lunedì 17 marzo 2014

La creatività senza limiti dei vivisettori

 

Abbiamo denunciato l’Istituto per la medicina d’emergenza in montagna dell’Accademia Europea di Bolzano (EURAC), per violazione della normativa della Provincia Autonoma di Bolzano sulla sperimentazione animale: l’EURAC ha infatti finanziato l’acquisto, il trasporto e la preparazione all’anestesia di maiali a fini sperimentali per la spesa di 3.108 euro.
Un esborso che appare in netto contrasto con la legge della Provincia Autonoma di Bolzano n.9 del 2000, che proibisce “l'allevamento, l'acquisto o l'affidamento di animali a fini sperimentali, nonché l'effettuazione di ogni tipo di esperimento sugli animali”.


L’esperimento si è svolto in Austria, ha avuto una durata di due settimane in cui gli animali, al ritmo di due o tre ogni giorno, venivano sepolti vivi sotto la neve per indagare gli effetti sugli esseri umani intrappolati dalla neve a causa di slavine: alcuni maiali, sepolti completamente, sono morti per soffocamento, mentre altri a causa di congelamento, perché lasciati con la testa fuori dalla neve.
A morte avvenuta, sono stati prelevati campioni tessutali destinati ad analisi di laboratorio.
L’EURAC risulta finanziato dalla Provincia Autonomia di Bolzano: dunque, lo stesso Ente che ha promulgato la legge, sta anche finanziando, direttamente o indirettamente, attività a violazione della stessa. A ciò occorre aggiungere come la decisione di sovvenzionare esperimenti su animali appena oltre il confine del territorio provinciale è davvero paradossale, a spregio della citata normativa.

Per questo chiediamo al nuovo Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, di prendere una posizione forte a difesa delle norme a tutela del benessere animale e delle finanze pubbliche, difesa ancora appena 2 mesi fa a Roma, in sede di Conferenza Stato Regioni per l’emanazione della nuova legge nazionale.
                                                                                                                                                                 
Al Servizio Veterinario dell’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige chiediamo invece di controllare l’azienda fornitrice degli animali, data la citata proibizione di allevamento di animali a fini sperimentali e viste le autorizzazioni necessarie sulla base del Decreto Legislativo 116 del 1992.

L’EURAC aveva già partecipato, nel 2010, ad un esperimento purtroppo simile interrotto grazie alle proteste popolari, non prima, però, che 9 maiali perdessero la vita.

Il Presidente dell’EURAC, Werner Struflesser, afferma di essere aperto alla possibilità di proseguire simili esperimenti anche nel 2014, nel caso in cui i risultati ottenuti fossero ritenuti insufficienti.

Oltre alle ovvie implicazioni etiche legate all’esperimento, l’approccio metodologico è ottocentesco e fuorviante, dato che l’anatomia e la fisiologia del maiale sono differenti da quelli della nostra specie: in particolare, come spiega la nostra campaigner Vivisezione Michela Kuan, parametri come il diverso spessore cutaneo, rapporto tra massa grassa e magra, frequenza del battito cardiaco e distanza degli arti dal cuore rendono i risultati inapplicabili all’uomo!

2 commenti:

  1. Vengono eseguiti test che se non fosse che c'è da piangere, (pensando alle atroci sofferenze degli animali), verrebbe da ridere per la totale inutilità.
    Del tipo provare a mettere un dito nel frullatore mentre gira: quali risultati si possono ottenere se non un dito maciullato?
    Per rendersi conto quanto siano baldracche (eh si, lasciamelo scrivere), le aziende farmaceutiche,
    oggi ho captato una tranche della ridicola trasmissione Geo su rai 3.
    Argomento: la melatonina (che regola il ciclo sonno/veglia).
    Tale principio era fino a poco tempo fa disponibile anche nei supermercati al bancale degli integratori, nonché ovviamente nelle erboristerie.
    Ma a Big Pharma è venuta la geniale idea di diminuire la dose di principio attivo contenuto nei prodotti da supermercato o erboristeria, abbassandola da 3 mg a max 1mg.....
    questo per favorire chi?
    Le industrie del farmaco che invece lo vendono nella dose di 3 mg...
    ovviamente a costo più elevato perché classificato non più integratore ma farmaco.
    A breve mi aspetto che anche un rimedio come la camomilla (per dirne uno) sia messo al rango di farmaco per favorire le case farmaceutiche.

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    1. Anch'io ho captato la stessa cosa, oggi, perché a mia madre piace quella trasmissione ma, con i suoi 89 anni, non è capace di accendere la televisione e scegliersi il canale.

      Tuttavia, spesso, quando guardo qualche film in tivù, mi capita di sentire anche le pubblicità e ho notato che si vuol far diventare malattia anche ciò che malattia non è.

      L'erezione maschile difettosa dopo una certa età e la cellulite nelle donne, per non parlare dei disturbi di attenzione nei bambini, sono tutti disagi per i quali ci sono farmaci da vendere, che si comprano più volentieri se si pensa di essere malati e che ci possano...."guarire".

      Raschiano il fondo del barile, pur di far soldi, e la gente ci casca.

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