Testo
di Franco Libero Manco
Nell'accusa
di essere estremisti o intolleranti verso le scelte altrui spesso si cela
l'avvilente tentativo di giustificare se stessi quando l'accusa suscita sensi
di colpa. Se fosse un nostro parente ad essere violentato o ucciso e cucinato
per il piacere del palato di qualcuno, certo non saremmo così indulgenti e
propensi ad invocare rispetto per le scelte degli altri. Ribellarsi
contro lo schiavismo, la tortura o la pena di morte degli umani, lottare contro
gli oppressori, non è considerato estremismo ideologico. Quindi il problema si
pone solo perché le vittime sono ANIMALI, considerati cose a disposizione
dell'uomo.
Quando
in ballo è la vita e la sofferenza degli altri, essere vegetariani non è una
scelta come un'altra: la scelta è tra la VITA e la MORTE, tra la giustizia e la
sopraffazione, tra l'amore e il disprezzo, tra la civiltà e la barbarie.
Essere
vegetariani oppure mangiatori di animali non è affatto la stessa cosa. Sono due
realtà agli antipodi: l'una è per la vita, l'altra per il piacere del palato ad
ogni costo.
Dobbiamo
essere accorti, misurati per non urtare la suscettibilità di coloro che non
dimostrano sensibilità verso il dolore e la vita dei più deboli e indifesi?
Noi
siamo la voce di coloro che non hanno voce. Se io considero criminale chi
avesse deciso di ridurre a te lo stipendio, tu non mi accuseresti di estremismo;
ma se dico che è ingiusta e crudele una persona che fa a pezzi una creatura,
fatta come noi, tu non mi accusi di essere estremista.
E'
questione di saggezza e sensibilità.
Nessuna
espressione è sufficientemente estremista per denunciare il danno fisico,
mentale, morale, spirituale, economico, sociale, ambientale dell'uso di
sterminare innocenti ANIMALI."
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