Fonte: Scenari economici
Alcuni giornali, tra
cui Repubblica oggi riportano la notizia che, secondo
il consigliere governativo libico Abdul Basit Haroun, ci
sarebbe un accordo fra ISIS e gli scafisti
per cui i jihadisti permetterebbero l’imbarco dalle coste da essi
controllate, in cambio di metà dei guadagni, ed un
certo numero di miliziani sarebbero pronti ad infiltrarsi fra i
clandestini dei barconi per sbarcare in Europa e progettare
attentati. Il funzionario
ne avrebbe avuto conferma da colloqui avuti con alcuni trafficanti.
Se la notizia fosse
vera, e dato che si parla di fanatici non si può escludere che
alcuni di essi rischino la traversata, pur con i pericoli che questa
comporta, sarebbe ancora più grave, perché
l’Italia, come
riferisce un articolo del 13 aprile del sito di analisi
geo-politica Foreign
Policy, passato
incredibilmente sotto silenzio, da qualche tempo non
effettuerebbe più alcun controllo dei clandestini e permetterebbe
loro di “scappare” dai centri di raccolta ed identificazione,
agevolandone addirittura l’espatrio! Secondo i due reporter
che hanno scritto l’articolo, Harald Doornbos e Jenan Moussa, i
quali hanno intervistato numerosi rifugiati in Olanda, Svezia e
Germania, le autorità
italiane omettono di identificare e registrare i migranti, proprio
per evitare che essi siano costretti a rimanere nel nostro Paese.
Uno di questi, Muhammad, un 32enne siriano salvato in mare dalla
Guardia Costiera italiana insieme ad altre 350 persone provenienti
per lo più dallo stesso Paese, ed attualmente registrato in Germania
come rifugiato, ha raccontato ai giornalisti che, una volta sbarcato
a Catania e portato in un centro di accoglienza ha temuto di essere
schedato ed identificato in Italia, cosa che non gli avrebbe più
permesso di chiedere asilo in un altro Stato europeo, e che tale
timore era condiviso dai suoi compagni, in quanto quasi tutti
sarebbero voluti andare nei Paesi del Nord Europa; per questo ha
chiesto alla Polizia presente nel campo se fosse obbligato a rimanere
nel centro: orbene la risposta è stata che avrebbe potuto
tranquillamente, se avesse voluto, dormire lì, ma
che se voleva andarsene era libero di farlo.
Mentre egli parlava con il poliziotto un suo compagno scopriva che la
porta del retro del centro di accoglienza era aperta.
Quando Muhammad e l’altro profugo sono usciti da lì la Polizia ha
chiuso la porta. I due hanno scavalcato il muro che delimitava il
campo senza che nessuno li fermasse e si sono recati a Catania dove
hanno preso un treno che li ha portati fino in Germania. lì Muhammad
si è recato dalla Polizia e si è fatto identificare, chiedendo
rifugio.
Egli stesso, pur lieto
di non essere dovuto rimanere in Italia, si è detto preoccupato per
questa prassi, in quanto permetterebbe
ad un terrorista dell’ISIS di sbarcare senza controlli
e di viaggiare per tutta Europa; addirittura, secondo l’intervistato,
l’eventuale terrorista potrebbe portare con sé tranquillamente
delle armi, poiché non si effettuerebbero controlli nei centri di
accoglienza italiani neppure sul bagaglio portato dai migranti! Un altro rifugiato
intervistato, Bassem, partito da Mersin, un porto della Turchia, alla
volta della Sicilia, ha riferito che nell’imbarcazione insieme a
lui c’era un sessantenne siriano, il quale affermava di aver pagato
€ 20.000,00 per avere tre posti sulla barca e che lui ed i suoi due
figli avrebbero cercato di raggiungere la Germania e lì richiedere
un visto, per poi chiedere il ricongiungimento familiare con la
moglie, le figlie e l’altro figlio partiti dalla Siria e migrati ad
Instambul. Quest’ultimo
è un jihadista del fronte Al-Nustra, un’affiliata di Al Quaeda, ed
ha combattuto per l’ISIS ad Aleppo.
Le autorità italiane
non si limiterebbero a chiudere un occhio sulla fuga di migranti, ma,
secondo varie testimonianze riportate dai due reporter, addirittura
agevolerebbero tale pratica, dando consigli per evitare i controlli
alle frontiere! Ahmad, un
altro profugo siriano fuggito da un centro di accoglienza attraverso
un foro nella recinzione, racconta di aver preso un autobus per
Milano e da lì un treno per la Germania, ma di esser stato preso
dalla Polizia austriaca e riportato insieme ad altri al confine con
l’Italia e consegnato alla Polizia locale. Subito i
poliziotti li avrebbero liberati e consigliato di riprovare con lo
stesso biglietto sul treno successivo,
come in effetti hanno fatto, questa volta con successo.
Se queste
testimonianze sono vere il
Governo italiano sta di fatto aggirando il regolamento 2003/343/CE,
detto Regolamento di Dublino sui migranti,
da egli stipulato in forma di Convenzione già nel 1990, e, per
questa via, risolvendo il problema dell’afflusso di migranti sulle
nostre coste, permettendone lo sparpagliamento in tutta Europa,
principalmente nei Paesi del Nord, ma al
prezzo di omettere qualsiasi controllo delle persone sbarcate,
mettendo così a rischio la sicurezza nazionale e continentale. Forse sarebbe ora di
affrontare palesemente e senza ipocrisie il problema, prima di vedere
tragicamente comparire anche sul nostro continente lo spettro, finora
solo evocato, dell’ISIS.
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