mercoledì 20 settembre 2017

La logica diabolica delle industrie del latte e della carne


Un bambino, fino ai sei anni, ha bisogno solo di due cose: tette e braccia, ovvero coccole e cibo. A sei anni smette di essere un lattante. Quando i bambini del nido si ammalano, si dà la colpa ai virus presenti a scuola, ma i virus sono anche a casa, eppure a casa non si ammalano, mentre all’asilo sì. Fate in modo che le madri stiano all’asilo anche loro, e i bambini non si ammaleranno, virus o non virus. Le malattie, quindi, nascono nella mente: se il bambino si sente al sicuro, grazie alla presenza materna, nessun raffreddore potrà insorgere. La cattiva abitudine di mettere il biscottino Plasmon nel biberon o il cucchiaino di formaggio grana nella minestrina, è appunto una cattiva abitudine, consolidata nel tempo grazie al bombardamento pubblicitario che la tivù ci offre. 


L’informazione, la vera informazione in campo nutrizionale, si può trovare su internet, perché se ci si aspetta di trovarla in televisione, si sta freschi. Al dottor Berrino erano stati commissionati cinque interventi alla trasmissione “Elisir”, ma dopo il secondo gli fu tagliato il contratto perché dicendo di non bere latte vaccino e non mangiare formaggio, aveva leggermente contrariato gli sponsor, cioè quelle aziende che davano alla RAI i finanziamenti per quella e altre trasmissioni. Si capisce che l’informazione è viziata, pilotata, non viene dalla scienza, anch’essa succube delle multinazionali, ma direttamente dalle industrie del latte e della carne, che vogliono bambini ammalati per non perdere clienti e veder diminuiti i profitti. Logica diabolica.


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