Fonte: Dagospia
Per i frequentatori dei social non ci sono dubbi, quel video
documenta come la Cnn abbia creato di sana pianta una fake news per
dimostrare come i buoni musulmani londinesi stiano con noi, con le
vittime e contro il terrorismo. Effettivamente a una prima visione l'
impressione è quella, a una seconda ci si convince che è proprio
così, ogni dubbio sparisce. Nelle immagini si vede la troupe della Cnn schierata al confine
della zona transennata dalla polizia tra il Borough Market e London
Bridge, quella dell'attentato di sabato sera, che ha come creato un
set cinematografico lasciando sullo sfondo la sagoma dello Shard, il
grattacielo che campeggia sul Tamigi. Tra cameramen, tecnici e
fotografi vari c'è la reporter Becky Anderson, microfono in mano,
pronta ad andare in onda. A una a una, diligentemente, vengono posizionate sul set un gruppo
di donne velate, accompagnate al di là della transenna, che altro
non è che un nastro di plastica, da un paio di poliziotti. Si fanno
chiamare «muslim mothers» e ognuna di loro ha con sé con un
cartello da esporre, un messaggio di pace o di condanna; ognuna ha un
mazzo di fiori che depone per terra tra le telecamere e il gruppo. L'operazione dura un paio di minuti, non di più, giusto il tempo di
mettere in posa le dimostranti velate. Qualcuno tra i presenti
interviene perché il gruppo si stringa un po' di più, perché
nessuna sia esclusa dal campo visivo.
Tutto è pronto, manca solo il ciak. Le riprese partono: «Qui
alla mia sinistra» inizia Becky Anderson «i londinesi sono venuti a
curare le ferite della città. Ecco dietro di me», dice indicando il
gruppo di donne come se fosse una casualità fortunata, «potete
vedere un cartello con l'hashtag "turn to love", un altro
con l'hashtag "for London", e poi "l'Isis non
vincerà"». E infine spudoratamente: «Ed ecco i fiori posati
qui a memoria di coloro che hanno perso la vita». Nulla di meno spontaneo, niente di più lontano da un reportage
"on the road". Intervenendo su Twitter l'opinionista Katie
Hopkins fa notare tra l'altro che esattamente lo stesso gruppo di
donne poche ore prima si era già fatto fotografare in altre zone di
Londra, stavolta dai giornalisti della Fox, e per dimostrarlo posta
due immagini da confrontare. Anche qui non ci sono dubbi, sono loro.
La Cnn naturalmente ha una sua versione. In una serie di tweet il
giornalista Brian Stelter scrive che «questa storia è tutta una
sciocchezza» e spiega che in pratica un gruppo di manifestanti è
stato del tutto casualmente dirottato al di là dalle transenne per
fare in modo che la Cnn, ma anche altre emittenti e fotografi,
potessero più agevolmente riprenderli. Spiega poi che non è affatto
raro, anche nel caso di dirette televisive, che le persone da
riprendere o intervistare vengano "spostate" per fornire
alle immagini uno sfondo più adatto. Aggiungiamo noi che in casi di
fatti eclatanti come quello di Londra le troupe televisive si muovono
in branchi e generalmente stazionano anche per più giorni nello
stesso posto che usano come punto di riferimento.
Nel caso di Bruxelles dello scorso anno le troupe si erano
accampate di fronte al palazzo della Borsa dove la gente sulle
scalinate aveva creato una specie di grosso altare di bandiere,
striscioni, candele e scritte coi gessetti. Un rituale che si
autoalimenta in entrambe le direzioni, con i giornalisti che
accorrono dove la gente si riunisce per manifestare e la stessa gente
che accorre sempre più numerosa in quanto ci sono le telecamere a
documentarlo.
Verosimilmente è successo questo anche nell'area del London
Bridge, ma tutto ciò non cambia il nocciolo della questione, e cioè
che la Cnn ha modificato la realtà dei fatti, addomesticandoli a suo
consumo. Se poi fosse vero ciò che ha detto Brian Stelter, anche se
non ci risulta che da quelle parti passasse una nutrita
manifestazione, ebbene la Cnn sarebbe riuscita nella non facile
impresa di rendere "fake" una notizia reale. In ogni caso per la Cnn il fatto che quelle donne manifestassero
spontaneamente o fossero lì apposta per farsi riprendere è poco
interessante, una questione secondaria. L' importante è che passi
un'altra verità, la solita buonista, cioè che tutti i musulmani
stanno dalla nostra parte e che i terroristi non li rappresentano. Ma
questa è quel che si dice una "post-truth", una
post-verità. Del tutto opinabile.
Nessun commento:
Posta un commento