sabato 1 marzo 2014

I nodi vengono al pettine



Quando Walter Rizzetto, in apertura di seduta, ha chiesto agli eventuali giornalisti presenti in sala di uscire, mi sono sentito in pericolo. Tenevo in mano un quaderno e una penna e se qualcuno mi avesse visto prendere appunti forse avrebbe potuto pensare che ero un infiltrato, mandato dal Corriere della Sera o da Repubblica. Non è successo. Il Movimento 5 Stelle non si spinge fino a questo punto, benché in questi giorni ne stiano capitando delle belle. A Codroipo, venerdì 28 febbraio, la saletta del ristorante “Ai Gelsi” era gremita. Si trattava di una consultazione organizzata in fretta e furia e voluta dai due deputati superstiti della mia regione, visto che Lorenzo Battista è stato espulso insieme agli altri tre. Walter Rizzetto e Aris Prodani hanno voluto riferire ad attivisti e simpatizzanti ciò che era successo a Roma, anche se, come qualcuno a fatto notare, lo si sarebbe dovuto fare in un’assemblea del Meet Up regionale. A parte questo, si è sentita molta tensione fin dalle prime battute e la cosa avrebbe potuto degenerare se Rizzetto, che faceva gli onori di casa, non avesse mantenuto il polso della situazione, anche con toni duri.
Da profano, ho notato che è in atto una vera e propria spaccatura su opposte visioni della realtà: da una parte i delusi e dall’altra gli entusiasti. I primi temono che il partito per cui hanno speso tante energie subisca un duro contraccolpo alle prossime elezioni, a causa dell’espulsione dei quattro parlamentari. I secondi ritengono che non debba essere perso di vista lo spirito che caratterizza il M5S e lo scopo per il quale è sorto, e che una piccola defezione non può che rafforzare il movimento.


Tuttavia, Rizzetto, qui a sinistra, è stato chiaro: ha disapprovato l’espulsione e si è dispiaciuto per l’articolo di Beppe Grillo postato sul blog di riferimento. Ha anche aggiunto di sentirsi in sofferenza e di aver perso due chili in 48 ore, a causa dello stress, per non parlare del fatto che sono state dette molte menzogne. Come quella di Roberto Fico, per esempio, secondo cui i quattro espulsi sarebbero stati visti al ristorante insieme a Pippo Civati.
Anche altre incongruenze sono state da lui messe in evidenza, tanto che l’impressione è che i “vertici” del Movimento applichino i classici due pesi e due misure. Il regolamento infatti dice che nessun deputato grillino può avere condanne penali, nemmeno di primo grado. Giorgio Sorial, che è già stato condannato per vilipendio al presidente della repubblica, dovrebbe essere espulso, ma così non è stato.
Nessun parlamentare deve prendere più di 5.000 euro lordi di stipendio mensile: Claudio Messora ne prende di più e nessuno dice niente. Fabrizio Bocchino, uno dei quattro espulsi, è stato accusato di aver violato le regole, ma a Rizzetto non risulta. Alberto Orellana, altro espulso, si stava occupando del caso dei due Marò detenuti in India, era l’unico del Movimento a farlo e lo faceva con competenza.
Poi, sul comportamento di Lorenzo Battista, eletto in Friuli Venezia Giulia ed espulso, ci potranno essere state delle ombre, in passato, ma la telefonata di Casaleggio arrivata in regione un anno fa, con cui l’eminenza grigia chiedeva le sue dimissioni, è intollerabile, perché facente parte di quei metodi da vecchia politica che il M5S rifiuta per principio, oltretutto ai danni di un parlamentare eletto dal popolo.
                                                                                                                                                                 
Sulla causa scatenante che ha portato all’espulsione dei quattro, ovvero l’incontro burrascoso di Grillo con Renzi, durante l’assemblea è stato detto che Grillo non ci doveva andare perché il Movimento ha i suoi capigruppo alla camera e al senato e sarebbe stato compito loro andarvi, come deciso con le votazioni elettroniche fatte nelle ore precedenti. Però Walter Colognori, presente nel pubblico, ha spiegato che Renzi è “un comunicatore, una macchina da guerra” e lui, Walter, essendo di origini toscane, conosce i suoi polli e sa che Renzi, un qualsiasi altro deputato se lo sarebbe mangiato in insalata. Quindi è stato meglio che sia andato Grillo e che gli abbia subito tappato la bocca.

Elena Bianchi, anche lei presente nel pubblico, ha fatto notare che sia Renzi che Grillo non sono stati eletti dal popolo e quindi si è trattato di un confronto alla pari. Dalla parte opposta qualcuno ha chiesto, ma senza molta convinzione, cosa succederebbe se si chiedesse limpeachment di Beppe Grillo, per toglierci una volta per tutte una presenza così ingombrante e chiassosa. Allora, io mi sono chiesto, se per ipotesi Grillo venisse allontanato dal M5S, come si dovrebbero, poi, chiamare i grillini?
Pentastellati, forse, come già avviene.

A quel punto, qualcuno di rimando ha fatto notare che Grillo e Casaleggio sono i “padri fondatori” e sarebbe assurdo solo pensare di defenestrarli, qualunque ruolo essi svolgano nel M5S. Ma quando una signora, consigliere comunale per i 5 Stelle, ha sentito l’espressione “padri fondatori”, ha sbottato dicendo: “Ma stiamo scherzando?! Se avessi voluto far parte di un partito con padri fondatori, comitati centrali e linee guida mi sarei iscritta al Partito Comunista degli anni Cinquanta, con il suo ossimorico centralismo democratico”.
E a lei si sono uniti altri militanti che si chiedono se il M5S è al momento impegnato per cambiare l’Italia o per cambiare se stesso. E’ stato detto che le interferenze di Grillo e Casaleggio snaturano il M5S, così come anche i parlamentari stessi snaturano la volontà della gente che li ha votati. C’è un problema di comunicazione, hanno concordato in molti.
                                                                                                                                                                 
Un’altra signora in particolare, riuscendo alla fine a prendere la parola, ha portato l’esempio di un video presente in rete. Una mandria di bufali che scappa nella savana. Un leone e una tigre (accostamento realisticamente improbabile) che hanno afferrato, uno per una zampa e uno per un’altra, un vitello, trascinandolo sulla riva del fiume. A un certo punto esce dall’acqua un coccodrillo, che afferra a sua volta il vitello per un’altra zampa. Tutt’e tre le belve tirano ciascuno dalla loro parte. Il vitello è l’Italia, le tre belve sono l’Europa, l’euro e le banche. La mandria a quel punto si ferma, fa dietro front e comincia ad accorrere in difesa del vitellino. Arrivano i nostri, la mandria di bufali è il popolo che si ribella e l’Italia è salva.
Bella metafora, ma quanto realistica?

Rizzetto, a cui proprio l’espulsione dei quattro colleghi non va giù, ha evidenziato che il rifiuto di Grillo di ascoltare Renzi è incongruente con il resto dell’attività svolta da deputati e senatori: durante le commissioni, cuore pulsante della vita parlamentare, i grillini si confrontano quotidianamente con i colleghi degli altri partiti e quindi il comportamento di Grillo è stato più di tipo teatrale che costruttivo. Ma qui un ex sessantottino ha obiettato che il M5S è lì per spazzare via la classe politica e non per scendere a compromessi, fosse anche solo ascoltare ciò che gli altri hanno da dire. Il popolo che li ha votati è stufo di farsi prendere in giro da vuote parole e vetusti ritornelli sterili. Anch’io, personalmente, la penso così.

Rizzetto, in queste ultime convulse ore, ha provato a telefonare sia a Grillo che a Casaleggio, qui a sinistra, per avere spiegazioni, ma ha trovato sempre la segreteria telefonica e non è stato richiamato. Allora, se si tratta di espellere un deputato, Casaleggio chiama, ma se si tratta di dare spiegazioni, no. Rizzetto probabilmente non è amato dai due leader e non mi stupirei se la prossima testa a cadere sarà la sua. Intanto, si è percepita la sfiducia in molti attivisti. Gli organizer del Meet Up della Bisiacaria si sono dimessi in blocco. Il rappresentante della Carnia chiedeva retoricamente: “Cosa andrò a dire ai miei elettori, ora?” e quello di Rovereto in Piano dava per certo che alle prossime amministrative PD e PDL vinceranno alla grande, senza fatica, mentre lui da anni si fa un mazzo così e non ottiene niente. Ora meno che mai, dopo la figuraccia dell’espulsione dipinta dai media come antidemocratica. 
                                                                                                                                                  
I giornali ci sparano addosso da tutte le parti, lamentavano molti presenti e qualcuno ha citato Tafazzi, quel personaggio che si colpiva i genitali con una bottiglia di plastica. Non è la prima volta che il M5S delude una parte dei suoi elettori, quelli diciamo così più pragmatici, disposti a collaborare con il “nemico”. E’ passata alla storia – ed è stato detto anche l’altra sera – un’affermazione di Lorenzo Battista, che fa luce sul perché della sua espulsione. Di ritorno dai lavori di una commissione, disse agli altri deputati grillini: “Sono come noi!”, riferendosi ai colleghi degli altri partiti.
In definitiva, se ci sarà una spaccatura, sarà niente più che fisiologico, dato che il “divide et impera” impera fra gli esseri umani. Inoltre, volendo dare un taglio esoterico al tutto, il M5S secondo me è stato creato per fare da collettore dei malumori, salvaguardando la democrazia che era, è e sarà una colossale presa in giro. Lo stesso ruolo è stato nei decenni passati svolto dai radicali, dai Verdi e dalla Lega Nord, tutti imprescindibilmente rimasti minoritari e miseramente falliti, giacché la loro ragion d’essere era solo quella di non mettere in discussione l’Establishment e di far credere che il popolo conti qualcosa, mentre a contare, in realtà, sono altri, ben nascosti e mimetizzati.
Anche il M5S probabilmente è destinato a scomparire, magari vendendo cara la pelle. Creato dalla Massoneria degli Illuminati, sarà da questa umiliato e infangato, per poi precipitarlo nell’oblio come i movimenti che l’hanno preceduto. Il NWO è, al momento, l’unica certezza che ci aspetta. Nostro malgrado. 

Nessun commento:

Posta un commento