domenica 2 novembre 2014

Narcotrafficanti d'ipocrisia

 

I 7,6 miliardi di dollari investiti negli ultimi dodici anni dagli Stati Uniti per combattere il narcotraffico in Afghanistan non sono serviti. Lo dice un rapporto inviato il 21 ottobre a Washington dall’Ispettore speciale per la ricostruzione, John Sopko. Secondo le sue stime, nel 2013 gli ettari di terreno utilizzati per la coltivazione di papavero da oppio in Afghanistan hanno raggiunto la quota record di 209mila, registrando un aumento sostanzioso rispetto ai 193mila del 2007. Nonostante gli sforzi degli Stati Uniti, l’oppio continua dunque a rappresentare il grande tesoro dell’Afghanistan, Paese in cui si concentra circa l’80% della produzione mondiale. Secondo le Nazioni Unite, il suo valore nel mercato del narcotraffico globale è aumentato del 50% dal 2012 a oggi. Un business molto redditizio, saldamente nelle mani delle milizie talebane, che ottengono da questa attività i fondi necessari per sostenere la loro struttura e lanciare nuove offensive contro il governo di Kabul.  


“Con il deterioramento della sicurezza in molte aree rurali dell’Afghanistan – spiega l’ispettore John Sopko – è probabile che anche nel 2014 verranno riscontrati ulteriori aumenti della coltivazione”. La crescita è collegata direttamente anche all’arrivo dall’estero negli ultimi dieci anni di nuove tecnologie per sviluppare il settore agricolo. Strumenti che sono però stati utilizzati per coltivare papavero da oppio in aree prima desertiche ed espandere la sua produzione anche in province considerate vergini, come quella di Nangarhar nell’est del Paese.

Nessun commento:

Posta un commento