Fonte: Gli occhi della guerra
Non
solo le provocazioni nei confronti degli Stati Uniti e un programma
atomico che rischia di portare il mondo sull’orlo di un
conflitto, le cui conseguenze potenziali sono state definite
“spaventose” dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio
Guterres. Anche sul piano interno, il regime di Kim
Jong-un rappresenta una minaccia per i diritti umani.
I cristiani “spie occidentali”
Da quindici
anni consecutivi, infatti, la Corea
del Nord si
conferma il posto peggiore al mondo per chi professa la fede in
Cristo. Accusati di essere “spie dell’Occidente” i cristiani
sono relegati nella “classe ostile”, l’ultima delle categorie
sociali in cui si divide la società nordcoreana, secondo il criterio
della fedeltà alla dinastia della famiglia Kim. Così, a Pyongyang
si può essere arrestati, torturati o uccisi per il semplice fatto di
possedere una Bibbia in casa, come mette in luce l’ultimo Rapporto
sulla Libertà religiosa curato dalla fondazione
pontificia Aiuto
alla Chiesa che Soffre.
Il cristianesimo, come ai tempi degli shogun giapponesi,
infatti, è considerato da Kim Jong-un come un’arma dell’Occidente
per “ledere lo Stato e l’ordine sociale”. Non una religione,
bensì uno strumento di penetrazione delle agenzie
di intelligence occidentali.
Tutti i cristiani sono, quindi, considerati alla stregua di spie
statunitensi e sudcoreane e,
per questo, si legge nel rapporto di Acs-Italia, “vengono
giustiziati”.
Nei campi
di lavoro, dove si
stima possano essere attualmente recluse fino a 200mila persone, sono
imprigionati moltissimi cristiani, privati della libertà soltanto
perché considerati rei di aver organizzato incontri di preghiera o
altri tipi di attività connesse con la religione. Dal 2014, anche la
Commissione d’inchiesta delle Nazioni
Unite sulla Corea
del Nord ha denunciato le “indicibili atrocità” commesse dal
regime nei confronti dei cristiani residenti nel Paese, che, secondo
le stime dell’Onu, oscillerebbero tra 200 e 400mila. Tra queste,
secondo fonti dell’associazione pontificia che si occupa dei
cristiani perseguitati nel mondo, ci sarebbero “aborti forzati,
privazione di cibo e casi di crocifissioni”.
Decine di religiosi imprigionati
Sebbene la libertà
religiosa sia
garantita dall’articolo 68 della Costituzione nordcoreana, nelle
chiese cristiane presenti a Pyongyang – tre protestanti, una
cattolica e una ortodossa russa – i sacerdoti non ci sono quasi
mai. Più frequenti delle Messe, infatti, sono le condanne ai lavori
forzati. Nel 2015, un pastore canadese di origini sud coreane, il
reverendo Hyeon Soo Lim, impegnato in attività umanitarie nel Paese,
è stato condannato
all’ergastolo e
costretto a scavare buche per otto ore al giorno in un campo di
lavoro. L’accusa, per lui, è quella di “aver utilizzato la
religione per rovesciare lo Stato e nuocere alla dignità della
leadership suprema”. Stessa sorte per altri due pastori di origine
sudcoreana, Kim Kuk Gi e Choe Gun Gil, accusati di spionaggio nello
stesso anno. Nel 2016, sempre per spionaggio, è stato condannato ai
lavori forzati il missionario sudcoreano Kim Dong Chul. E le violenze
non si fermano all’interno dei confini nordcoreani. Sono in molti,
infatti, a ritenere che possa essere stato opera di agenti segreti di
Pyongyang l’omicidio di Han Choo-ryeol, pastore sino-coreano
assassinato in Cina a maggio del 2016. Il religioso aveva istituito
delle chiese sotterranee in Corea del Nord e per questo potrebbe
essere finito nel mirino dei servizi segreti di Kim Jong-un.
L’appello per la fine delle
persecuzioni
“La
minaccia nord-coreana non è solo quella degli ordigni ad altissimo
potenziale, capaci di mettere a rischio la sicurezza delle altre
nazioni, ma anche quella nascosta, ma non per questo meno letale,
della più crudele, violenta ed estesa persecuzione, soprattutto
religiosa”, commentano in una nota congiunta il presidente
di Acs-Italia, Alfredo
Mantovano, e il
direttore, Alessandro
Monteduro,
auspicando che l’Occidente non si limiti ad una “reazione
settoriale” e mirata alla “neutralizzazione delle bombe”, ma si
adoperi valutando “con lo stesso metro quel che in Corea del Nord
viene fatto a ogni singolo perseguitato”.
Negli anni '90, la Corea del Nord venne colpita da una grave carestia.
RispondiEliminaSuccesse che tornò in auge il cannibalismo.
E se Kim Jong Un fosse ghiotto di fegati umani?
E quella storia che ha fatto mangiare alcuni suoi generali disobbedienti dai coccodrilli?
EliminaPropaganda occidentale, presumo.
O almeno me lo auguro!
"Non solo le provocazioni nei confronti degli Stati Uniti e un programma atomico che rischia di portare il mondo sull’orlo di un conflitto"
RispondiEliminal'incipit dell'articolo mi costringe a non leggere oltre, perchè se non si tratta di propaganda filoatlantista, si tratta di ignoranza di chi scrive e si beve pedissequamente quanto riportato dai media di regime...
tipo che le provocazioni sono di Stati Uniti unitamente a Corea del Sud e Giappone, che continuano ad organizzare esercitazioni ai confini con la Corea del Nord (il lancio di missili è la risultante di queste provocazioni ed un messaggio chiaro che la Corea non subirà in silenzio come la Libia-Irak-Afganistan-Siria)... poi sul nucleare Nordcoreano ci sarebbe da discutere, tecnologia arraffazzonata ed obsoleta, ma nessuno parla del potenziamento dell'arsenale Israeliano, che, in barba il disarmo internazionale, è diventato nel giro di due anni il terzo paese mondiale come quantitativo di testate nucleari...
Americani ed Isrealiani inventastorie, cialtroni e cialtroni chi ancora li ascolta!
Quello che tu dici è vero, tuttavia, ho trovato altre fonti che parlano di persecuzioni religiose nei confronti di esponenti del clero cristiani.
EliminaDel resto, gli asiatici hanno una lunga tradizione di odio nei confronti dei cristiani. Vedi per esempio i racconti dei gesuiti in Giappone nell'Ottocento e Novecento.
Copio e incollo da 'Il Messaggero'
RispondiEliminaUn popolo affamato e allo stremo delle forze, un dittatore feroce e sanguinario, un regime che da un lato si atteggia a superpotenza minacciando il mondo di sferrare attacchi nucleari e dall'altro non sa più cosa dar da mangiare a milioni di persone in uno stato di povertà inimmaginabile. È in questo scenario che nasce l'ultima mossa disperata del governo della Nord Corea: un bombardamento mediatico a ritmi serrati per convincere la popolazione a mangiare carne di cane, sostenendo che contiene più vitamine del pollo, del manzo, del maiale e dell'anatra.
Il tiranno Kim Jong-un ha scatenato una vera e propria campagna per promuovere la carne di cane, magnificandone le proprietà energetiche e terapeutiche, sostenendo che fa bene in particolare allo stomaco e all'intestino. Ricorrendo non solo ai canali radiofonici e televisivi, ma anche al canale online DPRK Today, sottolinea come, per migliorare il gusto della carne, si debba uccidere il cane bastonandolo a morte per poi togliergli la pelliccia prima di cuocerlo.
Il tutto accompagnato da racconti ed esempi per dimostrare quanto una scelta di questo tipo sia vantaggiosa, passando anche dai vecchi proverbi secondo i quali una sola fetta di carne di cane è sempre la miglior medicina e raccontando di come un ristorante di Pyongyang abbia riaperto i battenti ottenendo un grande successo proprio grazie a pietanze basate sulla carne di cane. Tra le proteste, ovviamente inascoltate, degli animalisti della Corea del Sud, il regime prosegue imperterrito in una campagna che, se non avesse contorni tragici, sarebbe semplicemente ridicola.
Spero che sia solo una leggenda propagandistica.
EliminaKim Jong-un, il giovane dittatore nord coreano con la faccia da porcellino d'India si è fatto conoscere non solo per le aspirazioni nucleari, ma per stravaganze e atrocità. La top ten delle follie del desposta stalinista sono avvolte dalla leggenda e non sempre confermate da prove tangibili, ma rendono l'idea del clima instaurato dal regime.
RispondiEliminaI NOMI ROBOANTI
Il dato certo è che a 33 anni i nomi altisonanti attribuiti a Kim Jong-un riflettono il culto della personalità della dinastia. Nel 2011, quando ha preso il potere al posto del padre, era il Grande successore poi diventato Leader supremo. Durante l'ascesa al trono la propaganda lo chiamava brillante compagno o piccolo generale.
LO ZIO SBRANATO DAI CANI
Jang Song Thaek ero lo zio del giovane despota, che con la moglie Kim Kiong Hui, soprannominata la Lady Machbet di Pyongyang, pensava di controllare il nipote. Kim Jong-un l'ha fatto arrestare nel 2013 accusandolo di ordire un golpe. Lo zio, con 5 collaboratori, è stato denudato e gettato in una gabbia con un centinaio di cani affamati.
BACCO E TABACCO
Come il padre è un forte bevitore e adora la cucina internazionale, mentre il suo popolo muore di fame. Si è vantato di aver «bevuto 10 bottiglie di pregiato Bordeaux in una sola notte». Amante del formaggio Emmental e dei piatti francesi è un accanito fumatore di sigari.
UCCISO IL FRATELLASTRO
Il fratellastro del dittatore, Kim Jong Nam, era stato considerato per anni il successore designato. In esilio a Macao è stato ucciso con un agente tossico, su ordine di Pyongyang, il 13 febbraio nell'aeroporto di Kuala Lampur.
L'ORA È DIVERSA
Nell'agosto 2015 per celebrare il 70° anniversario della resa del Giappone, Kim Jong-un ha istituito «l'ora di Pyongyang». Tutti gli orologi sono stati portati indietro di mezz'ora creando un nuovo fuso.
PAURA DI VENIR AVVELENATO
Il despota mangia solo la lattuga del suo orto controllata minuziosamente al microscopio. Tutte le pietanze vengono assaggiate prima di servirle al dittatore, che teme di venir avvelenato.
MINISTRO GIUSTIZIATO A CANNONATE
Il 30 aprile 2015 il ministro della Difesa Hyon Yong-chol è stato giustiziato con armi pesanti. La motivazione trapelata è che si fosse addormentato a un evento militare presieduto dal capo del regime, ma in realtà sembra che non seguisse alla lettera gli ordini del dittatore.
IL TAGLIO DEI CAPELLI
Dal 2013 è circolata la notizia che nella Corea del Nord fosse stato imposto a tutti i maschi un taglio di capelli simile a quello del supremo leader con una misura che non superi i 2 centimetri. In realtà sembra «solo» che i media del regime ed i funzionari del partito abbiamo l'ordine di deridere e puntare il dito contro chi tiene i capelli troppo lunghi e non a spazzola.
L'ARCHITETTO MESSO A MORTE
La leggenda vuole che il despota abbia fatto passare per le armi l'architetto del nuovo aeroporto internazionale di Pyongyang. Kim Jong-un non era soddisfatto del design.
PROIBITO RIDERE
L'ultima follia sarebbe il divieto a tutti di pronunciare alcune frasi sarcastiche nei confronti del dittatore. La prima è «tutta colpa dell'America» utilizzata per prendere indirettamente in giro il regime che scarica sempre le responsabilità dei mali del pianeta sugli Usa. «Uno sciocco che non conosce il mondo» è un altro «grave» insulto alle manie isolazioniste di Kim.
La più credibile è che controlli il cibo prima di mangiarlo.
EliminaLo facevano anche i nostri Borgia.
Da WikiVoyage:
RispondiEliminaSi noterà anche che in tutte le stanze - tranne forse le toilettes - di tutti gli edifici nordcoreani si trovano perlomeno i ritratti di Kim Il-sung e Kim Jong-il appesi al muro (in tal caso fare attenzione: la parete che li accoglie è "sacra" e non va nemmeno toccata).
Isteria di massa al funerale di Kim Jong-il:
RispondiEliminahttps://youtu.be/mSLJYbhXCkE