lunedì 10 marzo 2014

Un altro umano salvato dal cane

 

Testo di Anna Guaita

Un golden retriever che nessuno voleva, una femmina di appena un anno e mezzo, è oggi l’eroina più ammirata d’America. Amber ha infatti tenuto in vita e salvato il proprio padrone che era stato sbalzato nella neve e nel ghiaccio quando il suo gatto delle nevi ha urtato una buca. L’incidente è avvenuto a 180 chilometri a nord di Anchorage, in Alaska, domenica nella tarda mattinata. L’uomo, il 52enne Otis Orth, stava recandosi in paese per fare delle spese, quando ha pensato di accelerare il viaggio abbandonando la pista. Ma così facendo la sua motoslitta è finita in una buca, capovolgendosi e catapultandolo a molti metri di distanza. Orth è riuscito a sopravvivere più di 24 ore nella temperatura polare, con braccia e gambe rotte e il volto graffiato e sanguinante, grazie al fatto che la sua cagna gli è rimasta accanto. Nella notte glaciale, Amber si è sdraiata appiccicata al suo fianco, posandogli il muso sulla pancia: “Il suo calore mi ha tenuto in vita”, ha detto Orth dal suo letto di ospedale.


Ma anche dopo essere riuscito a sopravvivere a una notte nei ghiacci dell’Alaska, con le ossa rotte, Orth sapeva che la fine era vicina. Un corvo ha addirittura cominciato a “danzargli intorno” attratto dal sangue. “Avevo paura per gli occhi, me li avrebbe beccati, mi avrebbe accecato, e non potevo muovere neanche un dito”, ha raccontato l’uomo. Ma Amber non lo ha permesso: ha cacciato il corvo abbaiandogli contro feroce, e gli ha impedito di riavvicinarsi.

Dopo varie ore, nel secondo giorno, Orth ha sentito il rumore di un altro gatto delle nevi. “Ha detto alla sua cagnetta: “Amber, và! corri, và, và!” E lei ha capito. La cagna è scappata verso il rumore, e si è messa a rincorrere due fratelli, Tom e Maynard Taylor, che stavano percorrendo la pista che Orth aveva scioccamente abbandonato il giorno prima. I due uomini temevano si trattasse di un cane abbandonato, e hanno accelerato. Ma poi hanno notato che Amber non cedeva, continuava a correre al loro fianco abbaiando, ma non in modo aggressivo. Allora hanno rallentato e a quel punto la cagna è tornata indietro, e si è seduta, sempre continuando ad abbaiare, come se volesse attirare la loro attenzione verso un punto preciso. Così i due sono scesi dalla motoslitta e le si sono avvicinati, e solo allora hanno sentito le grida di Orth. Hanno subito chiamato i soccorsi, e mentre aspettavano l’elicottero hanno cercato di riscaldare Orth che era oramai vicino al totale assideramento.

L’uomo perderà probabilmente alcune dita dei piedi, e almeno un paio delle mani. Ma dovrebbe rimettersi. Nel suo letto di ospedale ha ricordato che aveva preso Amber a Natale, dopo che la cagna era stata tenuta per un anno in un canile perché la famiglia che l’aveva presa da cucciola aveva avuto una bambina e non era stata capace di badare a tutte e due. “Amber ha sempre dormito ai piedi del mio letto, sin da quando l’ho presa, ma ora credo che le farò spazio al mio fianco – ha detto Orth. Credevo di essere stato io ad averla salvata, e invece è lei che ha salvato me. Le devo la vita”.

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