Al
Corriere della Sera, di pelo sullo stomaco, ce n’hanno da vendere. Nella stessa
edizione on line di giovedì 6 novembre, appaiono due notizie false, che però
rappresentano altrettante colonne portanti della menzogna dell’undici
settembre. La prima, condivisa anche con Repubblica, è la confessione di
un soldato americano che afferma di aver ucciso Bin Laden nel 2011, mentre noi
sappiamo, come fu detto anche da Benazir Bhutto, che Osama Bin Laden morì nel dicembre del 2001, forse per
insufficienza renale, tre mesi dopo la distruzione delle
torri gemelle, senza che gli sia stata riconosciuta l’estraneità al disastro.
La seconda, non apparsa su Repubblica, è l’affermazione che Khalid Sheik Mohammed sia l’ideatore dell’attentato dell’undici settembre, mentre noi
sappiamo che gli ideatori sono stati alcuni membri del governo degli Stati
Uniti. Siccome quel presunto terrorista dallo sguardo torvo, risultato dei
pestaggi a cui fu sottoposto, non se lo ricordava nessuno, gli strateghi della
comunicazione hanno scovato una ditta di cosmetici turca che ha usato la sua
immagine come testimonial per una
crema depilatoria.
Riporto di seguito, per intero, gli articoli del Corriere
sui peli superflui e di Repubblica sul marine che ha fatto outing, incurante dell’eventuale vendetta che qualche
nostalgico di Bin Laden potrebbe prendere su di lui. Sul perché i due maggiori
quotidiani italiani se ne vengano fuori adesso ribadendo la storiella di Bin
Laden, posso solo supporre che lo facciano in previsione del prossimo attentato
a falsa bandiera. Cioè, prima che in Europa succeda qualche altro attentato
“false flag”, hanno pensato bene di ribadire chi sono i nostri nemici, che oggi,
non potendo più chiamarsi Al Qaeda, si chiamano ISIS.
"Un
terrorista per fare pubblicità a un prodotto che elimina i peli superflui. Non
se lo sarebbe immaginato nemmeno lui: Khalid Sheikh Mohammed, lo stratega di
al-Qaeda che ideò gli attacchi dell’11 settembre, arrestato nel 2003 in
Pakistan e rinchiuso tuttora nel carcere di Guantanamo. Un’azienda turca di
cosmetici, la Epila, lo ha usato come testimonial in una delle pubblicità
online che hanno fatto il giro del mondo. Lo
slogan recita «I peli non vi abbandoneranno se restate semplicemente ad
aspettare!» e accanto compare la foto del pelosissimo ma anche pericolosissimo
Khalid Sheikh Mohammed. A segnalare la singolare scelta dell’azienda è stato il
sito di notizie Vox.com. La casa di cosmetici si è affrettata a giustificarsi: «Lo
abbiamo scelto perché era peloso — ha detto al quotidiano turco Hurriyet uno
dei responsabili dell’azienda Mehmet Can Yildiz— e ci sembrava che andasse bene
per la nostra pubblicità. Non sapevamo fosse un terrorista».
L’azienda
ha detto di aver scelto l’immagine da una rosa di proposte apparse sul Inci
Sozluk, una sorta di 4chan.org turco, un sito creato nel 2003 dove chiunque può
postare immagini e contenuti senza registrarsi. «Tante pubblicità sono state
realizzate con la sua foto - ha aggiunto - Molte legate all’insonnia». Nessuno,
però, era rimasto colpito dallo sguardo di Khalid Sheikh Mohammed, sicuramente
non tranquillizzante. «Non volevamo lanciare alcun tipo di messaggio politico.
Non sapevamo potesse trasformarsi tutto in una notizia tale da fare il giro del
mondo. Ripeto: l’abbiamo scelto per il suo essere un uomo peloso, non per il
legame con il terrorismo» ha insistito Mehmet Can Yildiz".
"Ha
un nome il marine che afferma di aver ucciso Osama bin Laden: il Navy Seal che
sostiene di aver colpito per tre volte alla testa il capo di al Qaida nel
compound di Abbottabad si chiama Rob O'Neill. O'Neill, che ha 38 anni e viene
da Butte in Montana, andrà sulla Fox questo fine settimana per raccontare la
sua storia. Finora l'identità del militare era rimasta segreta. L'occasione è
la programmazione del documentario "The Man Who Killed Bin Laden",
uno speciale in due puntate che sarà trasmesso sulla rete di Rupert Murdoch
l'11 e il 12 novembre. Durante la presentazione anche l'intervista esclusiva
alla "testa di cuoio" che la notte del primo maggio 2011 sparò a
distanza ravvicinata i colpi che misero fine alla vita del ricercato numero uno
al mondo, durante la missione Operation Neptune Spear in Pakistan. Il soldato
finora era stato identificato come "The Shooter" e oltre a raccontare
cosa vuol dire far parte dell'elite delle forze speciali americane, rivelerà
anche dettagli sugli ultimi momenti di vita di Bin Laden. Il nome di O'Neill
doveva restare segreto fino all'ultimo ma il quotidiano britannico Daily Mail
ne è venuto a conoscenza e ne ha intervistato il padre Tom. O'Neill, scrive il
Mail online, ha lasciato le forze armate dopo 16 anni di servizio e suo padre
ha detto che non ha paura delle conseguenze del suo "outing" come
killer del capo terrorista responsabile delle stragi al World Trade Center".
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