domenica 30 marzo 2014

Animalisti violenti e cacciatori brava gente

 

Ormai non si sa più cosa dire e bisognerebbe stare zitti e agire, imbracciando il fucile, così da metterci alla pari con i nostri avversari. Ci sarebbe – è vero – un ostacolo psicologico nel fatto che i nostri avversari hanno la legge dalla loro parte mentre noi no, ma noi avremmo la legge della coscienza, o la legge dello spirito che dir si voglia. L’alternativa sarebbe quella di lasciare che il mondo vada come deve andare e che prevalgano le ingiustizie e le brutture. Poi, in caso di turbamenti emotivi, si potrebbe sempre dare ascolto ai consigli che vengono dalle religioni, sia cristiana che buddista e induista, cioè di amare i nostri nemici e di essere come il legno di sandalo che profuma la scure che lo taglia. Però non venite fuori dicendo che le religioni sono state inventate dagli Illuminati di Moriah, al fine di tenere divisa l’umanità facendo leva sulla sua naturale litigiosità. Perché se pensate che le religioni siano un parto degli Illumitati, uno strumento del loro potere su di noi, allora anche l’invito a lasciar perdere e a farsi una ragione dell’esistenza del Male potrebbe essere funzionale a chi il Male lo commette per i propri porci comodi. Alla faccia del buon fachiro indiano seminudo!


Mia sorella l’altro giorno, siccome io non voglio pagare il canone televisivo e le dicevo di non accennare alla cosa alla nostra madre anziana, per non farle venire le crisi d’ansia, mi ha risposto: “C’è una cosa semplicissima se non vuoi che nostra madre vada fuori di testa, con i suoi 89 anni e con il terrore che vengano a sequestrare la televisione: basta pagare!”.
“Certo – le avrei volentieri risposto – basta mettersi a 90 gradi!”.

Così, con la caccia e tutte le altre ingiustizie ai danni degli animali (ma la stessa cosa si potrebbe dire di quelle ai danni degli altri esseri umani), basta lasciare che i malvagi le compiano e voltare la testa dall’altra parte. Facendo finta di niente, evitando di pubblicare su internet foto di animali e di umani massacrati in mille modi, si salvaguarda anche la sensibilità di quegli utenti che sono affascinati dalla forza del pensiero e che s'impongono un atteggiamento ottimista e fiducioso nei confronti dell’umanità. 
Funziona? Sì, funziona per loro, ma per i soggetti che sono vittime no. Quelli, mentre sono sotto la scure del carnefice, vorrebbero volentieri scambiare il posto con le anime candide che stanno comodamente sedute a casa propria, salvaguardando la propria mente da cattivi pensieri, da vampiri energetici e da notizie traumatizzanti. Farebbero volentieri cambio, ma non è possibile.

Se un soldato siriano di religione cristiana viene decapitato, al limite si può pensare che abbia scelto lui di arruolarsi, sapendo che la vita del soldato può andare incontro anche alla morte violenta per mano del nemico, ma un camoscio delle Alpi Orobie non si è arruolato da nessuna parte. E’ lì sui monti e nelle forre, a combattere la quotidiana battaglia della ricerca del cibo, ma a un certo punto sente un improvviso bruciore sopra la spalla destra, seguito da una lancinante fitta. Fa qualche passo e cade a terra morto, non senza provare lunghi o corti minuti di sofferenza a seconda che lo sparatore, munito di cannocchiale telescopico, lo abbia centrato nel cuore o in una parte del corpo non determinante per le funzioni vitali. In tal caso lo aspettano lunghe ore, se non giorni, di agonia, senza che i cani dello sparatore magari riescano a scovarlo e a finirlo.
                                                                                                                                                 
 
Io a Riva del Garda sabato 29 marzo ho detto al megafono che un essere umano, che voglia degnamente considerarsi tale, non può comportarsi così, ma semmai dovrebbe aiutare un animale in difficoltà, nello stesso modo in cui aiutiamo una persona in difficoltà. La solidarietà e la mutua cooperazione dovrebbero secondo me prevalere sul loro contrario, cioè sull’egoismo del singolo e sull’indifferenza verso chi soffre. In questo, sono confortato dal sentire della società che, attraverso la tivù ci chiede di mandare uno o due euri alla tale associazione o alla talaltra, per aiutare i bambini poveri affinché possano sorridere. Oppure, per costruire un ospedale, una scuola o per scavare dei pozzi in Africa. Se poi qualcuno vuole strafare, c’è anche il Sud America, bisognoso anch’esso di ospedali, scuole e altre strutture per la popolazione. Pozzi magari no.

Ma sorge spontanea la domanda: chi sono io per dire che la solidarietà è più importante dell’egoismo? Chi sono le associazioni umanitarie per dire che far sorridere i bambini africani sia più importante che far sorridere quelli di pelle bianca?
Delle due l’una: o l’altruismo e l’empatia sono non solo importanti ma anche intrinseci nell’animo umano, oppure non lo sono e le associazioni umanitarie se ne approfittano in modo truffaldino e si tengono le offerte, mentre nel mio caso, visto che non chiedo nessuna offerta, anch’io me ne approfitto di un irrisolto equivoco, ma lo faccio perché sono un povero demente, che non ha niente da fare un sabato pomeriggio se non andare a rompere i coglioni a dei bravi e onesti cittadini amanti della caccia.
                                                                                                                                                 

Se le autorità di Riva del Garda hanno concesso l’autorizzazione all’esposizione di canne da pesca e trofei di caccia, vuol dire che è tutto legale. Se i forestali, le guardie della provincia e le forze dell’ordine sono presenti e non hanno nulla di ridire – e magari vanno con i cacciatori alle cene sociali a mangiare il capriolo con la polenta – vuol dire che è tutto in ordine, come dice anche la parola: forze dell’ordine. Se in città ci sono le macellerie, terminale di quella filiera che parte dall’allevamento, passa attraverso il macello e, tramite i trasportatori, arriva in quegli appositi negozi, vuol dire che la gente vuole mangiare carne, sia essa di provenienza domestica, che selvatica. E se è vero il concetto di Vox popoli, vox Dei, significa che così ha stabilito il Padreterno, così le cose sono e devono essere. E gli animalisti, di conseguenza, sono dei pazzi esaltati che vogliono sopprimere tutto questo. Vogliono abolire antiche tradizioni culinarie. Vogliono renderci tutti tristi e rassegnati a mangiare erba in un cantuccio, magari vietandoci anche il vino, la birra e le donne.
Sono dei veri pazzi!

Non sanno quanto poetico sia alzarsi alle quattro del mattino (e fare le levatacce per uomini panzuti di una certa età è un vero sacrificio, fatto però con gioia)! Non sanno quanto sublime sia ascoltare il canto dell’urogallo alle cinque del mattino, posato su un ramo basso d’abete! Non sanno niente di caccia, dell’adrenalina che circola gagliarda nelle vene, quando si mette a segno un bel colpo e il bersaglio cade immobile lontano, fra la neve. Non sanno la sensazione di potenza che si prova nell’atto di uccidere! Riemergono gl'istinti dell’uomo delle caverne e ci si sente vivi, vitali e capaci di incidere sul destino di qualcuno ed è scorretto, da parte degli animalisti, chiamare vittima quel qualcuno. E’ scorrettissimo. E’ disonesto intellettualmente, perché non si può andare contro secoli di storia, contro il volere della Chiesa, contro le disposizioni della legge civile.
Ma cosa vogliono questi animalisti?
                                                                                                                                                 

Io ho cercato di spiegarglielo, mentre alla spicciolata si dirigevano verso l’entrata della fiera. Non credo che capissero molto, forse perché se anche uso lo stesso codice linguistico, non è detto che io usi la stessa logica. Ho cercato di entrare nel loro modo di vedere le cose, le riunioni conviviali a base di carne alla griglia e birra, gli aneddoti raccontati vicino al caminetto acceso d’inverno, con un bicchierino di grappa da sorseggiare in mano. Nessuno li vuole privare di tutto ciò, ché la natura umana è quella di essere un animale gregario, come fondamento evolutivo, ma di essere in sovrappiù un animale con un forte istinto del clan, dell’appartenenza a una tribù. Lo si ritrova nelle popolazioni del Borneo e in quelle della provincia di Trento. Gli animalisti che vengono lasciati manifestare nei pressi dell’entrata della fiera sono, ai loro occhi, nient’altro che una tribù nemica, che viene a insidiare il loro benessere e come tali devono essere trattati.

Più di qualcuno di loro ha chiesto ai carabinieri presenti che diritto avessimo noi di disturbarli, termine sostitutivo di quello normalmente usato da persone virili e grossolane quali essi sono nella totalità dei casi. Si sono mostrati perplessi del fatto che le autorità abbiano concesso l’autorizzazione a uno sparuto gruppetto di animalisti, cioè a una tribù nemica, di avvicinarsi al loro luogo di culto, in uno dei momenti più sacri per la religione venatoria qual è appunto la fiera della caccia, della pesca e dell’ambiente.

Sì, perché siccome da molti anni nella società italiana c’è, obiettivamente, molta disapprovazione verso il loro sport – chiamiamolo così – le loro teste pensanti hanno pensato bene di attuare l’alleanza con la tribù della canna da pesca, mettendoci dentro anche una parolina magica che non può essere contestata, dato che dell’ambiente si occupano perfino i Verdi e gli ecologisti e se la caccia è “out”, l’ambiente almeno è “in”. Ricorda molto la tecnica della polpetta avvelenata.
                                                                                                                                                  

La maggior parte di coloro che ci sfilavano accanto, ai quali cercavo di far arrivare qualche brandello di messaggio, era costituita da uomini di una certa età, così come ci riferiscono le statistiche. C’erano purtroppo anche giovani, sicuramente parenti dei cacciatori, dal momento che la caccia è così esaltante ed emozionante che un padre cacciatore vuole giustamente che anche il figlio segua le sue tracce e assapori quei bei momenti in cui si riesce a colpire la beccaccia, la regina del bosco, dal volo zigzagante. Come può un giovane non provare l’emozione del padre, del nonno e del bisnonno? Se poi pensiamo che anche i sacerdoti delle valli benedicono la caccia, facendo l’annuale messa di Sant’Uberto e dicono nell’omelia che è meglio se i giovani vanno a caccia piuttosto che si droghino, opporsi a questa sana passione è da esaltati o da fanatici, o da entrambe le cose.

Parlando pacatamente ho cercato almeno di far capire che non siamo né esaltati, né fanatici, ma che amiamo la giustizia così tanto che la vogliamo estesa anche a chi per storia e tradizione purtroppo è sempre stato escluso dalla medesima.
Non è andata sempre così, la dimostrazione, perché è giusto anche lasciare che la rabbia esploda, chi lo sa fare a freddo, e qualche attivista ha cercato deliberatamente lo scontro con gli ominidi che ci passavano vicino, quelli che non seguivano i consigli dei carabinieri di fare il giro largo. Del resto, io con il megafonino di Franco, che è anche l’autore della maggior parte delle foto qui esposte, non potevo monopolizzare la manifestazione ed era giusto che ciascuno di noi si esprimesse come meglio riteneva opportuno.

Mi ha stupito però la pazienza dei carabinieri, nonostante in diverse occasioni si sia sfiorata la colluttazione. O hanno grande esperienza e conoscono la psicologia umana, o hanno qualche simpatia per la nostra causa anche se non possono sbilanciarsi. Il comandante della piazza, in borghese, con tanto di giacca e cravatta, che ha preso contatti prima che arrivasse il “grosso” della truppa con Franco stesso, nei panni di organizzatore, si è mostrato di una gentilezza estrema, ma poco cambia anche se le sue personali simpatie vadano in una direzione o in un’altra. Ciò che conta sono le leggi. Leggi speciste codificate che permettono l’assassinio sistematico di creature innocenti. Per non parlare dei 108 morti fra gli umani solo nella passata stagione venatoria, e solo in Italia, tra cui tre adolescenti. Ma questo è solo un piccolo tributo che i 750.000 cacciatori italiani sono disposti a pagare in cambio del permesso di uccidere qualche milione di volatili e mammiferi. Sembra quasi un tributo al Dio Moloch, che però voleva carne fresca, carne di bambino.

Qui invece ad essere sacrificati, come direbbero i vivisettori, sono milioni dei nostri bambini a quattro zampe o due ali e dei tre adolescenti figli di cacciatori che secondo il curato di campagna è meglio che vadano a caccia piuttosto che drogarsi, poco ci cale. Stessa regola del soldato: hai il libero arbitrio? Puoi dunque decidere se arruolarti o seguire tuo padre a caccia, insieme ai suoi amici anziani, alcuni anche portatori di occhiali da vista e con leggero Parkinson. Puoi decidere. E se muori di “fuoco amico”, pazienza, ce ne faremo una ragione. Se non si preoccupa tua mamma, perché devo preoccuparmi io che da una vita contesto la caccia e la definisco non a norma sul piano della sicurezza? 
                                                                                                                                                  

Se un muratore vuole lavorare senza l’elmetto perché d’estate lo fa sudare, e gli cade un mattone in testa, è sua responsabilità. E se tuo padre cacciatore, come quello qui a destra (che a me sembra un rettiliano), ti porta ad ammazzare cervi invece di lasciarti a casa davanti alla consolle dei videogiochi, è una sua responsabilità. E magari lo fa anche a fin di bene. Della serie: l’inferno è lastricato di buone intenzioni.
 Il fatto è che ad aggravare il tutto c’è l’ignoranza, ma, come si legge su internet, in modo autoreferenziale, “nell’epoca di internet l’ignoranza è una scelta". E allora, di che ignoranza stiamo parlando? Di quella a cui ho fatto cenno con il megafono, per esempio. Che gli animali sono persone non umane dotate di sentimenti e coscienza, oltre che dei classici diritti alla vita, alla libertà e alla non sofferenza. Ogni animale ha la sua personalità e per tutti è una questione di percezione. Noi li percepiamo come persone, mentre i cacciatori e i pescatori li percepiscono come strumenti per i loro passatempi. Chi ha ragione? Chi dei due si avvicina di più alla verità vera delle cose?

Mi sembra abbastanza ovvia la risposta, ma il problema successivo è: siamo anche onesti intellettualmente da riconoscerlo? O ci piace barare, barare a tutti i costi pur di salvare i nostri infami interessi? A me sembra di vedere che nella società – mica solo i cacciatori – sia in gran voga quest’ultima opzione e in tal caso diventa doveroso combattere contro le falsità e le menzogne.

Infine, sugli scrupoli che mi faccio a proposito del metodo, tenendo conto che si prendono più mosche con una goccia di miele che con un barile di aceto, abbiamo per caso dato da mangiare alle Eggregore sabato pomeriggio a Riva del Garda? Le urla e gli insulti sono stati di gradimento per i vampiri energetici che si dice controllino le nostre vite e ci facciano pascolare a loro beneficio, come mucche sul prato?

Io non so rispondere, perché non sono un mago, né nero, né bianco, e di esoterismo m’interesso solo perché trattasi di questione misteriosa, irrisolta e verosimile, ma un fatto è certo: la battaglia per i diritti animali, nella fattispecie quelli che vivono liberi nei boschi, nelle campagne e nelle acque, sarà ancora lunga e sacrosanta. Anche se nessuno sa come andrà a finire. 

2 commenti:

  1. cit. "imbracciando il fucile" non risolveresti niente e ingigantiresti solamente il problema: la storia del pianeta ce lo insegna.

    cit. "amare i nostri nemici" forse per schermarci dalle energie negative di altre persone nei nostri confronti... probabilmente si suggeriva di inviare loro pensieri "d'amore" (naturalmente più facili a dirsi che a farsi).

    cit. "che s'impongono un atteggiamento ottimista e fiducioso nei confronti dell’umanità." è quello che ci si deve augurare, sapendo bene che c'è anche chi vuole il contrario.... perché vive di negatività.
    Ma se ci riuscisse di trasformare questo incubo di pianeta, con un'energia "d''amore/armonia" tutto verrebbe di conseguenza... e ogni azione sarebbe giusta e non provocherebbe conseguenze dolorose per nessuno.

    Però tutta l'organizzazione sociale in questo caso salterebbe, basta pensare ad es. che magari non essendoci più omicidi... i tribunali con tutte le energie negative che conservano all'interno, non avrebbero più necessità di esistere

    Bisognerebbe suggerire di bruciare dell'INCENSO all'interno di quelle strutture, ho avuto modo di entrare per errore in un luogo simile e l'aria non si tagliava nemmeno col coltello.




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    1. E' un tuo punto di vista, del tutto rispettabile.

      Io penso che "veritas vincit" e non ho nessuna fretta di "imbracciare un fucile", cosa per la quale ci vuole il contesto giusto, ma non posso esimermi intanto di far vincere la verità, dicendo il vero anche quando si tratta dei miei sentimenti verso i malvagi.

      Non credo di rendere il mondo peggiore di quello che è se dico che i malvagi non hanno diritto di vivere su questa Terra. E' un dato di fatto.
      Poi, si può discutere su chi rientri o meno in tale categoria.

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