Quale valore può avere venire a conoscenza di eventi criminosi
accaduti a 11.000 chilometri di distanza? Lo stesso valore del venire
a conoscenza di eventi criminosi accaduti a 11 chilometri da casa
nostra. Mi dicono che in Gran Bretagna omicidi e rapine non hanno
spazio nei telegiornali, ma noi italiani siamo abituati in altro
modo: senza il nostro disastro quotidiano e i nostri morti serali non
riusciamo nemmeno a cenare. In Gran Bretagna però ogni anno in
maggio pubblicano la notizia dell’arrivo del cuculo. Forse gli
inglesi sono più sereni e rilassati degli italiani? E allora, se i
fatti di cronaca nera ci aiutano a capire la natura ferina
dell’essere umano, indipendentemente dall’etnia e dal colore
della pelle, sempre che avessimo ancora bisogno di saperlo, beccatevi
quanto sto per raccontarvi.
Il fattaccio è successo una settimana fa, ma ancora i
telegiornali ne parlano. Nel nord del Madagascar e per la precisione
nel villaggio di Antsakabary, nella provincia di Befandriana, sono
stati trovati due poliziotti morti ammazzati. Voi direte: capirai!
Succede continuamente e dappertutto che i poliziotti vengano uccisi.
Sì, ma il fattaccio non è questo. Arrivati sul posto due loro
colleghi per svolgere le indagini del caso, hanno trovato una certa
sospetta omertà da parte dei notabili del posto, a cominciare dal
“fokontany”, il capo villaggio. Quello che è scattato nella
mente dei due poliziotti investigatori lo sanno solo loro e Zanahary,
il Padreterno. Fatto sta che, non ritenendosi soddisfatti delle
risposte avute dagli anziani del villaggio, sono tornati di notte
muniti di taniche di benzina e hanno dato fuoco alle case, per lo più
capanne di legno con il tetto di paglia. Nel rogo sono morti una
dozzina di bambini e un numero imprecisato di adulti. Molti sono
finiti in ospedale con ustioni più o meno gravi. I due poliziotti
sono tuttora irreperibili.
A me vengono in mente quelle scene dei
film storici ambientati nel Medioevo, laddove il signorotto locale
ordina di bruciare le capanne dei contadini perché, a suo dire, non
gli sono stati versati i dovuti contributi. Oppure, trasportandoci
nei tempi odierni, gli imprenditori che si uccidono senza bisogno che
le loro case vadano a fuoco, per il motivo che lo Stato oppressivo,
che ci hanno fatto credere indispensabile, li costringe alla resa
finale e fatale. Il governo assassino, sia esso di Destra o di
Sinistra, scaglia ogni giorno metaforiche frecce incendiarie sui
tetti delle nostre case.
Ieri sera al telegiornale nazionale, con Tina che mi traduceva, un
funzionario del ministero degli interni si affannava a spiegare che i
due poliziotti incendiari sono stati presi da un raptus di follia e
che quando, e se, li troveranno saranno curati in un ospedale
psichiatrico. Tina ha poi aggiunto che quando a rubare o ad ammazzare
sono civili, prima di metterli in prigione gli si dà da tenere
davanti agli occhi un cartoncino rettangolare, per la privacy, e li
si fa riprendere dalle videocamere dei giornalisti, ma quando ad
ammazzare o a rubare sono militari o poliziotti questo non succede.
Può essere perché la casta degli uomini in divisa ha pudore a
mostrare i propri elementi devianti e in ogni caso vuole sentirsi
superiore alla popolazione e mantenere le distanze da essa.
Del
resto, anche dalle nostre parti abbiamo visto la fatica che la
magistratura fa a mettere sotto accusa gli assassini di Stefano
Cucchi, tanto per fare uno dei numerosi esempi. I nostri poliziotti
“devianti” esercitano la violenza nel chiuso dei commissariati o
delle carceri ma, per il momento, per nostra fortuna, non vanno in
giro a bruciare le case mentre la gente dorme. Siamo decisamente più
evoluti degli africani!
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