lunedì 3 novembre 2014

Dall'antropocentrismo non se ne esce

 

Non potevo restare indifferente ad alcune testimonianze che sono giunte alle mie orecchie. Sono troppo arrabbiata. L'attuale Legge italiana è deficitaria circa la regolamentazione delle Attività e Terapie Assistite dagli Animali. Il ministero della Salute ha semplicemente stilato una serie di linee guida sulla Pet Therapy basate sul buon senso, sottolineando quanto sia importante che a "dirigere i lavori" vi sia un'equipe multiprofessionale. Punto. Nient'altro. Non occorre nessun particolare titolo di studio, quindi, se hai un animale e vuoi farci Pet Therapy, lo puoi fare. Qui in Friuli vi sono realtà che propongono l'onoterapia senza onoterapeuti, l'ippoterapia senza ippoterapeuti, realtà che propongono terapie risolutive di disturbi conportamentali grazie alla spazzolatura di un cane per due volte la settimana.

 
La pet therapy non è questo! L'animale non emana magici poteri guaritori, non è un feticcio su cui accanirsi per sfogare le proprie frustrazioni; un incontro uomo-animale non correttamente arbitrato, non può svolgersi in maniera da far vivere serenamente l'interazione da entrambi i soggetti: appare chiaro che, per questi motivi, tale interazione non può portare con sé degli aspetti migliorativi della qualità di vita della persona che ne ha bisogno!
Le Attività e Terapie Assistite dagli Animali non dovrebbero essere considerate un business, come invece accade nella maggior parte delle realtà locali. Molti contadini o proprietari terrieri pensano: "ho gli ettari di terreno, li recinto, ci butto dentro due asini e il gioco è fatto", senza avere il benché minimo rispetto degli animali cui tolgono la dignità nè tantomeno DELLE PERSONE CHE SI RIVOLGONO A LORO IN CERCA DI UN AIUTO CONCRETO PER SUPERARE LE PROPRIE DIFFICOLTA' NEL VIVERE QUOTIDIANAMENTE UNA VITA PIENA DI OSTACOLI; E NON PARLO SOLO DEGLI AMBIENTI SOCIALI, SCOLASTICI O DI LAVORO: PARLO DI ALZARSI DAL LETTO, LAVARSI I DENTI, ALLACCIARSI LE SCARPE... QUESTI GESTI, BANALI PER MOLTI, SONO DIFFICOLTA' INSOPPORTABILI PER ALCUNE PERSONE, E CHI VUOLE APPROFITTARE DI QUESTO PER ARRICCHIRSI, INTRAPPOLANDO ALTRI ANIMALI IN QUESTA RETE VISCHIOSA, DOVREBBE DAVVERO VERGOGNARSI. MA VERGOGNARSI.

Un appello alle persone che ricercano un supporto da questo tipo di attività: verificate le credenziali di chi si autoproclama operatore di Pet Therapy, e ancor più le condizioni in cui si trovano a lavorare gli animali coinvolti in questi progetti. Se il coniglio, l'asino, il cane o qualunque altro animale non vive l'incontro CO-terapeutico in condizioni ideali, non potrà essere ideale nemmeno il raggiunimento degli obiettivi del progetto di Pet Therapy. ...se poi nemmeno stilano con voi un PROGETTO...SCAPPATE A GAMBE LEVATE! 

Quale tipo di relazione si può instaurare in una situazione come questa? Il coniglietto è assolutamente costretto tra le mani di quest'anziana signora, la quale, dal canto suo, cerca un modo di sfogare le proprie ansie e il proprio bisogno di prendersi cura di qualcuno (compresa se stessa), senza riuscirci. Il coniglio non può fare il coniglio, la signora non può fare la "mamma": questa è Pet Therapy? NO. Con il temine "Pet Therapy" indichiamo generalmente anche le Attività Assistite dagli Animali, quindi con obiettivi didattico-educativi e non co-terapeutici. Quando una scolaresca si reca a trovare gli asinelli, dovrebbe avere la possibilità di apprezzare il Valore della Diversità, dare sfogo alla propria curiosità e imparare il RISPETTO DELL'ALTRO. Ecco quello che si vede in giro: orde di bambini, incontenibili in quanto tali, ammassati tutt'intorno ad un animale che, proprio per la sua indole tranquilla e mansueta, SOPPORTA di essere accarezzato dappertutto da decine di mani contemporaneamente. Le insegnanti non intervengono, l'"onoterapeuta" nemmeno (è impegnato a contare le monetine raccolte all'arrivo dei bambini). L'asino non può fare l'asino e i bambini lo trattano alla stregua del peluches che hanno a casa. Questa è Pet Therapy? NO.

Il cane è il migliore amico dell'uomo. Purtroppo non è sempre vero il contrario. La testa di un cane con cui abbiamo poca confidenza non andrebbe mai accarezzata: è un gesto che il cane interpreta come segno di autorità e non tutti sono ben disposti nell'accettarlo. Il cane ritratto nell'immagine ne ha ben TRE contemporaneamente di mani sulla testa. Se i ragazzi intorno a lui stanno ridendo, di certo i suoi occhi dicono altro. E' l'inizio di una progressiva perdita di fiducia nell'esssere umano, che può trasformarsi in diffidenza, fino a sfociare nell'aggressività. Questa è Pet Therapy? NO.

N.B. Le immagini sono state scaricate da Internet unicamente per esemplificare alcune situazioni che nell'ambito della Pet Therapy non dovrebbero verificarsi. Si auspica che i contesti nei quali sono state scattate siano stati più idonei di quanto appaia da questi fotogrammi.

2 commenti:

  1. Io vorrei chiedere ad un animale se gli piace essere strapazzato come accade.
    da gente che non dico con cattiveria ma per ignoranza (magari non hanno mai avuto contatti con animali),
    comincia a tirare code, orecchie, e cose del genere. A me non piacerebbe. la chiamerei rottura di balle.

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    1. Penso che ciò accada nelle cosiddette "fattorie didattiche", come menzionato nell'articolo.
      Anche sugli animali dati in consegna ai detenuti ho qualche perplessità.

      Discorso diverso quando in ospedale lasciano entrare il cagnetto di famiglia, affinché visiti il degente umano. Questa è vera tolleranza antispecista.

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