venerdì 8 settembre 2017

Le zanzare non sono razziste


Testo di Dario Dabizzi



Ho avuto la malaria tre volte. Sia la falciparum che l'altro tipo, regali di viaggi di lavoro in zone di guerra. Sud Sudan, Angola e Sierra Leone. Non esisteva e non esiste un vaccino e la profilassi non dà certezze assolute in termini di prevenzione mentre ha spesso, purtroppo, l'effetto di "allenare" i ceppi e renderli più resistenti. Io che sono di passaggio in certe zone mi tutelo ma rendo più vulnerabili quelli che là vivono stanzialmente.  La falciparum presa in Sud Sudan mi stava uccidendo. L'ospedale italiano in cui ero ricoverato tardò, e tanto, nella diagnosi. Siamo stati uno dei paesi più malarici d'Europa fino a poco tempo fa, ma abbiamo la memoria corta. Quando la presi in Angola mi curarono in due giorni. Lì sapevano riconoscere ad occhio di che si trattava. La cura era ed è semplice. Pochi dollari e mi passò lo spavento. Io li avevo quei pochi dollari. Era la stagione delle piogge, l'epoca di massima diffusione del malanno, ed intorno a me era un'ecatombe. Non dimenticherò mai il pianto disperato di una giovanissima mamma che cullava per l'ultima volta il suo piccolino strappatole dalla puntura di quella malefica zanzara. Lei, quei pochi dollari, non li aveva. 

La vicenda della piccola italiana morta di malaria in un ospedale del nord del nostro paese ha tratti di vero orrore. La presenza nello stesso nosocomio di due bimbi del Burkina affetti dallo stesso male è una non spiegazione. La malaria non si trasmette da uomo ad uomo. E' un protozoo, non un virus. Serve il morso di una zanzara. Gli squallidi personaggi che hanno fatto di questa triste vicenda l'occasione dell'ennesimo attacco allo straniero, fonte di ogni male e malattia, di fronte all'evidenza scientifica della non trasmissibilità si sono appellati all'importazione di zanzare nelle valigie degli immigrati. Sui barconi non ne ho mai viste di valigie. Sugli aerei sì, ma sono pochi gli immigrati che arrivano da noi in aereo, mentre sono milioni gli italiani che per varie ragioni li usano per andare e tornare da paesi in cui la malaria alligna. Ed in ogni caso che una zanzara portatrice del male sopravviva ad un viaggio in aereo è alquanto difficile. Fermiamo tutti i viaggi? Molto più facile che qualche zanzara sopravviva all'interno dei container che trasportano merci da quei paesi e non sia stato fumigato. Blocchiamo tutti i traffici commerciali? Follia pura!

E va detto pure che, a chi volutamente fa lo smemorato, l'Europa si è liberata della malaria solo qualche anno fa. In Grecia si sono registrati casi fino ad un paio di anni fa. Insomma le zanzare portatrici non sono bianche o nere. Sono solo zanzare.  Abbiamo bisogno di più controlli e più prevenzione, questo è certo. Ma usare anche questo nella campagna oramai nazista contro lo straniero, fa davvero schifo. E a chi parla di ritorno di varie malattie tra veneree ed altro a causa degli immigrati, ricordo che farebbero bene a guardare dentro casa loro. Una delle cause certe è il turismo sessuale di troppi nostri connazionali. Avremmo, poi, urgenza di metter fine all'orrore delle malattie dei poveri. Che non esista ancora, se non in via sperimentale e di non assoluta efficacia, un vaccino contro la malaria che fa milioni di vittime l'anno o contro certi ceppi di tubercolosi solo perché economicamente non conviene alle case farmaceutiche, perché l'utenza non ha quattrini, è non solo vergognoso, ma addirittura un crimine.

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