venerdì 15 maggio 2015

Armi incruente per difendersi dallo specismo dei musulmani


Fonte: Il Giornale

Milano - Una gita didattica diventa un affronto culturale. Anzi un'offesa ai musulmani. Mentre si continua a invocare, se non pretendere, tolleranza per gli islamici che si trasferiscono in Italia, loro si offendono perché un'associazione animalista chiede alle istituzioni di inserire nei programmi scolastici una visita alle fattorie didattiche e ai canili. E non solo: intimano di non portare i propri figli in questi luoghi sacrileghi, dove i pargoli potrebbero venire a contatto con maiali e cani. Entrambi gli animali sono infatti considerati impuri: ad esempio, chi tocca quello che in Italia è considerato «il miglior amico dell'uomo» è poi costretto a lavarsi diverse volte.

 
L'Associazione italiana difesa animali ed ambiente, tramite il suo blog, ha lanciato un appello «al ministro dell'Istruzione, agli assessori regionali alla Scuola e agli assessori comunali alla Pubblica istruzione. Oltre ovviamente ai provveditori regionali delle scuole ed ai presidi affinché nel programma scolastico vengano inserite almeno due visite in una fattoria didattica e in un canile o rifugio in modo che si possa introdurre il rispetto per la vita ed i diritti degli animali nella cultura scolastica italiana». Non l'avessero mai fatto: «Due giorni fa mi sono arrivate delle lettere di madri islamiche che mi intimavano di non portare i loro figli nelle fattorie didattiche o nei canili - racconta esterrefatto Lorenzo Croce, presidente dell'associazione - e questo perché cani e maiali sono impuri secondo la loro religione: noi però come non accettiamo che i maiali vengano portati in giro per provocazione, non accettiamo nemmeno questo».

Croce, in accordo con tutti i responsabili dell'associazione, ha intenzione di lanciare una campagna per far scoprire il buono dei maiali e il bello dei cani: «Vogliamo che tutti i bambini, compresi quelli musulmani, possano conoscere tutti gli animali - spiega Croce - ma come siamo contrari al cibo halal perché gli animali non vanno sgozzati, così dobbiamo impegnarci anche in questa battaglia di principio e invitiamo tutti i musulmani che sono contrari a discuterne con noi». «La proposta dell'associazione animalista ed ambientalista prevede due gite di un giorno ciascuno presso una fattoria didattica dove gli animali vivono felici e liberi e di contro una in un canile dove invece decine di cani sono detenuti - spiegava il comunicato che ha causato la furia delle mamme islamiche. 

Aidaa, nel corso del 2014 lancerà anche una campagna sempre rivolta alle scuole ed in particolare alle famiglie degli studenti delle scuole medie ed elementari per l'adozione di cani e gatti». Una proposta finita nel mirino delle fedeli di Maometto, che però sono un caso e non la regola: «Gli stessi amici musulmani con cui ero a cena quando ho ricevuto le mail di queste signore - specifica Croce - sono rimasti sorpresi da una presa di posizione del genere: noi pensavamo di fare un gesto che potesse piacere alle famiglie e invece». Recentemente vari servizi di giornali e periodici hanno mostrato come il rischio di avere a che fare con fondamentalisti anche in Lombardia, e in Italia, non è lontano. Anzi, vicinissimo. E quindi sembra quasi ovvio che delle mamme preoccupate prendano queste posizioni. Anche se contro l'iniziativa di una associazione che a Lampedusa si sta battendo per salvare gli amici a quattro zampe. Ma anche questa è la nuova Italia, dove anche una gita alla fattoria o al canile diventa materia di scontro religioso.

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