Testo di Ugo de Cresi
Bello, bellissimo, stupendo. Ma letale per le api. E' Meloe proscarabaeus, uno stupendo coleottero famiglia Meloidae. Credetemi, visto dal vero con la luce del sole è davvero ganzo. Ha una carrozzeria sgargiante metallizzata sopratutto nella zona del capo e mangia con una voracità assurda e con altrettanta rapidità digerisce. Non è neanche piccolino. Nella foto, a destra potete vedere la mia gamba perché quando stava passando una macchina l'ho protetto a bordo asfalto ed è salito sullo scarpone prima e su per la gamba poi, mi sono avvicinato al paletto e si è attaccato al legno. Perché non vola. Proprio non ce l'ha le ali, dietro. Le femmine te ne accorgi che sono femmine perché hanno l'addome gonfio di uova che depositano al suolo. Nascono le larve che si arrampicano sul primo fiore bello colorato disponibile, fanno le indifferenti e attendono l'arrivo delle api. Appena l'ape si posa si attaccano alle zampe e si fanno trasportare al nido d'ape (appunto) dove si ciberanno di tutto quello che passa il convento in quella mecca, dal miele alle uova d'ape sino al polline. Io sto demonio non l'ho mai toccato anche perché appena si è sentito in pericolo ha cominciato a secernere la "cantaridina" una sostanza che causa rush cutaneo, vesciche e gonfiori. E pensare che in passato pensavano fosse afrodisiaca sta roba. Oggi viene usato per le verruche.
Nessun commento:
Posta un commento