Non è facile fotografare un poliziotto, ma se c’è la sua
autorizzazione si può. Anzi, in questo caso, David si è pure messo
in posa con la pistola bene in evidenza. Si trattava del figlio della
ex padrona di casa di Tina e quindi mi è bastato chiedergli se era
d’accordo. D’altra parte, anche lui capisce che non si tratta di
segreti militari, né io ho intenzione di copiare il modello della
sua pistola. Lo abbiamo incontrato giovedì nei pressi del
commissariato, da dove a volte si vedono uscire persone ammanettate,
accompagnate dagli angeli custodi in divisa o dove la gente va a fare
denuncia per qualche torto subito. Lì anni fa ho incontrato Paolo
Tartari, che andava a denunciare per furto due suoi guardiani, nei
quali, dopo anni di servizio, aveva riposto la massima fiducia, ma
quando si tratta di rubare del cemento o dei mattoni, i malgasci non
capiscono più nulla. Si mormora che alle ditte edili cinesi che
hanno asfaltato i 27 Km tra Tulear e Mangily siano scomparse
tonnellate di cemento, tondini di ferro e benzina. Il confidente di
Tina, un operaio che ha lavorato in quel cantiere, dice che i cinesi
non si sono mai accorti di nulla. Ma io ne dubito.
Facciamo spesso a piedi la strada del commissariato per andare al
supermercato “Score” poco distante e oggi, oltre all’amico
poliziotto, Tina ha incontrato Marilina, una “makorele” della sua
stessa etnia, i Tanalana, che le ha raccontato di essere appena stata
a denunciare una sua collega. Le due ragazze dai facili costumi sono
venute alle mani per il più classico dei motivi: si contendevano un
cliente all’interno dello Zaza Club, l’unica storica discoteca
funzionante di Tulear. L’amica di Tina è stata quella che ha avuto
la peggio: graffi sul volto, collana e braccialetto andati perduti
tra la folla, nel buio del locale. L’altra, l’assalitrice,
insieme al malcapitato cliente, erano già stati individuati e
trattenuti in commissariato. Dovranno pagare le medicine a Marilina,
che potrà scegliere anche come essere risarcita: se con una somma di
denaro o con una capra viva.
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