venerdì 21 aprile 2023

La conoscenza di un minimo di etologia non fa nascere le psicosi


Testo di Ugo de Cresi

Sono le nove e mezza di mattina. Un disperso trotta spedito. Sta dirigendosi verso il paese di Casella. Si fermerà prima. Poi riprenderà la marcia attraversando il borgo abbandonato di Coniole, sotto la Gorra in Valbrevenna, per giungere allo "snodo" di Montoggio. Lì nei pressi della confluenza del Rio Pentemina con il torrente Scrivia troverà tutte le tracce olfattive che gli servono a capire come restare vivo. Deve evitare i corridoi, i transetti utilizzati dai nuclei familiari composti da 4 e 6 esemplari: i "Pentemina" ed i VVB i "ValBrevenna/Vobbia". Ha in testa solo due cose: rimanere vivo e cercare una compagna. Poi c'è una terza emergenza. L'uomo.



Questo lupo deve decidere se affrontare un nucleo di lupi oppure le attività umane fatte di macchine, cellulari che fanno foto e video, e -ahimè- fucili che fanno male, molto male. Per la nostra ventennale esperienza scelgono di correre il rischio minore. Passare vicini alle case, alle fabbriche, ai negozi, ai posteggi, agli orti ed ai giardini. E quando si verifica un incontro il lupo ti guarda come a dirti: "Passo di qua, perché i lupi mi fanno paura". Per i lupi non esiste il grigio. Continua ad essere bianco o nero. Se un nucleo percepisce la presenza di un disperso ha due scelte: la prioritaria è di randellarlo malamente, la secondaria è di accoglierlo in famiglia. Ci sono molti modi con cui i lupi comunicano queste situazioni. Con le raspate delle zampe, con le feci e con gli ululati. Ci sono moltissimi cittadini della Vallescrivia che questa cosa l'hanno capita ed ora vivono una nuova consapevolezza nell'approcciarsi a questi animali.



Alla vista o alla notizia di un lupo non scatta nessuna psicosi ma sussiste la consapevolezza che quel lupo passa vicino alle case per evitare guai peggiori. Dopo tanto, tantissimo lavoro mi sono commosso - e mi commuovo- ogni santa volta che prendo atto che qualcuno mi dice che ora valuta la presenza dei lupi sotto una luce diversa. Ma abbiamo raggiunto anche un altro risultato. La stampa della provincia di Genova e della Vallescrivia, ha fatto un deciso passo avanti, all'insegna della qualità della notizia raggiungendo una ottima conoscenza che corrisponde ad una più precisa informazione sulla fauna selvatica. A tutti i giornalisti che sono in contatto con me rivolgo un ringraziamento enorme. Il loro lavoro svolge un ruolo fondamentale sul tessuto sociale. La conservazione della biodiversità del domani passa anche - e sopratutto - da loro.

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