Testo di Andrea Giberti
In questi giorni osservo con preoccupazione l’acuirsi della
tensione tra il governo olandese ed il governo turco. Non voglio
entrare nel merito dei motivi di contrasto, ovvero la proibizione ai
membri del governo turco di tenere comizi politici nei Paesi Bassi.
Di fronte alla decisa reazione olandese il premier turco ha definito
l’Olanda una nazione “nazista”. E’ di questo che vorrei
parlare. Non si può chiamare l’Olanda una nazione “nazista”,
questa è l’offesa più grave che si può fare ad un olandese,
perché durante la seconda guerra mondiale l’Olanda ha sofferto più
di altre nazioni europee per l’occupazione nazista. Forse qualcuno
ricorderà che nel marzo 2006 l’allora Onorevole Giovanardi definì
“nazista” la legislazione olandese in tema di aborto. Anche
allora l’opinione pubblica olandese manifestò grande dispiacere
per queste esternazioni. In breve, vorrei rammentare che la Germania
ha occupato l’Olanda ininterrottamente dal maggio 1940 al maggio
1945. In cinque anni sono morti 206.000 olandesi, il 2,36% della
popolazione ed è stata la percentuale più alta di tutta Europa in
relazione al numero di abitanti. La metà dei morti apparteneva alla
comunità ebraica e tutti ben conoscono la storia di Anna Frank.
Il
Quarto Reich, nella sua occupazione, attuò una politica chiamata
Gleichschaltung finalizzata ad annientare tutte le numerose
formazioni politiche e sociali del Regno Olandese che erano
l’ossatura della sua democrazia parlamentare, al fine di attuare
una politica di omogeneizzazione culturale e politica che
consentisse, in un secondo tempo, l’assorbimento della nazione
olandese nella Grande Germania. La Resistenza olandese incontrò
sempre moltissime difficoltà nella sua opera di contrasto alle forze
di occupazione perché i Paesi Bassi, del tutto privi di rilievi
montuosi, non consentivano la creazione di basi sicure. Ma quello che
più ha segnato la coscienza collettiva olandese è stato
l’Hongerwinter, l’inverno della fame, che nell’inverno 44 / 45
provocò la morte per fame di oltre 20.000 olandesi. Era accaduto
che, per le vicende belliche che si svolgevano sul proprio
territorio, la parte settentrionale della nazione rimase tagliata
fuori da tutte le forme di approvvigionamento alimentare, per di più
in presenza di temperature particolarmente rigide. Fu la forma più
estesa di carestia che colpì una nazione avanzata e densamente
popolata. Alla fine gli Alleati decisero di venire in soccorso alla
popolazione inerme ed impiegarono i grossi bombardieri quadrimotori
non per sganciare bombe ma latte metalliche che contenevano generi
alimentari. Fu l’operazione Manna che forse rese i bombardieri
alleati più fieri delle proprie missioni. E’ anche per questo che
non si deve mai, ripeto, mai dire ad un olandese che abita in una
nazione “nazista”.
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