Testo di Dario Dabizzi
Ho avuto la malaria tre
volte. Sia la falciparum che l'altro tipo, regali di viaggi di lavoro
in zone di guerra. Sud Sudan, Angola e Sierra Leone. Non esisteva e
non esiste un vaccino e la profilassi non dà certezze assolute in
termini di prevenzione mentre ha spesso, purtroppo, l'effetto di "allenare" i ceppi e renderli più resistenti. Io che sono di
passaggio in certe zone mi tutelo ma rendo più vulnerabili quelli
che là vivono stanzialmente. La falciparum presa in Sud
Sudan mi stava uccidendo. L'ospedale italiano in cui ero ricoverato
tardò, e tanto, nella diagnosi. Siamo stati uno dei paesi più
malarici d'Europa fino a poco tempo fa, ma abbiamo la memoria corta.
Quando la presi in Angola mi curarono in due giorni. Lì sapevano
riconoscere ad occhio di che si trattava. La cura era ed è
semplice. Pochi dollari e mi passò lo spavento. Io li avevo quei
pochi dollari. Era la stagione delle piogge, l'epoca di massima
diffusione del malanno, ed intorno a me era un'ecatombe. Non
dimenticherò mai il pianto disperato di una giovanissima mamma che
cullava per l'ultima volta il suo piccolino strappatole dalla puntura
di quella malefica zanzara. Lei, quei pochi dollari, non li aveva.
La
vicenda della piccola italiana morta di malaria in un ospedale del
nord del nostro paese ha tratti di vero orrore. La presenza
nello stesso nosocomio di due bimbi del Burkina affetti dallo stesso
male è una non spiegazione. La malaria non si trasmette da uomo ad
uomo. E' un protozoo, non un virus. Serve il morso di una zanzara.
Gli squallidi personaggi che hanno fatto di questa triste vicenda
l'occasione dell'ennesimo attacco allo straniero, fonte di ogni male e
malattia, di fronte all'evidenza scientifica della non trasmissibilità
si sono appellati all'importazione di zanzare nelle valigie degli
immigrati. Sui barconi non ne ho mai viste di valigie. Sugli aerei
sì, ma sono pochi gli immigrati che arrivano da noi in aereo, mentre
sono milioni gli italiani che per varie ragioni li usano per andare e
tornare da paesi in cui la malaria alligna. Ed in ogni caso che una
zanzara portatrice del male sopravviva ad un viaggio in aereo è
alquanto difficile. Fermiamo tutti i viaggi? Molto più facile che
qualche zanzara sopravviva all'interno dei container che trasportano
merci da quei paesi e non sia stato fumigato. Blocchiamo tutti i
traffici commerciali? Follia pura!
E va detto pure che, a chi
volutamente fa lo smemorato, l'Europa si è liberata della
malaria solo qualche anno fa. In Grecia si sono registrati casi fino
ad un paio di anni fa. Insomma le zanzare portatrici non sono bianche
o nere. Sono solo zanzare. Abbiamo bisogno di più
controlli e più prevenzione, questo è certo. Ma usare anche questo
nella campagna oramai nazista contro lo straniero, fa davvero schifo.
E a chi parla di ritorno di varie malattie tra veneree ed altro a
causa degli immigrati, ricordo che farebbero bene a guardare dentro
casa loro. Una delle cause certe è il turismo sessuale di troppi
nostri connazionali. Avremmo, poi, urgenza di metter fine
all'orrore delle malattie dei poveri. Che non esista ancora, se non
in via sperimentale e di non assoluta efficacia, un vaccino contro la
malaria che fa milioni di vittime l'anno o contro certi ceppi di
tubercolosi solo perché economicamente non conviene alle case
farmaceutiche, perché l'utenza non ha quattrini, è non solo
vergognoso, ma addirittura un crimine.
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