La
semi schiavitù dei braccianti è una condizione reale nei campi di raccolta
italiani, con paghe ben al di sotto di quanto previsto dai contratti nazionali
e decisamente misere rispetto all’impegno richiesto. C’è chi riceve 20 euro al
giorno in nero, per 12 ore al giorno di lavoro nei campi dall’alba al tramonto,
corrispondenti a 1,60 euro l’ora, un quinto del minimo sindacale, chi 1,90 euro
l’ora dalle 5 della sera alle 5 del mattino, chi 35 euro al giorno per
raccogliere le ciliegie o 38-40 euro al giorno come bracciante nei campi. Lo
rileva il rapporto "sottoterra - Indagine sul lavoro sommerso in
agricoltura", realizzata dall'Eurispes e dalla Uila (Unione italiana
lavori agroalimentari). I
lavoratori in nero dei campi di tanta parte del territorio italiano sono dunque
i nuovi schiavi. Isolati ed invisibili, vivono spesso in baraccopoli che
costituiscono veri e propri ghetti. Inoltre,
in virtù delle possibili contaminazioni con soggetti criminali, specialmente
nell’ambito della fornitura di manodopera agricola stagionale, il confine tra
attività legali e attività illegali tout
court diventa particolarmente labile, soprattutto in settori come quello agricolo,
tra i più esposti alla piaga dello sfruttamento del lavoro coatto, assieme al
settore delle costruzioni e dei lavori domestici. Il tema dell’economia
criminale si intreccia quindi con il problema del sommerso soprattutto nel
settore dell’agricoltura.
Le
organizzazioni criminali cercano di controllare pezzi sempre più ampi del
comparto agroalimentare, in tutta la sua filiera, dai campi agli scaffali. E
ciò avviene attraverso l’accaparramento dei terreni agricoli, il caporalato, lo
sfruttamento dei clandestini, le truffe a danno della Ue, l’intermediazione dei
prodotti, il trasporto e lo stoccaggio fino all’acquisto e all’investimento nei
centri commerciali. Tutti
i passaggi utili alla creazione del valore vengono quindi intercettati e
colonizzati. L’Eurispes ha stimato il volume d’affari complessivo
dell’agromafia in circa 14 miliardi di euro: solo due anni fa questa cifra si
attestava intorno ai 12,5 miliardi.
vale la pena sapere che i lavoratori in nero di oggi pagati 4 soldi non sono più gli africani ma molti italiani.
RispondiEliminaLo chiamano libero mercato.
EliminaIl mercato sarà anche libero, ma gli individui, bianchi o neri che siano, stanno diventando sempre più schiavi.