domenica 16 febbraio 2020

Le Sardine ricevono attacchi anche da Sinistra


Testo di Andrea Scanzi

Sardine, il principino delle banalità. Mattia Santori, dopo la foto ilare con Benetton, il flop a Scampia e le tortoiate prese da Sallusti e Senaldi (avessi detto Frazier), è tornato a spron battuto in tivù. Fa piacere. Lo ha fatto come ospite di Merlino e Formigli, puntando sulle "one to one" per non correre il rischio di qualche ospite impazzito che lo mettesse in difficoltà anche solo chiedendogli “Pizza o calzone?”. In tivù, e non solo in tivù, Mattia ride sempre. Fa piacere pure questo, sebbene di tutta questa ilarità non se ne capisca granché il motivo. Nelle interviste lo trattano spesso con un mix di indulgenza e deferenza, e se la prima è naturale la seconda suona surreale, perché se Santori induce deferenza allora Cacciari va eletto seduta stante Imperatore delle Galassie. Santori dice che i grillini ce l’hanno con le Sardine perché “rappresentano quello che loro non sono più”, e ci prende il giusto. Sentenzia che “non bisogna vergognarsi di essere di sinistra”, e lo fa con la gravità definitiva di chi ha raccolto l’eredità morale di Bobbio. Fa battute da asilo nido, asserendo –in uno dei suoi frequenti crolli contenutistici – che “Salvini è un erotico tamarro e noi un erotico romantico” (eh?). 


Propone (parola grossa) idee da liceale che occupa la palestra per far colpo sulla compagna di classe in prima fila, tipo “un Erasmus tra nord e sud” (autentica urgenza del Paese: altro che Reddito di cittadinanza!). E arriva a rivelare che per incontrare Conte bisogna “far coincidere le nostre agende”, quasi che la sua Smemoranda avesse di colpo acquisito il peso granitico dei quaderni di Gramsci (che chiaramente Santori mai ha letto). Siam sempre lì: le Sardine sono uno splendido movimento spontaneo (sì, spontaneo), eterogeneo e per questo impossibile da tramutare in partito. Strepitose come catalizzatrici democratiche di indignazione, al momento (legittimamente) afasiche nel complicato passaggio da protesta a proposta. Va bene tutto: non puoi chiedere la Luna a una Sardina. Solo che hanno scelto come frontman quello (forse) più fotogenico, ma (sicuramente) più respingente e meno efficace. Siano benedette le piazze che hanno riempito e riempiranno: lo siano un po’ meno le nenie laiche espettorate dal principino azzurro delle Sardine. Santori passa il tempo a criticare tutto quello che non gli somiglia, e questo va benissimo, ma non si capisce a nome di chi parli: se di se stesso va bene, se di tutte le Sardine allora è un problema. Sì, perché il Santori bastona (per quel che può) leghisti, fascisti e grillini, che per lui più o meno pari sono. E poi Conte, colpevole di avere avallato quegli obbrobri dei due decreti Sicurezza (dei quali, va da sé, Santori conosce giusto i bignami pubblicati dall’Espresso). 

Il principino azzurro delle Sardine, con la sua voce vezzosamente in slow motion e l’aria di chi al ristorante ordina per ultimo per esser certo di distinguersi dalla massa, si dimentica però sempre di criticare con analoga nettezza colui che più di tutti sta facendo il gioco dell’odiato Salvini: ovvero Renzi. E perché mai non lo critica? Facile: perché Santori era (era?) renziano. Gli piaceva (piaceva?) il nulla ammantato di nulla del renzismo. Votò convintamente “s ì” il 4 dicembre 2016. E ancora adesso, quando parla, somiglia più a un Calenda impreparato che non alla bravissima Elly Schlein (che vale 187 mila volte Santori). Ecco, quasi-compagno Mattia, va bene tutto. Le banalità un tanto al chilo, l’entusiasmo credo sincero e persino quel buonismo posticcio da Benigni mai stato Cioni Mario. Va bene perfino la tua idea di “cambiamento”, così annacquata da risultare graditissima a quello stesso sistema che dici di voler – più o meno – scardinare. 

Però, di grazia, prima di rampognare gli altri dall’alto di un piedistallo immaginario, fai una bella cosa: scendi dal pero, esci dal favoloso mondo di Santori e combatti anche chi sta consegnando il Paese a Salvini. Ovvero quel Matteo che votavi fino all’altroieri e che già sogna –spero invano –di cederti un giorno il posto da vicecapitano nella bad company chiamata “Italia Viva”. Tra uno strale moscio e un’invettiva stitica, quasi-compagno Mattia, trova il tempo per criticare quel che eri e forse ancora sei. Dicci che su Renzi sei stato come minimo un bischero. Che hai sbagliato tutto. E che solo oggi hai compreso (se lo hai compreso) che in fondo tra lui e Salvini l’unica differenza è il cognome. Fallo, una volta per tutte. Solo a quel punto, forse, le tue intemerate disinnescate potranno sembrare veramente convincenti. Altrimenti, e perdonami la mezza grevità, resterai sempre l’ex rappresentante di Liceo che faceva il politicizzato per conquistare le fighe. In classe lo abbiamo avuto tutti, ed era proprio uguale a te.
[N.d.R. Grazie a Francesco Spizzirri per la segnalazione]

6 commenti:

  1. ah ora capisco pienamente perché Wandervogel con la dieresi s'è tanto offeso e m'ha dato della cretina, intendenva nata a Creta...mia osservazione prontamente cancellata dal suo alter ego senza dieresi RD...mi vien che sbellicarmi, covo di "canarini". Attenti all'Egitto !

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    1. No, guarda, io non ho alcun alter ego senza dieresi.
      Sei tu che hai vari alter ego: Monja, Monia de Moniax, Veg Anna, Reset, ecc.
      Io commento perlopiù su questo blog, e, di rado, anche sul blog del Bardi. Invece, i tuoi commenti, signora Bambilu, li ritrovo in moltissimi altri blogs ed anche negli spazi riservati ai commenti di importanti testate giornalistiche. Trascorri molto tempo dinanzi al computer, suppongo.

      Duria, ma quanti anni sono che Bambilu scrive sul tuo blog?
      È sempre stata così... lunatica?

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    2. E poi, perché "attenti all'Egitto"?

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    3. Il soggetto di cui parliamo è un caso patologico, affetto da schizofrenia conclamata. E' stata scelta per svolgere il ruolo di Troll, indipendentemente che se ne renda conto o no.

      Sono molti anni che infesta questo sito, con nomi diversi tra cui Veg Anna.

      Ho la sua mail e anche il link del suo blog e a volte penso che se riesce a passare tutto il giorno davanti al PC è perché è paraplegica, benché la spiegazione più ovvia è che sia pagata da qualcuno.

      Vorrei che mi risolvesse questi dubbi, ma sta pur certo che non lo farà.


      Questo è il suo blog, ma non ricordo se sei stato proprio tu a comunicarmelo. Non è il caso di perdervici tempo.

      www.bambilu-diquasitutto.blogspot.com

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  2. Alcuni liberi pensatori sostengono che le sardine siano un marchio registrato della vatican corporation In Palestina vi era una comunità di esuli babilonesi adoratori del dio pesce Dagon Crudeli e pervertiti pederasti e pedofili, erano soliti praticare nascostamente orrende cerimonie orgiastiche che si concludevano sovente con sacrifici umani, segnatamente di bimbi e fancullle. Una volta diasporati pervennero a Roma stanziandosi prevalentemente nella suburra dell'urbe. Continuarono a perpetrare i loro orrendi rituali Luciferini, nascondendosi negli anfratti tufacei (catacombe).

    Se si osserva un papa un vescovo o un cardinale in alta uniforme,si noterà che indossano la mitra, uncopricapo che ricorda la testa di un pesce a bocca aperta...

    Questa setta fu sdoganata da Costantino
    Il g(l)ande, dopo il famoso sogno-visione scudocrociato. Poscia costituirono la vatican corporation, servendosi di cristi & madonne come copertura. Taluni sospettano che questi infami infestano ancora le"sacre" stanze, e che i sacrifici umani continuino.

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    1. Già, non mi era venuto in mente. L'uomo pesce, che ha nel copricapo dei vescovi la sua reminiscenza.

      Chissà perché le Sardine hanno scelto proprio quel nome!

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