Testo di Mimma Dabramo
La traduzione letterale del termine Gan ’Eden che troviamo nei
Testi Sacri originali è sorprendente: Eden significa “la
dimensione del tempo presente”, mentre Gan significa “recinto,
steccato”. Perciò la traduzione corretta di Giardino dell’Eden è
“Recinto del tempo presente”, che può essere paragonata ad una
visione limitata della vita. I nostri due simbolici antenati vivevano
in un giardino recintato dalla loro stessa ignoranza, nel senso che
ignoravano di essere nudi, maschio e femmina, quasi totalmente
inconsapevoli di essere. Quando la donna più criticata e disprezzata
dall'intera società occidentale mangia il frutto dell'Albero della
Conoscenza, in Verità compie l'atto più importante che un essere
umano possa fare in questa Vita, ovvero quello di andare oltre il
mondo comunemente conosciuto per uscire dalla famosa zona di comfort.
Il gesto di Eva è un atto sacro, nel senso che dona in sacrificio la
sua esistenza, per quanto inconsapevole, al fine di intraprendere il
Cammino di Conoscenza di Sé. Quindi visto da questa prospettiva Eva
non è la donna del peccato, ma la prima a sperimentare il senso del
Risveglio della Coscienza. Oggi dovremmo ricordare questa donna non
più come colei che ha condannato l'intera umanità alle pene della
sofferenza, ma come quella che ha ricevuto per prima l'intuizione
dell'Autorealizzazione di Sé. Eva non è una peccatrice....bensì
una Maestra. Il vero peccato è non mangiare il frutto!
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