Testo di Lisa Stanton
Mentre l'ISTAT comunica che continua la denatalità e che la donna
ha perso il suo ruolo primario nella società attuale, per la festa
dell'8 marzo è previsto lo «sciopero delle donne», una
manifestazione che interesserà più di 30 Paesi. Smutandate contro
la violenza sulle donne, alle 18 parte il corteo organizzato dalla
rete «Non una di meno», che va dalla Udi ai centri antiviolenza ed
alle iniziative dei collettivi Ambrosia e Macao, riuniti per
l'occasione nel collettivo «Ana Suromai». «Su le gonne»,
finanziata dalla OpenSociety di George Soros, consiste nel «mostrare
la vulva» contro il potere patriarcale e sessuofobico in ogni parte
del mondo (dalla lotta per il diritto all’aborto a quella contro
«la trasformazione dei centri in servizi assistenziali»).
Aderiscono i sindacati di base, Flc e Fp Cgil, ci sono assemblee
nelle scuole e presidi negli ospedali ad alto tasso d’obiettori.
Le Femministe degli anni '70 e le FEMEN ammettono che denudarsi,
in assenza di argomenti degni di nota, «è l’unico modo per essere
ascoltate». Ma di sicuro effetto sarà anche la prevista «astensione
volontaria dai lavori domestici» e «da ogni attività
riproduttiva». Il Governo plaude alla manifestazione internazionale,
cui aderiscono il Partito Democratico ed il MoVimento 5 Stelle, i
quali sostengono l'immigrazione quale strumento di ripopolamento del
paese contro ogni futura nascita di italiani. Paolo Gentiloni ha
chiarito a Versailles che il fenomeno durerà anni e deve essere
accettato, come pure che non è prevista alcuna politica di sostegno
alle famiglie né alcun incentivo per nuove natalità, che vanno
scoraggiate.
L'unico movimento sensibile al tema sembra CasaPound Italia, che
propone il Reddito Nazionale di Natalità, dimostrando come il costo
mensile di un immigrato (per l'85% clandestini) consentirebbe ben due
bonus bebè per le famiglie meno abbienti, ed il costo di un minore
immigrato (56 euro al dì) addirittura tre bonus. Chi non volesse
partecipare allo sciopero, potrà rimanere a casa a leggere un libro
di una delle ultime femministe italiane, Ida Magli. Io, ad esempio,
sto rileggendo il profetico "Contro l'Europa" del 1997.
sempre solidale con le femministe che mi ricordano quelle degli anni '60, quando fu proprio spogliandosi e autodeterminandosi che riuscirono ad uscire dalla monotonia del "casa, chiesa, famiglia".....
RispondiEliminaSpogliarsi e' importante.
Infatti, guardate nell'Islam come rispettano i diritti delle donne....o anche come era qui da noi negli anni '50.
Penso non sia giusto andare da un estremo a quell'altro, perché....in medio stat virtus.
RispondiEliminaSia le povere islamiche bardate, sia le sedicenti femministe che mostrano le proprie nudità vengono dalla stessa matrice diabolica dell'uomo succube del Demiurgo.