mercoledì 12 marzo 2014

Quando la democrazia esce dai seggi elettorali


Andare alle riunioni del Movimento 5 Stelle provoca sempre buone sensazioni e, almeno in quella dell’undici marzo, c’è stata per me una sorpresa finale. Siccome mi considero un esterno, non potendo essere candidato in quanto non incensurato, vi sono andato con scarso entusiasmo, soprattutto perché Anthony Santelia mi aveva detto di portare il PC ché mi avrebbe scaricato un film sugli alieni. Quando poi ho sentito Graziano Ganzit parlare degli utilizzi alternativi di un’ex polveriera, corrispondente a diverse centinaia di ettari coltivabili presso il Bivio Coseat, in cui le strutture militari in disuso potrebbero diventare piccole stalle, ho capito che quella non è precisamente la compagnia adatta per un animalista. Ganzit, che io non posso non stimare per le sue conoscenze della filosofia steineriana e per l’impegno in difesa di un’agricoltura pulita, ha anche aggiunto che al posto della vecchia canonica che il Comune di Codroipo vuole buttar giù, si potrebbe creare un mercato contadino, con tanto di bancarelle per la vendita di salumi, formaggi e carni, oltre naturalmente a frutta e verdura. Anche sentendo questa dichiarazione ho avuto conferma che le mie posizioni sono molto distanti dalle sue, ma siccome io, se espongo le mie appaio come un estremista, mentre lui, esponendo le sue, appare come un moderato o comunque un integrato nella società, io non posso competere e lui parte avvantaggiato in fatto di consensi.


Detta così, sembrerebbe una sfida tra un animalista fanatico e un agricoltore biodinamico, ma non è proprio così. Anche Graziano è un esterno e non è detto che la sua filosofia sia quella ufficiale del Movimento 5 Stelle. Se quest’ultimo è un gruppo aperto e disponibile a ricevere l’apporto culturale di chiunque, io e lui dovremmo in teoria trovarci sullo stesso piano e avere entrambi le stesse opportunità di trovare consensi. Anche perché stiamo parlando di un movimento spontaneo di persone che si tiene informato sulle più recenti novità etiche disponibili e, se la mia percezione della realtà non è troppo distorta, la sensibilità verso le tematiche animaliste è molto aumentata in questi ultimi anni.
Io non ce l’ho con Steiner e al massimo arrivo a dire che si tratta di un filosofo spiritualista dell’Ottocento, come Graziano non ce l’ha con Peter Singer e al massimo arriva a dire che gli animali hanno un’anima di gruppo, mentre l’uomo ha un’anima singola data dal Creatore in dote a ciascun individuo.
                                                                                                                                                                 
Quando Graziano ha fatto i suoi interventi, in una sala composta da una dozzina di persone, io non ho ribattuto, perché non era il caso di sollevare polemiche e l’ora era già tarda, ma la sorpresa finale per me è arrivata al termine dei lavori, quando eravamo tutti in piedi pronti per andarcene. Alberto Marchesi mi si avvicina e mi chiede se secondo me si possono conciliare le sue esigenze di un ambiente privo di veleni agricoli con le mie esigenze di rispetto per la vita degli animali. Probabilmente doveva essere rimasto impressionato dalla riunione precedente, tenutasi sempre lì il 18 febbraio scorso, durante la quale raccontavo che anni fa avevo proposto al gruppo di attivisti con cui facevo le azioni di disturbo ai cacciatori, di fare la stessa cosa con i contadini che irrorano veleni nei campi, a bordo dei loro trattori, circondandoli e impedendo loro di proseguire nell’irrorazione. Cosa che né noi, né altri hanno mai fatto e che rimase nel cassetto dei sogni del bravo militante ecologista.

Ad Alberto, che come qualsiasi persona normale ama mangiare carne, ho fatto un veloce pistolotto sul perché non è salutare una dieta carnea, ma ho anche aggiunto che mi piacerebbe avere più spazio per esporre le linee guida filosofiche che secondo me dovrebbero improntare il M5S e cioè la difesa dei diritti dell’uomo non disgiunta da quella dei diritti degli animali. Lui, per tutta risposta, mi dice: “Vieni, andiamo a cercare il moderatore e mettiamo i tuoi temi all’ordine del giorno per la prossima riunione”.
Così, io che sentendo Graziano avevo pensato che non sarei più andato alle riunioni del M5S, mi ritrovo nella situazione in cui non solo vi ritornerò, il prossimo primo aprile, ma vi ritornerò nelle vesti di relatore e una ventina di minuti mi verranno anche concessi per parlare.
Troppa grazia san Gennaro!

E questo perché, seduto a fianco del moderatore della serata, Maurizio Querini, c’era Alberto Marchesi. Se ci fosse stato un altro, il M5S avrebbe perso il sottoscritto, considerato che comunque non sarebbe stata una grave perdita. Va considerato inoltre che la visione “estremista” di cui sono portatore, si può applicare anche in altri settori. Vale a dire, quando Antonio Gaudiano, che nella precedente riunione faceva il moderatore e che martedì 11 era fra il pubblico, ha parlato del gruppo di lavoro Sanità, tenutosi a Gradisca d’Isonzo nei giorni scorsi, in cui si sono affrontati aspetti della sanità regionale legati alla crisi, io potrei fare certi discorsetti che concernono le fondamenta della struttura sanitaria locale e mondiale che riguardano milioni di persone. 
In altre parole, piuttosto che discutere quali punti nascita, dei 14 esistenti in Regione, devono essere soppressi a causa della crisi, un movimento di difesa del cittadino quale il M5S ha la pretesa di essere dovrebbe parlare chiaro e dire che BigPharma e i sui emissari esistono per rendere malate le persone, piuttosto che guarirle.

Qui, ne sono sicuro, troverei maggiori consensi, pur esponendo un ragionamento estremista, che non con la questione della macellazione degli animali e con il carnivorismo, eppure i temi sono legati tra loro, perché è proprio con il consumo di carne che si creano i clienti di BigPharma. Non dico che la preoccupazione per le future mamme di partorire a Codroipo o a San Vito al Tagliamento non abbia la sua campanilistica importanza, ma se si considera che le future mamme saranno per la maggior parte nordafricane, senegalesi o cinesi, far nascere il proprio pargolo in un posto o in un altro per loro non fa differenza: l’importante è che abbia la cittadinanza italiana. Secondo me, le cose da cambiare nella Sanità, regionale o nazionale che sia, sono altre. E cioè la liberazione dai tentacoli delle multinazionali, connessa con l’abolizione della vivisezione e dell’uso di pesticidi in agricoltura, che poi finiscono nei cibi, che sono l’oggetto della salute dei cittadini, in un circuito di relazioni, di cause e di effetti che ci riporta allo stesso punto: la liberazione del cittadino dalla schiavitù in cui è stato precipitato.
                                                                                                                                                                
Se Graziano, da bravo agricoltore, si batte per la sovranità alimentare, mi trova d’accordo. Se il Movimento 5 Stelle si batte per il Reddito di Cittadinanza, che ora si chiama Reddito Minimo Garantito (RMG), mi trova d’accordo, anzi, mi trova estremamente interessato in quanto disoccupato. Se il M5S di Codroipo si batte per il corretto utilizzo della Villa Ballico, che il Comune ha ricevuto in dono dalla nobildonna che ne era proprietaria, mi trova d’accordo, considerato che mettere a disposizione il suo parco per i bambini è un nobile intento, ma se quei bambini poi vengono vaccinati e diventano autistici, avranno poco da godersi le aiuole, i fiori, i cachi e le susine della Villa Ballico. Se il M5S di Codroipo si batte per la diretta streaming delle sedute del consiglio comunale, in quella che è stata chiamata “Operazione fiato sul collo”, mi trova d’accordo, ma se la democrazia è veramente una presa in giro planetaria della popolazione, ché tanto a decidere sono i vertici della piramide massonica, coloro che poi vedranno su You Tube sindaco e assessori codroipesi recitare la loro parte di seriosi e meticolosi servitori della comunità, trarranno poo vantaggio dall’ennesima pantomima sterile e inconcludente.

E’ stato obiettato, da Ermanno Furlanis e da Anthony Santelia, riguardo a questi ultimi due punti, che se nel parlamento italiano le televisioni e i fotografi sono consentiti, non si capisce perché non lo possano essere in un consiglio comunale. Risposta: perché non c’è legislazione in materia e ogni sindaco decide come gli pare. L’unico tentativo di “intrusione” da parte dei ragazzi pentastellati è stato fatto un paio d’anni fa da Maurizio Querini a Sedegliano, il cui sindaco, una volta accortosi d'essere ripreso, ha fatto intervenire il vigile urbano affinché accompagnasse fuori il Maurizio. In un Sedegliano, un paese di 4.000 abitanti! Qualcuno di voi, che leggete queste righe, ha mai sentito parlare di Sedegliano? Se durante le riunioni del Club Bilderberg i giornalisti non sono ammessi e se in quelle annuali occasioni i potenti del mondo decidono le sorti dell’umanità, quali misfatti verranno mai tramati nel Comune di Sedegliano?
Se i bilderberghini hanno le loro ragioni a non divulgare i loro discorsi, il sindaco e gli assessori di Sedegliano quali ragioni possono accampare?

Comunque, e questo è decisamente ammirevole, i ragazzi non intendono rinunciare alla trasparenza e venerdì prossimo, 14 marzo, tenteranno un blitz all’interno della sala consiliare di Codroipo e con un telefonino ultimo modello, visto che la videocamera di Anthony, quella sera, è impiegata altrove, cercheranno di registrare mezzora di dibattito, delle quattro o cinque ore abituali di discussione. Sempre che non vengano sbattuti fuori prima.

Sulla villa della defunta nobildonna e sulla sua destinazione futura, sono stati sollevati diversi quesiti: i 360.000 euro, di cui si vocifera, sono la base d’asta o sono la cifra immodificabile con la quale il Comune intende alienare la struttura? Se io oggi – ha chiesto Francesco Caria – mi presento in Comune con quella cifra me la vendono sull’unghia o no? E quanto costa a metterla in sicurezza e a restaurarla? Se ne potrebbe ricavare un ostello della gioventù?
Per rispondere a quest’ultima domanda, Ermanno Furlanis ha fatto venire una signora di nome Lucilla, che a San Vito al Tagliamento gestisce proprio un ostello, ex convento, ristrutturato dal comune e dato in gestione a privati. La donna ha parlato di prezzi delle camere, di come sono arredate e soprattutto dei suoi rapporti con il Comune, che ne rimane proprietario.
Rispetto a San Vito, Codroipo ha la fortuna di avere a due Km la Villa Manin di Passariano, sede di iniziative culturali e di concerti, e quindi avere in loco una struttura ricettiva, con molti posti letto, sarebbe vantaggioso per il turismo. Nell’ostello di San Vito ci vanno soprattutto le scolaresche in gita, ma anche in quel settore la crisi si fa sentire, giacché se la Sanità del Friuli V.G. quest’anno deve spendere 80 milioni di euro in meno rispetto all’anno precedente, anche le scuole devono tagliare il superfluo, ovvero le gite scolastiche.

Insomma, tra gli ideali da me propugnati, e che verranno benignamente ascoltati il prossimo primo aprile, e le splendide idee dei ragazzi 5 stelle riguardo a questioni legate al territorio, emerge un quadro d’insieme improntato alla voglia di cambiamento, di miglioramento e di corretta gestione delle risorse.
Altrimenti l’alternativa è lasciare che la Canonica venga demolita e vi si costruisca un parcheggio e la Villa Ballico pure e vi si costruisca l’ennesimo condominio. Il tutto, naturalmente, a favore degli amici degli amici, come si fa in Sicilia, a Roma e pure nel piccolo Friuli, saldo, onesto e lavoratore.

Nessun commento:

Posta un commento