Testo di Chiara Gagnarli
Bocciata la nostra
proposta di escludere dagli appalti delle mense pubbliche di istituti
scolastici, nonché dai distributori automatici in essi collocati, le
ditte che forniscono prodotti a base di olio di palma. Dal 13
dicembre milioni di consumatori italiani ed europei ne hanno scoperto
la presenza in migliaia di prodotti alimentari, fino a oggi camuffata
dietro la scritta “olii e grassi vegetali”. L’ampio utilizzo di
questa materia prima è dovuto sia al costo estremamente basso, sia
al fatto di avere caratteristiche simili al burro. Ma la sua
produzione è correlata alla rapina delle terre, alla deforestazione
di aree boschive, alla devastazione degli “habitat” naturali per
lasciare spazio alle monocolture come quelle della palma da olio.
Queste operazioni comportano gravi violazioni dei diritti umani,
l’eliminazione della sovranità alimentare e la riduzione della
biodiversità. Secondo molti i nutrizionisti inoltre l’assunzione
giornaliera di dosi elevate di questo ingrediente può risultare
dannosa per la salute a causa della presenza dei grassi saturi, e
visto che l'olio di palma si trova nella maggior parte degli alimenti
trasformati, soprattutto in quelli più consumati dai giovani,
dovremmo almeno cercare di limitarne l’assunzione nei bambini che
sono i più esposti.
Nessun commento:
Posta un commento