domenica 16 febbraio 2020

Aspettiamoci invece qualcosa d'altro di grave



L'attenzione sul coronavirus è altissima, come è giusto che sia per un'epidemia che ha sì l'epicentro in Cina ma che sta interessando anche il resto del mondo. Dal sondaggio di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera emerge però un dato molto interessante: in Italia il clima è lontano dalla psicosi. Il 45% degli intervistati crede che sia necessario prendere delle precauzioni per limitare il rischio di entrare in contatto con il virus, mentre circa un terzo ritiene che non sia necessario cambiare alcuna abitudine.


Pagnoncelli evidenzia che anche nel confronto con la Sars, il virus che nel 2002 provocò 774 morti (a fronte di oltre il doppio già causati dal coronavirus), gli italiani non sono poi così allarmati: il 43% pensa che la gravità dei due virus si equivalga, il 12% addirittura ritiene che sia minore quella attuale, mentre il 14% e il 24% sono convinti rispettivamente che il coronavirus sia molto o un po' più grave della Sars. Mentre per quanto riguarda l'operato del governo, il 69% degli intervistati si ritengono soddisfatti: in particolare riscuote successo la decisione di chiudere i voli da e per la Cina con il 72% di pareri favorevoli.

2 commenti:

  1. Buffo, fino a pochi mesi fa il pericolo sociale più grande era il morbillo (!), se andiamo ancora pochi mesi addietro, troviamo il terrorismo islamico (dov'è finito?), ancora prima i cambi climatici per poi tornare alle pandemia, di nuovo il terrorismo e poi...? Ci aspettiamo il meteorite, lo sbarco alieno o cosa altro tireranno fuori i manipolatori per tenerci incollati ai loro sederoni?

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    1. Il cambiamento climatico ce lo ammanniscono ogni giorno, ai telegiornali, inframezzato al coronavirus.

      Trovano le scuse più banali per incunearci nella mente che il pianeta si sta surriscaldando. Dai pinguini dell'Antartide che camminano sulle rocce anziché sl ghiaccio, alle foto scattate in orbita dal nostro astronauta Luca Parmitano.
      Ogni occasione è buona, ché tanto il pubblico a casa crede a tutto.

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