Non è la prima volta che m’improvviso critico cinematografico. Lo farò anche stavolta. Il film, una prima visione trasmessa il 7 febbraio, s’intitola “Madre”. Ancora prima di leggere le spiegazioni date dal regista, Darren Aronofsky, ebreo, sulle allegorie presenti nel suo film, avevo individuato alcune analogie con la Bibbia. Prima fra tutte, il fratricidio iniziale del film, sul modello di Caino e Abele. Ma anche la nascita delle religioni, dettate dal culto della personalità, laddove il protagonista, un famoso scrittore, viene fatto oggetto di venerazione da parte di uno stuolo di ammiratori, gli stessi che ne faranno un culto devastante, divisivo e distruttivo. Esattamente ciò che le religioni hanno prodotto nel corso della storia umana. Ad andarci di mezzo è la protagonista, moglie dello scrittore, che secondo le intenzioni del regista dovrebbe essere Madre Natura. Costei subisce i soprusi degli ammiratori, invadenti e devastanti, estranei al contesto paradisiaco originario, e anche questo è esattamente ciò che la specie umana ha fatto fin dalla sua esistenza su questo pianeta, specie da molti riconosciuta come un virus avulso dal contesto nel quale vive.
La figura del padrone di casa, lo scrittore apparentemente sprovveduto che accoglie i visitatori a frotte, forse per troppa bontà, rappresenta il Dio buono che dà fiducia agli uomini, fiducia mal riposta, e anzi dà loro il suo stesso figlio. Così ci è stato raccontato a catechismo: Dio offre in sacrificio il suo unigenito figlio Gesù. Che nel film è un neonato, sottratto alla madre in un momento in cui viene vinta dal sonno e a sottrarglielo è proprio suo marito. Ovvero: Dio il Creatore toglie a Madre Natura ciò che ha di più bello (gli animali?), per darlo in pasto alle belve feroci che dicono di adorarlo. Non bastava che Dio avesse lasciato che gli uomini distruggessero le bellezze naturali, ci voleva anche che tradisse Madre Natura, da lui creata, sottraendole il proprio figlio, l’essenza stessa della sua sacralità.
Qui c’è un sovrapporsi di allegorie. A Madre Natura si può far coincidere Madre Chiesa, che alla fine viene da Dio stesso sacrificata e sottoposta a un prelievo chirurgico a mani nude. La Donna del film decide di bruciare l’intera casa, non sopportando più di vederla insudiciata e rovinata ma, sopravvivendo all’incendio da essa stessa causato, viene soccorsa da Dio che le chiede un ultimo dono. Lo scrittore la adagia delicatamente e le apre il ventre, da cui estrae un cristallo, da mettere sugli altari al posto di quello infranto dagli umani ospitati per primi. Quel cristallo permetterà di ricominciare tutto daccapo, con Dio padrone di una casa che non c’è più ma che potrà risorgere dalle ceneri di quella precedente. L’ulteriore metafora che vi leggo è che Madre Chiesa sta per essere annientata, grazie al Papa rottamatore eletto a tal proposito nel 2013, per lasciare il posto a un’altra religione, nata dal nuovo cristallo estratto dal corpo della Donna. La nuova Chiesa costituirà la religione ufficiale del nuovo ordine mondiale.
ma che sostanze ha preso sto' reGGista?
RispondiEliminaNessuna. Ha solo letto la Bibbia.
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