Geova è grande

Un amico mi ha chiesto: "Ora che sei in esilio da Facebook, come esprimi la tua vena di polemista?”. Io gli ho risposto: “Nella sola giornata di sabato 16 ho avuto 12.695 visite sul blog”, volendo significare che quando si chiude una porta, si spalanca un portone. Di solito, si ha un alto numero di clic quando ci sono “fiammate”, cioè quando due o più utenti litigano fra loro, ma in questo caso penso ci sia dell’altro. Penso di essere stato attenzionato da quella parte esoterica dei servizi segreti che fa parte della Cabala ebraica. Infatti, il picco si è verificato dopo la pubblicazione di un articolo (non mio) su Madre Teresa di Calcutta, ma anche dopo quella di un articolo (mio) sugli Elohim. Anche quello (non mio) dei Piccoli Grigi che ci entrano in camera ha avuto un discreto successo di visite. A me dunque piace pensare che il tema religioso legato agli alieni sia di grande interesse, non solo da parte di utenti normali, ma anche da quella di organizzazioni legate al controllo del gregge umano ad opera dei Guardiani, che fungono da tramite tra gli Ingegneri e noi.

E allora, se le cose stanno così, voglio accontentarli ancora una volta mettendo nero su bianco le mie riflessioni a proposito del nostro rapporto con le divinità e dell’inganno che esse stanno perpetrando a nostro danno fin dalle origini. Per prima cosa va detto che non abbiamo chiesto noi di essere creati e che tale atto fu la risultanza di una loro opportunistica scelta, volta a far sì che essi, e solo essi, avessero dei vantaggi, mentre noi avessimo in gran parte solo svantaggi. Che Dio, cioè loro, ci abbia creato per amore è una fandonia messa in circolazione per addolcire la pillola. Oggi, che forse stiamo vivendo gli ultimi giorni dell’umanità, si scoprono gli altarini, la verità viene finalmente a galla e noi veniamo a sapere cose che sono state un enigma per secoli. E’ dunque vero, come disse Bernardo di Chartres che noi siamo nani sulle spalle di giganti. Non i giganti della Bibbia, ma i pensatori e i filosofi che ci hanno preceduto. Grazie al fatto di vedere più lontano, riusciamo a mettere insieme i pezzi del puzzle ed è proprio ciò che faticosamente, ma anche appassionatamente, sto facendo io in questo periodo. A darmi risposte alle domande “Chi siamo?” e “Da dove veniamo?” è principalmente Mauro Biglino, mentre a rispondere alla domanda “Dove stiamo andando?” è Corrado Malanga. Ovviamente, con apporti anche di altri autori.

Il fatto di capire chi siamo e da dove veniamo, mi permette d’interpretare gli eventi che accadono nel mondo in un’ottica diversa da quella “mainstream”, cosa che ogni bravo complottologo dovrebbe essere in grado di fare. Per esempio, quando i terroristi islamici gridano “Allah akbar”, in realtà è come se gridassero “Jhavé akbar”, Geova è grande. Loro, quei poveretti che si fanno saltare in aria, non lo sanno, ovviamente, perché sono ingannati come tutti quanti. I Testimoni di Geova, cioè quei gentili signori e quelle eleganti signore che la domenica mattina vanno a suonare i campanelli alla gente che vorrebbe dormire, rappresentano la facciata presentabile, il volto umano, di quegli attentati terroristici che costano la vita a centinaia di ignari pedoni, per lo più di razza caucasica. Ma anche i Testimoni di Geova non lo sanno, perché sono ingannati come tutti quanti. 

Poiché l’Islam è nato nel sesto secolo dopo Cristo, ad opera della Chiesa cristiana, la quale era nata cinque secoli prima ad opera del Giudaismo, ne deriva che i musulmani, e non solo quella minoranza di fanatici che compiono attentati, nel momento in cui cinque volte al giorno si prostrano in adorazione di Allah, in realtà stanno adorando Jahwé, cioè Geova degli eserciti. Ma anche i musulmani non lo sanno, perché sono ingannati come tutti quanti. Con un colpo solo, il Popolo Eletto è riuscito a far sì che più di un miliardo di cristiani e più di un miliardo di musulmani adorino il loro Grande Capo, YHWH, a loro insaputa. Forse, gli unici che hanno consapevolezza di questo capolavoro di menzogne appartengono a una ristretta cerchia di ebrei che tirano le fila di tutto e, grazie all’inganno globale, portano a termine il compito che è stato loro assegnato da Geova in persona, nel momento in cui costui se n’è partito, nel 70 dopo Cristo, insieme al resto dell’equipaggio, probabilmente per fare temporaneo ritorno sul loro pianeta. Anche la maggioranza degli israeliani non sa queste cose, perché anch’essi sono ingannati come tutti quanti.

Faccio un altro esempio su come le mille domande che sortiscono a ogni piè sospinto abbiano a volte una ragionevole risposta, grazie alle spiegazioni di Biglino. Nel libro di Erich Von Daeniken “Gli extraterrestri torneranno”, uscito nel 1969, cioè prima del successo editoriale di Zacaria Sitchin, ho trovato che i dieci re vissuti prima del diluvio coprirono un periodo di tempo complessivo di 456.000 anni, mentre i ventitré re vissuti dopo coprirono un periodo di 24.510 anni. Queste cifre si trovano sulle tavolette sumere. Com’è possibile – mi sono chiesto – che tra il diluvio e il tempo in cui furono scritte le tavolette fossero passati 24.510 anni, quando tutti i geologi sono concordi nel porre una devastazione planetaria circa diecimila anni prima di Cristo? I conti non tornano.

Se 12.000 anni fa ci fu una poderosa inondazione su gran parte delle terre conosciute, come potevano i sumeri porre il diluvio a 24.000 (+ 10/12.000 calcolando anche il nostro attuale punto di vista)? Biglino, a questo proposito, suggerisce che in realtà i diluvi siano stati due: quello citato dai sumeri e quello citato dalla Bibbia. Il primo ebbe carattere planetario e si può spiegare con lo slittamento in mare della calotta di ghiaccio che copriva l’Antartide, oppure con lo spostamento dei poli terrestri, ed è ricordato in tutti i miti, le leggende e le tradizioni dell’umanità, mentre il secondo si spiega con un intervento di geoingegneria da parte di ENLIL, da non confondersi con Jahvé, volto a sterminare il risultato fallimentare, dal suo punto di vista di scienziato, delle manipolazioni genetiche che avevano prodotto gli adamiti. 

Anche gli adamiti, quel gruppo di Sapiens deportato all’interno del Gan Eden e sottoposto a interventi chirurgici, non avevano chiesto di essere portati lì, giacché furono le esigenze degli Elohim a decidere di rinchiuderli, e tuttavia, dopo la cacciata dal laboratorio di quel gruppo di cavie riottose, con Eva che si era fatta mettere incinta da ENKI, ENLIL e gli altri scienziati alieni non furono per niente contenti di come si comportavano all’esterno, non perché gli uomini si fossero dedicati al male, com’è scritto nella Genesi, ma perché, per gli Elohim, quel gruppo di uomini superdotati, nella migliore delle ipotesi era diventata inutile e, nella peggiore, pericolosa. Il secondo diluvio, vale la pena di rimarcarlo, ebbe un carattere locale, anche se ENKI, quello che aveva messo incinta Eva e aveva un occhio di riguardo per le cavie umane, disse a Noè di salvarsi costruendo un’arca. Non poteva semplicemente dirgli di andarsene il più lontano possibile, come più tardi fece con Lot?

Al momento, queste sono le conclusioni a cui sono giunto, ma appena penso di aver chiuso alcune piccole porte, ecco che si spalancano i portoni di altri interrogativi. La ricerca quindi continua, ma sto cominciando a sospettare che gli intermediari tra Jahvé e noi siano in pieno servizio operativo e anch’io come Biglino non mi stupirei se si venisse a sapere che Geova è tornato alla chetichella, da solo o con altri Elohim. Se i Malakim, cioè i Messaggeri, sono indistinguibili da noi, anche gli Dei potrebbero essere già qui, aspettando il momento propizio per manifestarsi.