Fonte: Next Quotidiano
Lunedì 13 marzo tre persone sono morte in un incidente stradale
avvenuto a San Giorgio della Richinvelda (Pordenone). Una delle
vittime è Cristiano Di Paolantonio 45 anni, di Cordenons noto per
essere uno degli animatori – assieme al fratello Simone – del fu
presidio contro le scie chimiche di Pordenone e animatore
dell’omonima pagina Facebook. La pagina da tempo è stata chiusa e
i due si sono poi dedicati ad animare le cronache locali con le loro
battaglie contro il gender. Sulle cause dell’incidente la Procura
della Repubblica di Pordenone ha aperto un fascicolo di inchiesta per
omicidio volontario, sull’asfalto non sono stati trovati segni di
frenata e secondo i Carabinieri che hanno effettuato i rilievi sul
luogo della tragedia Di Paolantonio potrebbe aver indirizzato
volontariamente il proprio veicolo in direzione del camion che
sopraggiungeva sulla corsia opposta.
Inoltre, a quanto risulta da alcune testimonianze raccolte dagli
inquirenti, Di Paolantonio avrebbe minacciato negli ultimi tempi
l’intenzione di suicidarsi, probabilmente a causa del momento di
crisi che stava affrontando la coppia. L’avventura dei fratelli Di
Paolantonio nel mondo degli esperti di scie chimiche si era conclusa
con una salva di insulti scambiati con il gran visir della
meteorologia italiana Rosario Marcianò, che li aveva accusati di
essere dei troll pagati dai Servizi Segreti quando loro avevano
chiuso il presidio dicendo che sulle scie chimiche si erano sbagliati
perché non esistevano. Dal momento che i due avevano osato sfidare
il geometra sanremese tra di loro non correva buon sangue, e lo
dimostrano le numerose bordate di insulti e accuse reciproche che si
sono scambiati a mezzo Facebook e via mail.
Dal momento che Di Paolantonio pochi giorni prima dell’incidente
era rimasto vittima di un altro incidente stradale dal quale era
uscito illeso, Marcianò ha commentato la notizia dell’incidente
mortale spiegando che è stato “Un lavoro non portato a termine che
si è concluso con il secondo tentativo, questa volta andato a
segno”. Ma in che senso lavoro? Per capirlo dobbiamo spostarci sul
profilo di un altro sedicente esperto di geoingegneria clandestina
che ci spiega meglio che dietro la tragica scomparsa di Di
Paoloantonio (che aveva due figlie piccole che ora sono orfane) ci
sono delle responsabilità oggettive “evidentissime” (come
sempre). L’incidente non è quindi un caso ma anzi è la prova
provata delle commistioni e delle connivenze tra il Presidio di
Pordenone e i Servizi Segreti che operano al fine di mettere a tacere
e screditare i ricercatori della verità.
Non essendo più utile al “sistema”, i Servizi avrebbero
provveduto ad eliminare un testimone scomodo che ormai non era più
di alcuna utilità nella lotta per nascondere i crimini della
geoingegneria clandestina. Ancora una volta gli esperti di
cospirazioni dimostrano di non essere minimamente dotati della
capacità di guardare alla realtà senza gli evidenti condizionamenti
di cui soffrono. Una volta che una persona viene identificata come
“nemica”, allora la sua morte può essere letta in due modi: non
è mai avvenuta oppure la responsabilità è da ricondursi ai
mandanti occulti che hanno pagato il disinformatore e se ne sono
serviti per nascondere la verità alle masse.
Nessun commento:
Posta un commento