione.
Come durante il franchismo. Paradossalmente, lo stesso franchismo che
il governo di Madrid sta ridicolmente occultando agli occhi dei
cittadini con la sua campagna iconoclasta relativamente a statue e
monumenti del periodo della dittatura. Ogni Paese ha la sua Boldrini.
L’UE? Muta. La Mogherini? Muta. Certo, dalla sua il governo ha la
sentenza della Corte costituzionale che vieta quel referendum ma
stiamo parlando della Guardia Civil che fa irruzione in palazzi
ministeriali per arrestare rappresentanti del popolo, la cui unica
colpa è quella di voler tenere un referendum consultivo: non si
poteva arrivare a una mediazione? No, serviva questo. Il governo
retto dal partito più corrotto della storia spagnola moderna dai
tempi del PSOE di Felipe Gonzàlez si permette di compiere l’atto
più franchista che si possa, senza che nessuno dica nulla.
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