sabato 16 settembre 2017

La diversa percezione dello stupro



Ultimamente sta diventando un’ossessione. Un chiodo fisso. Sembra che tutti i maschi umani esistenti al momento sul pianeta Terra vadano in cerca di una femmina umana da stuprare. Stupra il negro, stupra il bianco. Stupra il povero, stupra il ricco. Stupra l’immigrato, stupra l’indigeno. E come se non bastasse, si vanno a riesumare gli stupri del passato, dei cosiddetti tempi di guerra, ma se quelli erano tempi di guerra, quelli di oggi allora cosa sono? Negli ambienti forensi circola un detto: “Con i nemici la legge si applica, con gli amici, s’interpreta”. I classici due pesi e due misure.



Ci sono dunque stupri buoni e stupri cattivi. Quello compiuto dai partigiani alla tredicenne Giuseppina Ghersi fu uno stupro buono, perché, come nel caso dei due carabinieri di Firenze che non possono intaccare l’onore e la Gloria dell’Arma, così anche alcune mele marce fra i partigiani non possono intaccare l’onore e la gloria della Resistenza. Degli stupri dei soldati russi ai danni delle donne tedesche, alla fine della seconda guerra mondiale, non si è parlato molto, giacché i russi la Storia li ha messi dalla parte dei vincitori. Delle “marocchinate” non si è parlato molto, se non fra gli storici, perché i nordafricani, agli ordini dei francesi, la Storia li ha messi dalla parte dei vincitori.

Degli stupri compiuti da migranti, richiedenti asilo, stranieri con permesso umanitario non si può far a meno di parlare, perché compiuti da truppe appiedate che stanno attuando una strisciante invasione dell’Italia. Ma, come direbbe Vauro Senesi, anche qui è una questione di percezione: non c’è nessuna invasione, secondo lui. E siccome i giornali hanno bisogno del sensazionalismo per campare, dello stupro di Rimini non si poteva proprio tacere, né minimizzare. Per fortuna, visto che i servizi segreti sono pieni di risorse, si è distolta l’attenzione della gente con una bordata da novanta: a stuprare, dopo qualche giorno, sono nientepopodimeno che due carabinieri. Si è applicato – forse – il metodo DSK, Dominique Strauss-Khan. Le due ragazze americane era un caso che si trovassero lì? La donna delle pulizie mandata in camera del direttore del F.M.I. era un caso che si trovasse lì?




Ai posteri l’ardua sentenza. A me preme sottolineare che a forza di percezioni si perde di vista la verità dei fatti. Eleggono Miss Italia bellezze color ebano. Mettono africani a fare volontariato nell’ANPI. La percezione è quella di un’Italia meticcia e che la Resistenza fu attuata da partigiani cristiani, comunisti e di colore. Del resto, fra le truppe liberatrici a stelle e strisce, molti erano afroamericani. Anche ad essi noi italiani dobbiamo una parte di riconoscenza per essere stati “liberati”. E’ solo un gioco di specchi. E’ tutta una questione di percezioni.

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