Fonte: Panorama
Secondo una consuetudine
tramandatasi attraverso le generazioni, alla vigilia dello Yom
Kippur - il giorno più santo nell’ebraismo, in cui
si celebra la festa del Gran Perdono, gli ebrei religiosi danno vita alla
cerimonia del Kaparot, l'espiazione. Si ritiene che facendo
roteare un pollo vivo, recitando al contempo una
benedizione, attorno alla testa di una persona, i peccati di
quest'ultima vengano trasferiti all'animale. Quando il pollo viene
macellato, lo sgorgare del suo sangue rappresenta simbolicamente
l'espiazione dei peccati del fedele, che può così presentarsi
puro davanti a Dio nelle 25 ore di digiuno e preghiera a cui si
dedicherà durante il giorno di Yom Kippur. Le carni delle
migliaia di polli che vengono sgozzati ritualmente ogni anno - o i
soldi ricavati dalla loro vendita - sono poi offerte ai poveri. Il rituale del Kaparot ha
oltre 800 anni, ma mentre la maggior parte degli ebrei religiosi
ne esegue una versione che non prevede l’uso di animali, tra gli
ebrei ultra-ortodossi la sua formula tradizionale sembra non andare
incontro a desuetudine, nonostante le voci
critiche sempre più numerose che si sono levate per mettere
in discussione questa pratica, tra cui anche quelle di diversi
rabbini che definiscono questa pratica una forma di crudeltà
nei confronti degli animali, che oltretutto violerebbe le leggi
ebraiche concernenti la cura e la macellazione degli animali.
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RispondiEliminaCondivido tutto quello che dici, Anonimo, tranne il fatto che non ti sei firmato.
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