Fonte: Green Me
In Molise è stata documentata la presenza del castoro grazie a segnalazioni di monconi di alberi. Le videotrappole hanno ripreso il roditore lungo un tratto del fiume Volturno. Si tratta di un avvistamento di grande importanza per la specie e per la storia del territorio. Quanto riscontrato in Molise è a dir poco incredibile. Lungo il fiume Volturno è stata documentata la presenza del castoro, due anni dopo la primissima segnalazione nello stesso areale. Sembrava impossibile, invece durante un sopralluogo Gianmarco Cimorelli dell’associazione Amici del Volturno e dei suoi affluenti e un suo conoscente hanno potuto osservare fino a venti monconi di salicacee nonché innumerevoli rosicchiature. Poteva trattarsi del castoro? Molto probabilmente. Così nella zona sono state installate delle fototrappole per immortalare il roditore approdato da quelle parti. I filmati e le immagini sono stati visionati anche dal dottor Emiliano Mori del CNR, che ha seguito le segnalazioni in loco.
Facendo delle ricerche ho trovato dei paper scientifici sull’alimentazione nel Medioevo in cui si parlava del castoro come cibo consumato dai monaci di Castel San Vincenzo, che si trova a circa 15-20 km dall’area in cui è stato osservato il castoro. Nel Medioevo siamo certi della presenza del castoro nel territorio e che veniva cacciato per fini legati all’alimentazione. Sono stati trovati dei resti esposti al museo di Venafro, non si può parlare di animale alloctono, ha detto a greenMe Gianmarco Cimorelli.
Tutto torna anche perché, come spiegato dal dottor Emiliano Mori, il Volturno costituisce l’ultimo fiume dell’areale del castoro europeo prima che gli esemplari scomparissero per mano dell’uomo. La riscoperta della specie è perciò di fondamentale importanza storica e naturalistica. Dopo mezzo secolo il castoro è tornato in Alto Adige, fra Lazio e Toscana e ora in Molise.
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