martedì 5 maggio 2015

Dio è una viscida lumachina


Solo quando ha detto: “Io non esisto. Io non sono qua”, mi si sono rizzate le antenne. E non perché il concetto abbia in sé qualcosa di straordinario, ma perché fino a quel momento Sonia aveva detto cose per me già conosciute, sebbene molto superficialmente. Sentire una donna dire in pubblico che non esiste fa una certa impressione, perché cozza con l'evidenza fisica del senso della vista, ed è, guarda caso, il contrario di ciò che avevo sentito dire la mattina stessa in un ospizio, da un vecchio di nome Severino, che ripeteva continuamente: “Io sono vivo”, mentre sfogliava svogliatamente una rivista o mentre rispondeva all'infermiera ucraina che gli dava le medicine. L'anziano malato di demenza senile deve ribadire a voce alta di essere vivo, magari pensando che se non lo dice muore. La giovane relatrice della conferenza, invece, non solo non ha bisogno di ribadire la propria esistenza, ma preferisce addirittura annullarsi in una teoria metafisica che rifiuta la vita materiale, sua e presumibilmente anche di chi la stava ascoltando in quel momento.



Mi fa venire in mente Osho, sulla cui tomba è stato scritto: “Mai nato, mai morto”. E infatti, Sonia (a sinistra), nel suo intervento alla “pizza filosofale” di lunedì 4 maggio, ha fatto spesso riferimento a Osho, ma anche a San Francesco, a Marcaurelio, ai maestri sufi e naturalmente all'immancabile Gesù. Su quest'ultimo personaggio tutti i presenti – una ventina di persone – si saranno sentiti degli esperti e in grado di disquisire per ore, ma la protagonista della serata è stata lei e tutti l'abbiamo ascoltata con attenzione fino alla fine, sebbene io, lo devo confessare, non ci abbia capito molto. I termini inglesi come per esempio “Wakening”, o indiani come “mukti”, mi fanno venire l'orticaria. Va bene che, una volta capito il significato, poi si può andare oltre, ma per un principiante è fastidioso non riuscire a capire di cosa si stia parlando. 

Infatti, una persona del pubblico, a un certo punto ha chiesto delucidazioni sulle “stanze sacre”. Al che, un collaboratore di Sonia, tale Marco, con un lungo giro di parole alla fine ha ammesso che per capire cosa siano le “stanze sacre” bisogna solo provare, cioè prendere parte alle sedute. Sono state fornite anche le date e i luoghi dove tali sedute si tengono: Basiliano, Flambro e San Vito al Tagliamento, insieme ai giorni della settimana e agli orari. Sonia ha aggiunto che fino a un anno fa Marco era uno scettico di prima categoria e ora è diventato un entusiasta propagandista del metodo.

A cosa serve entrare in queste “Stanze sacre”, che poi immagino siano semplici vani arredati con immagini induiste? Serve a far trovare alle persone la serenità, la pace con se stessi, con la famiglia, con il mondo e con l'intero universo. Credo che sia lo scopo perseguito da tutte le religioni e le filosofie, specie quelle orientali che sono molto più antiche delle nostre e che quindi hanno capito cosa serva fondamentalmente all'essere umano. Poiché Sonia, dopo l'intervento di una signora che diceva di aver trovato la pace in Gesù, ha detto che molti sono i percorsi che si possono fare, ma una sola è la meta, penso che anch'io, che da ragazzo studiai la Bibbia con i Testimoni di Geova, ho fatto la cosa giusta, giacché mentre ero in seno alla congregazione mi sentivo felice. Poi, dopo esserne uscito, avendo perso la fede, ho cominciato a dibattermi nell'infelicità del mondo come tutti quanti. O quasi tutti. Ma, a questo punto, sulla base del principio: “Meglio un'amara verità che una dolce menzogna”, mi chiedo se non sia stato meglio abbandonare le favole e gettarsi a capofitto nel travagliato mondo delle ipotesi, delle teorie e del dubbio metodologico, piuttosto che continuare a cullarsi nell'illusione delle fittizie superstizioni.


Non sarà, quella propugnata da Sonia, dal suo fido segretario Marco e dal padrone di casa Anthony Santelia, l'ennesima versione, riveduta e corretta in salsa induista, dell'eterno “oppio dei popoli” di marxiana memoria? Aldous Huxley nel romanzo distopico “Il mondo nuovo” dice che al popolo veniva dato il “soma”, per farlo stare tranquillo. Nella serie televisiva “Visitors”, gli alieni dominatori danno al popolo dei terrestri qualcosa del genere. A noi oggi viene data Canzonissima, l'Isola dei Famosi e le partite di calcio, anche se, queste ultime, tranquilli non ci fanno stare del tutto. Io penso che le religioni, quello, lo hanno fatto per secoli: addormentare, stordire e ingannare la popolazione, per sfruttarla meglio. Questo lo sanno anche i bambini dell'asilo, ormai, anche se s'incontrano adulti che fanno fatica a riconoscerlo. Infatti, quando ho trovato il coraggio d'intervenire, facendo un intervento allucinato, il signor Angelo Petri mi ha interrotto mentre affermavo che Gesù non è mai esistito. Sonia, che oltre a relatrice fungeva da moderatore, alla fine mi ha fatto la domanda di rito: “Come ti senti ora?”.


Bella domanda! Forse avrei potuto rispondere che li ringraziavo per avermi permesso lo sfogo, ma mi sono limitato a dire che mi scusavo per averli infastiditi con le mie teorie degli antichi astronauti, del DNA alieno, delle scimmie che noi siamo e di Dio che per me è un'ottusa centrale atomica, priva di personalità, che si disinteressa delle creature viventi in tutto l'universo, da lui emanate e schizzate in giro sulla coda delle comete. Sergio, seduto alla mia sinistra, tra una carezza e l'altra fatta alla mia Pupetta, alla fine della serata mi ha confessato: “Nessuno ti ha capito”. Sonia invece, dopo avermi chiesto come mi sentivo, e in risposta alle mie scuse, sorridendo ha detto: “Anzi, ora ci sei più simpatico!”. Vabbé, è il suo mestiere, doveva dirlo per forza. E sarebbe stata una contraddizione di tutte le cose che aveva detto fino a quel momento se mi avesse dato una rispostaccia. Io volevo fuggire subito dopo aver parlato – o dovrei dire urlato – ma mi sono seduto al mio posto e Pupetta mi si è fatta vicino, forse perché aveva percepito la mia agitazione o forse perché aveva sonno e voleva andare a dormire nella sua brandina.


Sonia ha detto inoltre che il Sé Superiore, conosciuto anche come Dio, vuole che tutte le persone sensibili collaborino tra loro. Ciò contrasta con quanto da me in seguito affermato in riferimento a un Dio simile a un'immensa centrale energetica che sprizza inconsapevolmente vita in giro, usando una specie di forza centrifuga. Per me Dio non ha personalità, per Sonia sì. Ad ogni modo, già fu detto che gli “uomini di buona volontà” erediteranno la terra e quando la relatrice ha detto che tali persone sensibili devono essere radunate per la “battaglia finale”, a me è venuto in mente Armagheddon. Mah! Chissà cos'avrà voluto dire?! Io non potevo certo interromperla per chiederglielo. L'entusiasmo le sprizzava da tutti i pori. Quando è andata a Chennay e ha visto che 5.000 persone stavano sedute in silenzio a meditare per 5 ore, è rimasta allibita. Immagino che dev'essere uno spettacolo straordinario. Simile a quello delle mandrie di gnu che attraversano la savana. 


Immagino che l'energia di 5.000 cervelli in funzione si senta nell'aria. I maghi una volta le chiamavano eggregore, o forme-pensiero. Ma se si potesse analizzare i pensieri di tutti i 5.000, uno per uno, forse la maggior parte pensava ai cavoli suoi. Ma quello lo sapevano fare solo gli angeli del film “Il cielo sopra Berlino”: percepire i pensieri della gente. A noi comuni mortali non è dato conoscere i pensieri degli altri, per fortuna, se no tutte le belle donne che incontro mi prenderebbero a schiaffi, per i pensieri sconci che mi vengono in mente vedendole. Io comunque non riuscirei a stare fermo seduto nella posizione del loto neanche da imbalsamato. Mi verrebbero dolori da decubito al culo, che mi costringerebbero ad agitarmi continuamente. E se mi scappa da scoreggiare? No, no, non fa per me. A Chennay credo non ci andrò mai! Anche se l'anno scorso accennai alla possibilità di tornare in India per la terza volta, come turista.

Una signora anziana di nome Mirella, anche lei innamorata dell'India, ha detto per inciso che ci sono persone nel mondo che tra le 22.00 e le 23.00 delle notti di luna piena si mettono a meditare tutte insieme, a seconda della latitudine, e proprio a quell'ora, durante la conferenza di lunedì 4 maggio, c'era chi lo stava facendo. Anche qui c'entrano le eggregore. Ma, abituati come siamo a un approccio pragmatico delle cose, la domanda che sorge spontanea è: a che serve? A che serve che con la luna piena TOT persone meditino in Europa e nel resto del mondo, secondo la fascia oraria del meridiano d'appartenenza? A che serve entrare nelle “sacre stanze”? E, più in generale, a che serve meditare 5 ore nell'Ashram di Chennay?


Lo abbiamo detto prima: a star bene con se stessi e di conseguenza con il mondo. E gli altri? Gli animali, per esempio? Il signor Petri ha obiettato che, stante le brutte cose che succedono nel mondo, questo ipotetico Sé Superiore, altrimenti conosciuto come Dio, non si direbbe una brava persona. Sembrerebbe piuttosto un menefreghista. E' vero, ma l'obiezione è da quinta elementare. 

Se s'immagina un Dio ottuso e inconsapevole, pura energia, si capisce che non è responsabile della malvagità degli uomini e anche la risposta di Sonia, ché tutte le brutture del mondo nascono nella nostra testa, non dice niente, in fondo. Non spiega granché. Meglio la mia ipotesi: la vita non ha senso. E' tutto basato sui rapporti di forza e l'unica cosa positiva delle “sacre stanze”, della meditazione, delle filosofie indiane o anche, in qualche caso, delle religioni storiche, è il benessere che il singolo può ricavarne. Niente di più, niente di meno. 


La lotta per contrastare le ingiustizie, per fermare la macellazione di uomini e bestie, la facciamo noi, noi volontari per la libertà, noi partigiani della giustizia, noi sindacalisti dello sfruttamento degli animali, noi che non ci tiriamo indietro se c'è da fare il lavoro sporco, noi che conosciamo le patrie galere, noi che facciamo a meno dei tappetini di juta e dell'aria che sa d'incenso. Noi ribelli amanti delle lumachine e di tutti gli altri invertebrati. Noi che se anche non ci facciamo camminare una viscida lumachina sulla mano, pensando a quanto è meraviglioso il mondo, alla bellezza di una simile creatura e all'amore divino che si manifesta per mezzo di essa, sappiano, senza bisogno che ce lo dica il guru di turno, che è sbagliato uccidere, maltrattare, prevaricare, sfruttare, svilire e perseguitare gli animali, compreso l'animale più stupido della Terra, l'uomo.

L'amore divino è, per Sonia, nella viscida lumachina che le cammina sulla mano, nella farfalla che si è posata sulla testa di Marco e nella feccia umana che viola le regole di convivenza civile. Lei ama tutto ciò, lumache, farfalle, drogati, ladri e ubriaconi, perché lei vede l'amore di Dio in tutto questo e io penso che tante suore mistiche abbiano avuto la stessa esperienza e molte l'abbiano tuttora, specie le missionarie, ma purtroppo è solo una sua visione delle cose e non sposta di una virgola la realtà crudele del mondo esterno. Tutto sommato, Sonia è una brava persona, un aspirapolvere, per sua stessa ammissione, o un parafulmine che attira le magagne dei più sfortunati, che si rivolgono a lei per aiuto. E' stato piacevole averla conosciuta, anche se penso che non la rivedrò mai più.


4 commenti:

  1. @Gentili & attenti LETTORI,

    questa volta NON posso sostenere di scrivere "C' ero anch' io" pertanto mi limito a fare proprie alcune RIFLESSIONI di Roberto, leggere che "Io NON esisto,...." significa "ignorare" il PERCHE' ci siamo REINCARNATI qui & ora sul pianeta TERRA(= IIIa DIMENSIONE");

    se lo abbiamo fatto ci chiederemo il PERCHE' o pensiamo peccando di PRESUNZIONE già di ESSERE nella IVa o Va DIMENSIONE, in ogni caso di TUTTO questo ne riparleremo nuovamente GIOVEDI' sera a FLAMBRO di TALMASSONS(UD)(vedi programma) al Bar CENTRALE !!!

    MANDI

    SDEI/SERGIO

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    1. Il senso dell'affermazione di Sonia Zamparini, quando dice: "Io non sono qua", per me è che si sente destinata ad altre dimensioni e qui sulla Terra è capitata probabilmente per sbaglio. O con qualche oscuro scopo.

      In ogni caso bisognerebbe chiederlo a lei, che guarda caso abita proprio a Flambro.

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  2. Su certe cose hai ragione roberto.. Ma dovremmo parlare un po.. Sei chiuso ai punti di vista di altre persone. Che per uno scrittore mi sembra un controsenso

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    1. Forse hai ragione, ma quando sono chiuso ai punti di vista altrui, supplisco con la fantasia.

      E in ogni modo, ogni scrittore scrive sulla base del proprio vissuto.

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