sabato 7 agosto 2021

Le perplessità di un ristoratore


Testo di Anonimo

Quindi spiegatemi. Secondo voi io dovrei impedire l'accesso al mio ristorante a quella parte di popolazione che, insieme a me, da mesi combatte contro questa follia dilagante solo perché ha liberamente scelto di salvaguardare la sua salute come meglio crede? Dovrei dire a chi quest'inverno ci ha sostenuto con asporti improbabili prima, e cene al freddo e alla pioggia dopo, che ora deve stare fuori dal mio locale per lo stesso motivo per il quale ci è entrato quando l'unica cosa fatta da questo governo di delinquenti è stato chiuderci togliendoci il diritto al lavoro e alla sopravvivenza millantando ristori mai pervenuti?



Quindi spiegatemi. Nel mio ristorante sono benvenuti i cani e io dovrei vietare l'entrata ad alcuni esseri umani marchiati da una società malata di ipocondria e psicopatica inconcepibile che manco nel medioevo? A persone che sono venute qui, quando abbiamo riaperto dopo mesi, con un sorriso, una parola di incoraggiamento, con positività e buonumore, mentre gli altri, terrorizzati da questo male terribile che sta sterminando l'umanità (...), si erano chiusi in casa come topi, lasciandoci alla nostra solitudine e alla nostra sorte senza un briciolo di empatia, in preda a una paura senza senso e senza futuro? A persone che ci hanno fatto lavorare permettendoci di pagare le spese assurde che lo stato italiano ha continuato a chiederci senza chiederci però se riusciamo a dar da mangiare ai nostri figli?

Quindi spiegatemi. Io dovrei discriminare chi a noi ci ha pensato, a chi ci ha permesso di vedere ancora una speranza di umanità in fondo a questo buco nero che altri hanno creato semplicemente isolandosi nel proprio egocentrismo egoistico, che tanto la battaglia mica era la loro?

Quindi spiegatemi. Preferite che vi mandi affanculo io o ci andate da soli?"

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