Ultimamente sta
diventando un’ossessione. Un chiodo fisso. Sembra che tutti i
maschi umani esistenti al momento sul pianeta Terra vadano in cerca
di una femmina umana da stuprare. Stupra il negro, stupra il bianco.
Stupra il povero, stupra il ricco. Stupra l’immigrato, stupra
l’indigeno. E come se non bastasse, si vanno a riesumare gli stupri
del passato, dei cosiddetti tempi di guerra, ma se quelli erano tempi
di guerra, quelli di oggi allora cosa sono? Negli ambienti forensi
circola un detto: “Con i nemici la legge si applica, con gli amici,
s’interpreta”. I classici due pesi e due misure.
Ci sono dunque stupri
buoni e stupri cattivi. Quello compiuto dai partigiani alla
tredicenne Giuseppina Ghersi fu uno stupro buono, perché, come nel
caso dei due carabinieri di Firenze che non possono intaccare l’onore
e la Gloria dell’Arma, così anche alcune mele marce fra i
partigiani non possono intaccare l’onore e la gloria della
Resistenza. Degli stupri dei soldati russi ai danni delle donne
tedesche, alla fine della seconda guerra mondiale, non si è parlato
molto, giacché i russi la Storia li ha messi dalla parte dei
vincitori. Delle “marocchinate” non si è parlato molto, se non
fra gli storici, perché i nordafricani, agli ordini dei francesi, la
Storia li ha messi dalla parte dei vincitori.
Degli stupri compiuti da
migranti, richiedenti asilo, stranieri con permesso umanitario non si
può far a meno di parlare, perché compiuti da truppe appiedate che
stanno attuando una strisciante invasione dell’Italia. Ma, come
direbbe Vauro Senesi, anche qui è una questione di percezione: non
c’è nessuna invasione, secondo lui. E siccome i giornali hanno
bisogno del sensazionalismo per campare, dello stupro di Rimini non
si poteva proprio tacere, né minimizzare. Per fortuna, visto che i
servizi segreti sono pieni di risorse, si è distolta l’attenzione
della gente con una bordata da novanta: a stuprare, dopo qualche
giorno, sono nientepopodimeno che due carabinieri. Si è applicato –
forse – il metodo DSK, Dominique Strauss-Khan. Le due ragazze
americane era un caso che si trovassero lì? La donna delle pulizie
mandata in camera del direttore del F.M.I. era un caso che si
trovasse lì?
Ai posteri l’ardua
sentenza. A me preme sottolineare che a forza di percezioni si perde
di vista la verità dei fatti. Eleggono Miss Italia bellezze color ebano. Mettono africani a fare volontariato nell’ANPI. La
percezione è quella di un’Italia meticcia e che la Resistenza fu
attuata da partigiani cristiani, comunisti e di colore. Del resto,
fra le truppe liberatrici a stelle e strisce, molti erano
afroamericani. Anche ad essi noi italiani dobbiamo una parte di
riconoscenza per essere stati “liberati”. E’ solo un gioco di
specchi. E’ tutta una questione di percezioni.
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