domenica 31 maggio 2015

Ce lo chiede l'Europa



Roma, 30 maggio – La Commissione europea è stata chiara: “Ok, sul tema migranti vi aiutiamo, ma alle nostre condizioni”. Nel testo del primo accordo sulla questione i nostri colleghi europei lo dicono chiaro e tondo: prenderanno una parte di chi sbarca sulle nostre coste, 24 mila persone in due anni. Ora, già sono numeri ridicoli, se pensiamo ai 90 mila sbarcati soltanto in questi primi mesi del 2015. Ma sembrano contraddire la tanto sbandierata Convenzione di Ginevra, del 1951, per cui ogni cittadino che “temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o opinioni politiche, si trova fuori dal paese in cui ha la cittadinanza e non può o non vuole avvalersi della protezione di tale paese” può chiedere lo status di rifugiato.

 
I nostri colleghi europei dunque hanno deciso di fare la classifica di chi è più meritevole di essere accolto. I richiedenti asilo sono tutti uguali, ma alcuni sono più uguali di altri insomma. Siriani e eritrei in primis. Per tutti gli altri… resta l’Italia. Tolta la manciata di siriani e eritrei, tocca dunque ancora a noi, in applicazione alla Convenzione stessa, analizzare le pratiche dei candidati profughi e dar loro accoglienza per il tempo necessario all’espletamento delle richieste. E da questo punto di vista, stando alla lettera del trattato, i richiedenti asilo possono essere originari di un qualsiasi paese in conflitto, inteso questo in senso lato.
 
Secondo l’Istituto Internazionale di Studi Strategici di Londra, con un calcolo molto prudenziale, in questo momento nel mondo si stanno combattendo 42 guerre. Solo in Africa, continente a noi dirimpettaio e luogo d’origine della stragrande maggioranza dei nuovi arrivati, ce ne sarebbero, fra conflitti “tradizionali” e “guerre ibride” -che vedono cioè l’alternarsi di scontri fra forze armate regolari e irregolari- 24. Solo per avere sotto mano qualche punto fisso: l’Italia ha circa 60 milioni di abitanti, l’Europa 740 circa e l’Africa 1 miliardo e 160. I conflitti in corso coinvolgono paesi come la Nigeria (coi suoi 180 milioni di abitanti), la Libia (6 milioni di abitanti), il Mali (16 milioni di abitanti), il Sud Sudan (11), la Somalia (11 milioni).
 
Sono numeri imprecisi per difetto, ma dobbiamo calcolare che in questo momento più di 230 milioni di persone vivono in zone di guerra. È solo un’immagine fantasiosa –nella sua brutalità- ma, in base alla convenzione di Ginevra, si tratta di circa 230 milioni di aventi diritto d’asilo. E parliamo della sola Africa. Perché poi c’è il resto del mondo. E non è una battuta. Basti ricordare che all’indomani del tragico naufragio del 18 aprile scorso e dei 700 morti al largo delle coste libiche, agenzie e telegiornali diedero, fra le righe, una notizia curiosa che passò inosservata. Durante le dirette dei tg abbiamo sentito ripetere decine di volte questa frase: “Sta bene il primo superstite del naufragio, è in ospedale a Catania. Si tratta di un maschio di 28 anni di origine…. bengalese”. Era salpato dalla Libia, ma arrivava dal Bangladesh, dall’altra parte del mondo. È giunto fin qui con un gruppo di connazionali. Ora, presumibilmente, è un richiedente silo. Altro che piano Ue.

1 commento:

  1. Ottimo articolo se non vi fosse una errata interpretazione della Convenzione internazionale di Ginevra, che esclude i rifugiati di guerra (oltre a quelli economici). Vedere il mio blog
    Blog del prof. Pietro Melis: LE MENZOGNE SUL DIRITTO D ...
    pietromelis.blogspot.com/2015/05/le-menzogne-sul-diritto-dasilo.html
    01 mag 2015 - Si ritiene falsamente per disonestà o ignoranza che i rifugiati, economici o di guerra, abbiano diritto d'asilo, e che dunque l'Italia abbia il dovere ..

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