Il pensiero politico di un giovane animalista

Testo di Wandervogel

Thatcher e Reagan erano ambedue di destra, entrambi liberisti, conservatori e populisti. Erano a favore delle classi medio-alte, e ciò è incontrovertibile alla luce di tutti quei dati che dimostrano una decisa crescita delle disuguaglianze socioeconomiche proprio a partire dagli anni '80. Il populismo non fa gli interessi degli indigenti, bensì dell'aristocrazia operaia (reazionaria e nazionalista) e della piccola borghesia, con quest'ultima che è la classe più infida e meschina. Le destre odierne, dell'anno 2020, da quelle piattaforme liberiste non se ne discostano. Non a caso, nell'ultima carnevalesca radunata di Pontida, il Salvini, con quella panza tamarra imbottita di cadaveri ed alcol, ha speso parole più che positive per la Thatcher.

La Lega propone la 'Flat Tax' (la chiamano in inglese, che sovranisti!), assolutamente a favore di chi possiede un certo quantitativo di denari. La Meloni, una cafona di borgata che incredibilmente viene pompata come una potenziale statista, si è dichiarata contraria al reato di tortura, quindi che si faccia come nel luglio 2001, ché tanto la destra è becera per genetica. La destra vorrebbe addirittura abolire in toto il reddito di cittadinanza, strumento assolutamente doveroso in un paese ove vi è una fascia rilevante di popolazione in condizione di povertà assoluta. La destra è sviluppista, che si cresca a qualsiasi costo, anche al costo di tenere in pieno regime una bomba ambientale come l'ex ILVA di Taranto. La destra, in sostanza, è classista, reazionaria, molto ostile agli ideali dell'ecologismo e del veganismo (quello radicale, ideologico, oserei dire totale, e non quello tiepido e di compromesso esibito da taluni codardi).

La lotta al capitalismo è sempre venuta dall'estrema sinistra e dagli anarchici, mai dalla destra, incarnazione più densa del capitalismo medesimo. Le industrie farmaceutiche sono sempre così floride a causa delle scelte e dei comportamenti di centinaia e centinaia di milioni di consumatori in deficit intellettuale. La tassa sulla carne potrebbero non imporla non perché creerebbe fastidio alle aziende farmaceutiche, ma perché l'industria alimentare dello sfruttamento animale è estremamente potente, sgancia fior di denari per influenzare politici, per la pubblicizzazione di ricerche pseudoscientifiche a favore di carne e latticini, e sovente gode anche della simpatia, implicita od esplicita, dei consumatori, dunque delle masse, dell'uomo comune. 

La Nutella (dinastia Ferrero) che da sempre schiavizza le vacche per il latte, che deforesta per l'olio di palma, che si avvale del lavoro minorile per la raccolta delle nocciole turche, produce una crema da bandire, con una quantità criminale, mostruosa, di saccarosio, e, nonostante tutto ciò, l'italiano medio è affezionatissimo alla Nutella, lo dimostra il successo commerciale che, di recente, ha investito i biscotti di quella linea. Con consumatori così tarati, così egoisticamente attaccati alla gola, il veganismo rimarrà necessariamente riservato ai pochi (ma buoni).